Sud chiama Nord commenta la sentenza della Corte d'Appello di Messina. Intanto il politico evidenzia alcuni passaggi dei giudici a suo favore e di Satta
Sud chiama Nord interviene sulle indagini giudiziarie che coinvolgono i politici. “Il caso De Luca è emblematico: è necessario fare chiarezza, con fermezza, sul rapporto politica-magistratura. Nelle ultime settimane stiamo vedendo un’escalation di casi politico-giudiziari che coinvolgono vertici di amministrazione comunali, massime cariche regionali e nazionali. Abbiamo visto come diversi partiti politici scelgano in modo altalenante se essere garantisti o giustizialisti, in base alla convenienza politica del momento. Sud chiama Nord non ha dubbi, sa da che parte stare: dalla parte del garantismo. Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, però, una indagine non può portare a destabilizzare il lavoro delle amministrazioni pubbliche. Lo ribadiamo con fermezza anche alla luce della sentenza della Corte d’Appello di Messina che proprio nella giornata di ieri ha riconosciuto le somme per l’ingiusta detenzione di Cateno De Luca e Carmelo Satta”. Ad affermarlo, in una nota, sono Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord, e Francesco Gallo, deputato alla Camera di ScN.
“La gogna mediatica subita da De Luca e Satta”
Sottolineano Castelli e Gallo: “I due hanno subito 15 anni di processi giudiziari, giorni di ingiusta detenzione e una gogna mediatica inaudita. È stato tutto superato solo grazie alla caparbietà di entrambi e all’ingente sforzo economico necessario per affrontare questi anni di processi, che hanno portato all’assoluzione dei due. Ci chiediamo però: quanti cittadini sarebbero stati in grado di affrontare un calvario del genere? Alla luce di tutto ciò oggi, nel sostenere la riforma della separazione delle carriere portata avanti dal governo Meloni, ci rivolgiamo anche a tutti quei politici (anche garantisti!) che in occasione dell’arresto di Cateno De Luca non persero occasione di attaccarlo mediaticamente, perché chiedano scusa pubblicamente”.
De Luca e il risarcimento per l’arresto
Da parte sua, il sindaco di Taormina e deputato regionale esulta per la sentenza di ieri ed evidenzia alcuni passaggi favorevoli a lui e a Satta, presidente nazionale della Fenapi: la Corte ha affermato che “non si riscontrano atteggiamenti dolosi o colposi addebitabili all’istante, sotto alcun profilo di sorta. Le accuse mosse nei confronti di De Luca sono risultate infondate”. Il tutto “con un surplus di effetto lesivo collegato a un danno all’immagine e al moto di discredito sociale che ha inciso sulla sua attività politica, istituzionale e imprenditoriale”.
Sempre la Corte d’Appello scrive: “Deve in primo luogo evidenziarsi come, in sede di interrogatorio di garanzia innanzi al gip procedente, l’istante non abbia messo in atto condotte e comportamenti, né esternato asserzioni e difese connotati dal carattere del dolo o della colpa grave”. Cateno De Luca si è concretamente difeso – prosegue la Corte – “con argomenti continenti, produzione di documentazione a sostegno della propria posizione e puntuali rilievi inerenti la peculiarità di gestione della cosiddetta Galassia Fe.na.pi£”.
I documenti portati dalla difesa hanno determinato l’assoluzione in ogni sede giudiziale di competenza per i fatti ritenuti insussistenti. “La compiuta e precisa analisi strutturale dei fatti effettuata da questa Corte in sede di duplice pronunciamento di Appello (…) rende prospettabile una totale mancanza di afflato criminale in capo a De Luca, soggetto attinto da sospetti solo per via della sua capacità e intraprendenza nel settore “paraimprenditoriale” di riferimento e impegnato in rilevanti attività politiche, indicato come capo di un’associazione ex art. 416 c.p. senza esservi finale riscontro oggettivo di tale associazione”.
L’ex sindaco di Messina e capo politico di Sud chiama Nord fu arrestato, la prima volta, mentre si stava svolgendo il Consiglio comunale di Fiumedinisi. Una seconda volta fu arrestato due giorni dopo essere stato eletto deputato al Parlamento regionale, “con provvedimento che fu un autentico sfregio come è stato dimostrato dalle numerose assoluzioni e oggi censurato con la decisione di riparazione per ingiusta detenzione”, commentano i legali Tommaso Micalizzi e Carlo Taormina.

Garantismo quando si tratta degli amici degli amici. Gli altri tutti in galera senzaseesenzama.