Nel cuore dei Monti Peloritani, a ridosso della città di Messina, si estende il bosco di Camaro, una delle più antiche e significative formazioni boschive della zona, con i suoi circa 100 ettari di superficie.
Nato alla fine del XIX secolo come risposta alle devastanti alluvioni che colpivano il territorio, questo bosco rappresenta un esempio straordinario di ingegneria naturalistica, un intervento che ha saputo coniugare la tutela ambientale con la sicurezza idrogeologica della città.
La sua importanza non risiede solo nella bellezza naturalistica, ma nel ruolo cruciale che ha svolto e continua a svolgere nel proteggere il centro urbano di Messina dai pericoli legati al dissesto dei pendii peloritani.

Le origini: una risposta alle continue alluvioni
Messina, incastonata tra il mare e i ripidi versanti dei Monti Peloritani, è da secoli vulnerabile a eventi alluvionali catastrofici. Nel corso del XIX secolo, disboscamenti selvaggi e un uso irrazionale del territorio avevano lasciato i pendii spogli, privi di vegetazione (soprattutto priva delle lussureggianti leccete che caratterizzavano il territorio) capace di trattenere il suolo.
Le piogge intense scorrevano rapidamente lungo i versanti nudi, trasformando torrenti come il Zaera in fiumare impetuose che riversavano acqua, fango e detriti nel cuore della città. Gli episodi del 1823, 1855 e 1863 sono solo alcuni esempi di come queste alluvioni abbiano causato morte e distruzione.
Fu proprio in seguito a queste tragedie che, nel 1874, il rimboschimento divenne obbligatorio per legge. Il bosco di Camaro nacque così, con l’obiettivo primario di stabilizzare i terreni e mitigare il rischio idrogeologico. Piantumazioni di pino domestico (Pinus pinea), castagno, roverella, leccio e altre essenze autoctone iniziarono a ricoprire i pendii, creando una barriera naturale che oggi è un polmone verde di inestimabile valore. Spesso messo in pericolo dalle mani criminali dei piromani.

Perché un bosco è essenziale sui Peloritani?
I Monti Peloritani sono caratterizzati da una geologia fragile, composta principalmente da rocce metamorfiche come scisti e gneiss, e da pendenze accentuate che favoriscono il ruscellamento rapido delle acque piovane. Senza vegetazione, questi terreni sono estremamente suscettibili a frane e smottamenti. Un’area boscata come quella di Camaro svolge diverse funzioni vitali:
Stabilizzazione del suolo: le radici degli alberi, in particolare di specie come il pino e il castagno, penetrano in profondità, ancorando il terreno e riducendo l’erosione. Questo è fondamentale su pendii ripidi, dove l’acqua scorrerebbe altrimenti senza ostacoli, trascinando con sé sedimenti verso valle.
Rallentamento del deflusso: la chioma degli alberi intercetta parte delle precipitazioni, mentre il sottobosco e il terreno ricco di materia organica assorbono l’acqua, rallentandone il flusso verso i torrenti. Questo effetto “spugna” è cruciale per evitare che il torrente Zaera si trasformi in una minaccia per il centro cittadino. Ciò ha ridotto sensibilmente le portate delle piene dello Zaera, torrente totalmente tombato, dove scorre il viale Europa.
Protezione contro le alluvioni: Riducendo la quantità e la velocità dell’acqua che raggiunge la città, il bosco attenua l’impatto delle piogge intense, prevenendo esondazioni e colate di fango che in passato hanno devastato quartieri come quello di Zaera, nella parte bassa del torrente.
Biodiversità e resilienza: la varietà di specie vegetali e animali che il bosco ospita contribuisce a creare un ecosistema resiliente, capace di rigenerarsi dopo eventi estremi (vedi gli incendi estivi) e di mantenere un equilibrio naturale sul lungo termine.

Un’eredità da preservare
Il bosco di Camaro non è solo un’opera del passato, ma la sua gestione punta a valorizzarne il ruolo ecologico e sociale. Gli interventi di manutenzione contro gli incendi estivi, la creazione di sentieri e aree attrezzate, e l’uso del bosco come aula didattica all’aperto per le scuole dimostrano come questa area possa essere un punto di incontro tra natura e cittadini. La vicinanza al giardino botanico dei Peloritani, ricco di essenze mediterranee, ne amplifica ulteriormente il valore.
Avere un’area boscata a ridosso di una città come Messina, su terreni difficili come quelli dei Peloritani, non è un lusso, ma una necessità. Il bosco di Camaro è la prova concreta che l’ingegneria naturalistica può trasformare una minaccia in una risorsa, proteggendo il territorio e offrendo al contempo un’oasi di pace e bellezza. Preservarlo significa non solo onorare un’eredità storica, ma garantire un futuro più sicuro e sostenibile per Messina e i suoi abitanti. Inoltre quello del bosco di Camaro è un esempio da seguire per altre realtà della città, oggi maggiormente vulnerabili al dissesto idrogeologico.
