"A Messina solo 5 asili comunali, dove sono finiti i fondi per l'infanzia?"

“A Messina solo 5 asili comunali, dove sono finiti i fondi per l’infanzia?”

Redazione

“A Messina solo 5 asili comunali, dove sono finiti i fondi per l’infanzia?”

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martedì 24 Ottobre 2023 - 20:35

La Cgil commenta il rapporto di "Save the Children" e invita il Comune ad accelerare sui progetti: "Perché non si spendono le somme previste dalla legge?"

MESSINA – “Il rapporto di Save the Children conferma una preoccupante dinamica di emarginazione ed esclusione sociale. Ed è grave non valorizzare risorse pubbliche preziose per il potenziamento dei servizi”. Così intervengono il segretario generale della Cgi Messina Pietro Patti e la segretaria confederale Stefania Radici, che insistono: “Sul sistema di educazione e istruzione per i più piccoli, Messina sconta un ritardo gravissimo e negli anni abbiamo assistito solo a promesse tradite che negano diritti ai bambini. Per i 4.701 bambini nella fascia 3-36 mesi presenti a Messina, avremmo bisogno di almeno 1.551 posti, ossia il 33% della domanda potenziale, in base all’obiettivo di servizio fissato dalle Legge 234/2021. Invece, abbiamo solo 5 asili nido comunali che coprono 128 posti: 21 posti a Camaro; 25 posti a Fondo Basile/Giostra; 48 posti a San Licandro; 25 posti all’asilo della Caserma Zuccarello; 9 posti all’asilo di Palazzo Zanca. E che si aggiungono ai 142 posti nel privato, arrivando a una percentuale di 5,74%”.

“Chiediamo al Comune di Messina – dichiarano Patti e Radici – che fine abbiano fatto i 900 mila euro a valere sul Pac (Piano d’azione e coesione) Infanzia 2017 per l’aumento dei posti coperti dagli asili di Camaro e San Licandro. E, ancora, i 500mila euro del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per la creazione di un asilo a Villaggio Matteotti (Annunziata) e di un altro a Santa Margherita. I 2 milioni a valere sul Masterplan per la costruzione di un asilo a Contrada Serri (Faro) e un altro a Santo/Bordonaro. Del Masterplan si hanno notizie solo dell’asilo in via Brasile, su cui a distanza di anni si sta iniziando a lavorare. Nessuna notizia invece degli asili previsti in Agenda urbana a villaggio Cep e Granatari. Chiediamo anche i motivi del ritardo rispetto all’asilo del rione Taormina, finanziato con 856 mila euro dal Pnrr. La legge 234/2021 aveva messo a disposizione del Comune di Messina 1.120.276 euro per aumentare il numero di posti disponibili negli asili comunali. Somme a quanto pare non spese. Ci chiediamo perché”.

Pietro Patti

Aggiunge il segretario generale della Cgil: “Il rapporto di Save the Children ci consegna un quadro preoccupante che però non può stupire chi conosce il territorio. Il fatto che i quartieri più densamente popolati dai giovani da 0-19 anni (II e III Circoscrizione, n.d.r.) siano anche quelli in cui si concentrano fattori di svantaggio, quali bassi livelli di istruzione e di occupazione, conferma l’incapacità e forse anche il disinteresse a invertire una dinamica di progressiva emarginazione ed esclusione sociale che ingabbia i giovani”.

Stefania Radici


“La povertà economica – osserva la segretaria confederale Radici – in una città in cui oltre la metà degli abitanti non percepisce più di 15.000 euro l’anno, si traduce in povertà educativa perché incide sui percorsi scolastici, determinando dispersione. E come si evince dai dati, chi ha bassi titoli di studio affronta maggiori difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro, finendo nelle maglie del nero, se non della disoccupazione o della inattività”.

Prosegue la sua riflessione Stefania Radici: “Messina ha una percentuale di neet (una persona che in un dato momento non studia, né lavora né riceve una formazione) nella fascia 15-34 che tocca il 40%. Giovani che scontano le conseguenze di un sistema che ne ha ignorato i bisogni sin dall’infanzia. Non ci sono solo ingenti risorse economiche destinate alla costruzione di asili nido ma anche ingenti risorse per sostenerne la gestione. Il fatto che non si utilizzino è molto grave e rivela il disinteresse verso il diritto dei bambini di essere dentro un circuito virtuoso di formazione ed educazione, capace di fornire stimoli e opportunità che spesso fuori da questo non avrebbero. E rivela anche il disinteresse a mettere le donne nella condizione di poter ricercare e mantenere un’occupazione, in un territorio già segnato da una scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dove fare figli e lavorare sono due alternative ed escludenti”.

“Così come rileva la miopia che impedisce di capire che il potenziamento dei servizi per i minori contribuirebbe anche a contrastare la dinamica demografica che vede Messina invecchiare sempre di più con una presenza di 200 anziani ogni 100 giovani. Non è possibile – sostengono Patti e Radici – disperdere risorse pubbliche preziose che potrebbero servire davvero a innescare un processo di sviluppo e inclusione sociale, colmando divari insostenibili tra aree geografiche del nostro Paese. Divari, che invece rischiano di aumentare se lo sciagurato progetto di autonomia differenziata dovesse concretizzarsi”.

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