"Messina non si dimentica", Miriam Marrone e il legame con le radici FOTO

“Messina non si dimentica”, Miriam Marrone e il legame con le radici FOTO

Autore Esterno

“Messina non si dimentica”, Miriam Marrone e il legame con le radici FOTO

domenica 02 Novembre 2025 - 08:24

Al centro della rubrica fotografica firmata da Rosario Lucà una veterianaria di 36 anni che lavora in Lombardia

VISTI DA LONTANO di Rosario Lucà  – Ci sono incontri che nascono in punta di piedi, dietro sguardi cauti e parole misurate, e poi all’improvviso si aprono come finestre sul passato. Con Miriam Marrone è stato così: una storia che parte da lontano e che, nonostante il tempo e la distanza, porta ancora addosso il profumo tenue del mare di casa.

Miriam Marrone ha 36 anni ed è una veterinaria che  lavora stabilmente tra Milano e Monza.
Devo ammettere che il primo impatto non è stato facile: la concentrazione totale sul lavoro e il suo rigore mi hanno accolto per primi. 

Lo sguardo deciso di chi ha scelto la propria strada ma non ha dimenticato il cuore

Ho subito capito che Miriam è una di quelle persone che fanno le cose sul serio, che non amano perdere tempo e che affrontano ogni giornata piena ai impegni con determinazione e professionalità mi ci è voluto un po’ per varcare quel confine della stanza delle sue emozioni.

Miriam Marrone, foto di Rosario Lucà

I suoi ricordi di Messina sono quelli di bimba, quelli più profondi e difficili da esternare. È nata a Messina e ha vissuto nella nostra città fino ai sei anni, prima che il lavoro dei genitori portasse la famiglia in Emilia Romagna, quel trasferimento, come spesso accade, l’ha fatta crescere in fretta: si è ritrovata a prendersi cura di sé e della sorella più piccola, imparando presto il valore della responsabilità.

È sempre stata un’alunna disciplinata, studiosa, con lo sguardo già proiettato verso il futuro. Lo studio è diventato il suo compagno, l’alleato silenzioso dell’adolescenza e della crescita. La passione per gli animali, che l’accompagna da sempre, l’ha condotta a Bologna, alla Facoltà di Veterinaria, dove si è laureata a pieni voti. Ma Miriam non si è fermata: ha proseguito con un Master in medicina interna, specializzandosi poi in gastroenterologia ed endoscopia. Da lì, un percorso in costante ascesa l’ha portata prima a Milano e poi a Monza, dove oggi coordina una delle strutture più importanti della zona.

Miriam Marrone, foto di Rosario Lucà

Eppure, dietro la sicurezza e il rigore, resta intatta una dolcezza profonda. Parlando con lei, ho sentito chiaramente che la sua carriera non ha cancellato il lato umano, né il calore della Sicilia che è stata la sua culla. Anche se il lavoro la tiene lontana da Messina ormai da quattro anni, i ricordi restano vivi, pulsanti.

Quando le ho chiesto di raccontarmi i suoi ricordi mi ha guardato e si è fermata. Ed è stato come se volesse fare sublimare i suoi ricordi, scaldandoli con le emozioni vere di chi ti sta concedendo di vedere il suo lato più intimo.

“I profumi e i colori della mia terra, l’odore del sale sul traghetto”

E’ così dopo un respiro profondo che sembrava le servisse per schiarirsi l’anima mi ha detto: “Ricordo tante sensazioni profumi e colori. L’odore del sale sul traghetto mentre ritornavamo in Sicilia, quel vento caldo e umido che sa di casa e Sicilia, quell odore di campagna un po’ bruciata quando fai una passeggiata nei campi, il profumo di pane caldo e panini al burro al mattino. Ricordo i natali in cui mangiavano castagne secche e facevamo tartine anni 90, i pranzi con lunghe tavolate”.

Miriam Marrone, foto di Rosario Lucà

E ancora: “Ricordo che cercavo di salvare e toccare tutti gli animali, gattini appena nati, cagnolini abbandonati, le farfalle bianche a pois, le lucertole e che papà mi sgridava perché cercavo di adottarli tutti”.

I suoi occhi si sono accesi, ero seduto a due metri da lei con la mia macchina fotografica in mano ma sentivo distintamente i battiti del suo cuore, ho smesso di scattare e siamo rimasti insieme in silenzio. In questi giorni Miriam sta affrontando una nuova impresa: la ristrutturazione della casa che ha appena comprato a Monza. Un progetto impegnativo ma pieno di entusiasmo, che racconta la sua voglia di costruire, di mettere radici anche lì, senza però dimenticare da dove è partita.

Oggi pianifica un ritorno nella sua città “appena potrà”, per riabbracciare gli zii e rivedere i luoghi del cuore. Perché, come sa bene chi è partito, la distanza non spegne mai del tutto la luce delle proprie radici.

Testo e fotografie di Rosario Lucà

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