Vaglio preliminare dopo l'inchiesta-dossier sui 20 anni di gestione e l'inquinamento dell'area
Si aprirà il prossimo 11 ottobre il vaglio preliminare delle accuse della Procura di Messina mosse ai soggetti che negli anni, a vario titolo, si sono occupati della gestione della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Il focus è sul disastro ambientale nel sito ma anche in tutta l’area intorno. La Procura di Messina alla fine degli accertamenti relativi all’ampio arco di tempo che va dal 2003 al 2023.
Tutti i nomi
Quel giorno dovranno comparire davanti al Giudice Salvatore Pogliese: Sonia Alfano, Giuseppe Antonioli, Pierluigi Biffo, Maurizio Bonasera, Roberto Campagna, Francesco Cannone, Salvatore Cocina, Maurizio Costa, Antonio Crisafulli, Francesco Cucinotta, Antonia De Domenico, Calogero Foti, Sebastiano Giambò, Dario Grussu, Francesco Lo Cascio, Carmelo Navarra, Carmelo Pietrafitta, Alfio Raineri e Roberto Ravidà. Le accuse sono contestate anche alla società Tirrenoambiente, affidata all’avvocato Angelo Vitarelli, curatore fallimentare. Rispetto al quadro iniziale degli indagati, 22 complessivamente, la Procura ha concluso chiedendo che il processo venga celebrato per 19 persone e la società.
Parti offese individuate sono il comune di Mazzarrà, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Sanità, la Regione siciliana, Legambiente e Wwf Italia.
L’indagine dossier su 20 anni di inquinamento
In sostanza la Procura di Messina ha raccolto in questa “indagine-dossier” tutti gli sviluppi della gestione della discarica di Mazzarrà e gli anni successivi al sequestro chiave del 2014, mettendo insieme come in un puzzle tutte le fasi principali della vicenda e i risultati delle analisi dei vari enti, dall’Arpa ai Carabinieri del Nas, effettuati a più riprese. La conclusione è, secondo la Procura, che nel disastro ambientale che la discarica rappresenta oggi, e della mancata bonifica del sito, c’è la “colpa” un pò di tutti quelli che se ne sono occupati, a vario titolo e sotto diversi profili.
L’emergenza eterna
Il dossier Mazzarrà è in questi mesi anche sul tavolo della Commissione parlamentare sulle ecomafie, che ha effettuato un sopralluogo qualche settimana fa, della Commissione europea dopo l’interrogazione di Giuseppe Antoci, dopo lo spaventoso incendio dello scorso 25 giugno.
