La comunità ebraica messinese fra intolleranza e integrazione

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Redazione

La comunità ebraica messinese fra intolleranza e integrazione

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sabato 05 Luglio 2008 - 08:10

Come vive la cattolicissima Messina la presenza della comunità ebraica all’interno delle proprie mura? Solo recentemente è stato concesso loro di potersi trasferirsi all’interno della città. Si tratta di 180 famiglie israelite raccolte nel quartiere compreso tra il Duomo e il torrente Portalegni, vicino alla via Giudecca (via Cardines), integrata all’interno della cinta muraria.

Molti interrogativi ruotano intorno alla natura della loro religione, per certi versi molto simile al cristianesimo, ma nel contempo così distante.

Basti pensare al perenne stato di attesa nel quale si trova il popolo giudeo, non avendo accettato e riconosciuta la figura di Cristo, quale messaggero e figlio di Dio. Diverse sono le usanze per noi incomprensibili e fonte di pregiudizio, come il divieto di pronunciare il nome di Dio o i numerosi e per noi inspiegabili divieti alimentari. Non ultimo l’impossibilità di contrarre matrimonio con individui che non siano di origine ebrea.

Cosa pensa la città di questa comunità in perenne vagabondaggio dal giorno in cui Abramo ricevette i comandamenti? Cosa pensa di un popolo sottoposto alle più dure persecuzioni, costretto a fare del mondo la propria casa e del commercio l’attività principale, in quanto più compatibile con il tipo di vita? Parte di questa comunità, ritroviamo oggi a Messina, città che per molti aspetti sembra ancora non riconoscere i suoi figli, e che appare sorda a questi interrogativi.

Fin da quando i primi ebrei hanno messo piede a Messina, nel lontano 530 d. C., hanno incontrato innumerevoli difficoltà, nell’instancabile tentativo di riuscire a trovare spazio in una città chiusa dalle elitè patrizie e governata da una spietata concorrenza. Le occasioni certamente non mancano e molti giudei sono riusciti a farsi strada. Purtroppo il numero di coloro che sono riusciti ad elevarsi socialmente ed economicamente, rimane bassissimo, come del resto testimoniano le ultime statistiche.

Come comunità emarginata, non è stato facile riuscire ad avvicinarne i componenti, restii e diffidenti a rispondere alle nostre domande. L’incontro, del tutto casuale, con Giovannuccio de Bartholomeo, armatore e proprietario di una nave, ci ha permesso di soddisfare alcune curiosità.

Uno degli interrogativi al quale ci premeva dare una risposta, quale fosse il livello di partecipazione alle attività economiche della città e lo status della comunità giudea, è stato soddisfatto. Il commerciante messinese, alla ricerca di nuovi clienti, ha rivelato, infatti, di aver trovato nuovi finanziatori, tutti appartenenti alla comunità giudea.

La nuova cordata di imprenditori, Giacomo de Ragusia, Vita de Malta, Nixi Bracha, Gallufo Rabi, Nisi Brascha, Giuseppe Actono e vita Brascha, ha versato nelle tasche dell’armatore messinese discrete somme di denaro. Non mancano però altri esempi a livello imprenditoriale, come la nascita nel 1417 di una società mista tra mercanti ebrei e cristiani, sul modello pocanzi citato, o di società rette esclusivamente da ebrei.

L’incredibile capacità di adattamento e la poliedricità dei suoi componenti, ha fatto sì che molti giudei siano riusciti ad eccellere in altri campi. La fama raggiunta da Vitali Aurifici e da Mosè Bonaviglia nelle arti mediche, ha ormai varcato lo stretto, arrivando perfino a corte. Le condizioni della comunità ebraica, malgrado le condizioni avverse, sono, quindi, notevolmente migliorate tanto da far loro ottenere la benevolenza dei ceti dirigenti cittadini.

In quest’ottica si legge, infatti, il privilegio concesso, qualche anno fa, nel 1410, con il quale i trafficanti ebrei sono stati finalmente equiparati ai commercianti cristiani.

Quella che possiamo ammirare, oggi è una comunità, un popolo, che nonostante l’enorme e irragionevole discriminazione della quale è stata oggetto, contribuisce alla ricchezza e al buon nome di una città, che tutti noi ci auguriamo riesca con il tempo a mostrare riconoscenza, tolleranza e uguaglianza per tutti i suoi figli!

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