Ex scuola Foscolo, il Comune di Messina al processo contro gli inquilini

Ex scuola Foscolo, il Comune di Messina al processo contro gli inquilini

Alessandra Serio

Ex scuola Foscolo, il Comune di Messina al processo contro gli inquilini

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martedì 09 Luglio 2019 - 10:21

Gli inquilini chiedono il ritiro della delibera di costituzione di parte civile del Comune contro di loro

Al processo intentato dai proprietari degli immobili contro gli inquilini della ex scuola Foscolo e della ex caserma Gesù e Maria in San Leone, una delle quali oggi ancora occupata, dopo gli sgomberi, grazie al contratto di comodato d’uso stipulato dalla giunta Accorinti, il Comune di Messina si è costituito parte civile.

Una situazione paradossale, per le famiglie che vi abitano: da un lato il Municipio gli ha concesso gli spazi, dall’altro si costituisce in giudizio contro di loro, in vista del risarcimento nel caso di condanna.

Il Comitato Inquilini, l’Unione Inquilini e il circolo Impastato del Prc parla di accanimento giudiziario e chiede l’immediata revoca della delibera del Comune che affida al legale l’incarico di costituirsi parte civile nei due procedimenti.

Ecco di seguito il comunicato integrale delle tre sigle, che ripercorre dettagliatamente la vicenda.

Nell’arco di un paio di giorni abbiamo assistito ad un vero e proprio accanimento penale nei confronti di circa 40 persone che versano in uno stato di forte precarietà abitativa. I procedimenti penali sono 2, e in entrambi, si intersecano le vite di tante famiglie messinesi. Ci tocca per chiarezza fare una ricostruzione storica per capire meglio gli eventi.

Il primo procedimento riguarda l’occupazione abitativa da parte di 11 famiglie messinesi (10 ottobre 2015) della Caserma dei Carabinieri in via Gesù e Maria in San Leone: edificio di proprietà privata della famiglia nobiliare Stagno D’Alcontres abbandonato da quasi 10 anni.

Il secondo processo riguarda lo sgombero disposto dal giudice il 22 gennaio 2016 con atto di sequestro preventivo dell’ex plesso scolastico Ugo Foscolo di Via Palermo oggi concesso in comodato d’uso alle famiglie con disagio abitativo.

L’unica colpa di queste 40 persone è stata quella di alzare la testa, denunciare spazi vuoti e chiusi da tempo in città e dare un tetto ai propri figli quando altrimenti l’alternativa immediata sarebbe stata la strada o invivibili sistemazioni di fortuna.

Ci spieghiamo meglio.

La famiglia Stagno D’Alcontres con un intento squisitamente punitivo, si è opposta alla richiesta dell’archiviazione da parte della Procura presso il Tribunale di Messina per gli indagati (adesso quasi tutti sono stati ricollocati nella ex Ugo Foscolo). Definiamo questa scelta processuale, senza mezzi termini, un accanimento di classe. Che giovamento può trarne una delle famiglie più ricche di Messina nel riaprire un processo contro i mal logés di questa città, contro coloro che con tante difficoltà cercano di trovare un alloggio? Sicuramente nessuno dal punto di vista economico, ma probabilmente desiderare pene più o meno esemplari per chi ha osato violare la sacra proprietà privata è un atto di prepotenza e arroganza padronale.

L’altro soggetto che incomprensibilmente infierisce sulla già fragile condizione socioeconomica di decine di messinesi, è il Comune di Messina con la sua avvocatura. Non riusciamo a comprendere la scelta di costituirsi parte civile nel processo dell’occupazione della ex Foscolo, quando lo stesso Comune con la precedente Giunta ha agevolato la sistemazione alloggiativa degli odierni imputati nei locali oggetto del processo. Riflettendo, risulta ancora più ambigua la posizione del Comune che intende chiedere un risarcimento alle stesse famiglie per le quali in questi giorni assessori, dirigenti e sindacati di categoria stanno studiando soluzioni amministrative per offrire loro un’abitazione idonea e dignitosa fuori dalla ex Ugo Foscolo.

Siamo alla schizofrenia politica: con la mano sinistra si avviano percorsi sociali per questi soggetti, con la mano destra si avviano procedure risarcitorie e punitive. Ci chiediamo se gli assessori al ramo siano a conoscenza di questa ingiusta e controproducente scelta processuale o se ciò è dipeso invece dall’orientamento sanzionatore del Sindaco De Luca.

Chiediamo infine di ritirare subito la delibera della Giunta che conferisce l’incarico per la costituzione di parte civile.

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