Il parroco Alessandro Marzullo auspica un rilancio dei due villaggi messinesi: "Dal degrado di oggi al recupero dell'antica bellezza"
MESSINA – C’era un tempo in cui Bisconte era chiamata “la Piccola Parigi”. Non per caso: le sue strade curate, la vivacità della comunità, una vita sociale ricca di iniziative facevano di questo villaggio messinese un piccolo gioiello incastonato tra le colline. Oggi, quel soprannome sembra appartenere a un passato lontano, quasi irraggiungibile. A raccontarlo con nostalgia e speranza è padre Alessandro Marzullo, da dieci anni parroco di Bisconte e Catarratti, testimone diretto delle trasformazioni – e delle ferite – che questi due villaggi stanno vivendo.



Luoghi pieni di potenzialità, non solo di criticità
“Bisconte e Catarratti sono luoghi pieni di potenzialità, ma soffrono un degrado che non può più essere ignorato,” spiega padre Alessandro. “Hanno una storia profonda, radicata in una comunità che oggi vive in una condizione di abbandono materiale e sociale.”
Le criticità sono tante, visibili a occhio nudo. Tra queste, la totale assenza di regole nella raccolta differenziata: i rifiuti vengono abbandonati ovunque, in particolare nelle traverse laterali, dove cumuli di spazzatura crescono ogni giorno tra l’indifferenza generale. Le strade sono spesso sporche, e molte aree verdi sono state fagocitate da erbacce e degrado.

Una scuola e una struttura pubblica abbandonate al degrado
All’ingresso del villaggio, di fianco al torrente c’è una grande struttura abbandonata. Doveva essere una scuola ma non è mai stata adibita a questa funzione. Per un periodo ha ospitato delle famiglie. Adesso è in forte stato di degrado. E’ stata vandalizzata ed è diventata ricettacolo di rifiuti. Anche il Comune vi ha depositato dei materiali. “L’assessore Cicala – spiega padre Alessandro – si è impegnato a predisporre presto una bonifica.” L’amministratore ha, però, precisato ai nostri microfoni che prima bisogna installare delle telecamere di sorveglianza per impedire che lo scempio si ripeta. Questo adempimento dovrebbe avvenire a breve. Riportato il decoro, bisognerà decidere cosa fare della struttura, a suo tempo collocata in una zona fortemente a rischio idro-geologico.
C’è, poi, l’ex scuola elementare, anch’essa in stato di abbandono e, per un periodo utilizzata per ospitare famiglie Rom. Anche in questo caso bisogna attuare interventi di pulizia interna ed esterna. L’obiettivo dell’Amministrazione Basile è farne un asilo nido.










Lavori pubblici che non risolvono i problemi
Un altro problema evidenziato da padre Alessandro è legato alla mobilità. Il ponte costruito sul torrente per raggiungere le case popolari di Catarratti, pur pensato per migliorare l’accessibilità, rappresenta un ostacolo per le persone anziane e per chi ha difficoltà motorie. La salita del ponte è infatti troppo ripida, rendendolo inaccessibile per molti residenti, che si trovano così ancora più isolati.
Dopo gli stessi lavori di riqualificazione del torrente Catarratti-Bisconte che dovevano rendere più sicuro il territorio, succede che, durante le piogge, le acque non vengono convogliate al suo interno, ma si riversano sulla strada principale riempiendola di detriti. Le stesse griglie di scolo non riescono a frenare il fiume di acqua. Questo crea grossi disagi perché l’acqua piovana nel suo defluire entra nelle abitazioni.
Forte disagio sociale
Ma il degrado materiale è solo una parte del problema. “Il disagio sociale è palpabile,” dice il parroco. “In alcune zone si convive con la presenza di condomini difficili, spesso teatro di tensioni, abbandono istituzionale e problemi legati alla criminalità.” Uno dei fenomeni più preoccupanti è la droga. “Non è raro – racconta padre Alessandro – vedere persone coinvolte in dinamiche pericolose, spesso anche abbastanza giovani . La mancanza di alternative li spinge verso strade sbagliate.”
Eppure, nonostante tutto, i villaggi non sono morti. Le potenzialità ci sono, eccome. La natura che circonda Bisconte e Cataratti è ancora forte, i rapporti umani – seppur messi alla prova – resistono. “Questi luoghi – dice il parroco – potrebbero rinascere se ci fosse un piano serio di riqualificazione urbana e sociale. Servono spazi per i giovani, centri culturali, aree verdi attrezzate, ma anche presenza costante dello Stato.”
Sostenere l’impegno per il riscatto dei due villaggi
Il desiderio di riscatto esiste, e padre Alessandro e il vice-parroco, padre Sachitha, con la loro parrocchia, rappresentano un presidio di resistenza e speranza. “Noi ci siamo, ogni giorno. Ma non possiamo farcela da soli. Bisogna ascoltare le persone, raccogliere le loro proposte, e investire davvero nei villaggi. Basta promesse a vuoto.”
L’appello del parroco è chiaro: “Bisconte e Catarratti non devono essere lasciati indietro. Sono parte integrante della città di Messina e meritano la stessa dignità. Restituire loro decoro, servizi e fiducia significa dare un’opportunità a chi ancora crede in un futuro diverso.”
Forse, con l’impegno di tutti, la piccola Parigi potrà tornare a brillare.
Servizio video e testo di Carmen Licata, progetto “L’estate addosso”
