Società

A Gazzi la festa del papà è in teatro. Quando l’arte cambia la vita e il carcere VIDEO

di Alessandra Serio, riprese e montaggio di Matteo Arrigo

MESSINA – Si allarga la famiglia del teatro il progetto di D’aRteventi che porta il teatro dentro la struttura carceraria di Gazzi ormai da anni. Anzi, quella che era una compagnia teatrale si è ormai trasformata nella “famiglia” del Piccolo Shakesperare. Per l’ultimo spettacolo, il San Giovanni decollato di Nino Martoglio, intorno ai detenuti protagonisti sul palco si è mossa quella che è ormai una vera e propria comunità composta anche dalle studentesse universitarie di “Liberi di essere liberi”, gli scout Agesci, gli studenti dell’Ernesto Basile.

Tanta emozione nei detenuti e negli attori in scena, che si sono esibiti davanti ai cari, ai loro figli in particolare, nel giorno della Festa del Papà. Il loro abbraccio, quando il sipario è calato, è stato il più prezioso degli applausi. Un grande impegno attoriale, il loro, favorito dalla regia dell’attore Lillo Sanfilippo, sul palco anche lui.

A spiegare il valore dell’iniziativa è Daniela Ursino, responsabile di D’Arteventi e curatrice del progetto insieme al registra Tindaro Granata. A sostenerlo, la Curia con monsignor Accolla e la Caritas che, come svela Ursino nell’intervista video, è protagonista di un altro importante progetto. Ma soprattutto la direzione della Casa Circondariale, la direttrice Angela Sciavicco e l’educatrice Letizia Vezzosi in prima linea, protagoniste di una gestione della struttura ormai riconosciuta da tutti i soggetti come esemplare, e il tribunale di Sorveglianza, presieduto da Francesca Arrigo, che si è sempre spesa, accanto la direttrice, per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti.

locandina teatro in carcere