Flash Mob contro la tendopoli. Gli attivisti: "Ogni istituzione è responsabile"

Flash Mob contro la tendopoli. Gli attivisti: “Ogni istituzione è responsabile”

Eleonora Corace

Flash Mob contro la tendopoli. Gli attivisti: “Ogni istituzione è responsabile”

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mercoledì 18 Dicembre 2013 - 22:39

Tende montate di fronte la Prefettura, il Municipio e a Piazza Cairoli. E' il flash mob promosso dai membri del Teatro Pinelli e dell'Arci Thomas Sankara contro il campo profughi istituito all'Annunziata. A manifestare anche diversi migranti. Intanto, il consigliere del V Quartiere Alessia Alessi, scrive una lettera al Rettore per chiedere nuovamente la revoca delle autorizzazzionni per l'uso del campo.

“No tendopoli. No centri di smistamento. No galere etniche: libertà per i migranti, protezione per i rifugiati”. I toni della manifestazione indetta dal Teatro Pinelli Occupato insieme al circolo Arci Thomas Sankara, con il supporto di un’ampia fetta di società civile, giorno 18 dicembre in occasione della giornata mondiale dedicata ai diritti dei migranti, sono duri e senza possibilità d’appello. Come le immagini delle disinfestazioni di massa trapelate qualche giorno fa dal centro di accoglienza di Lampedusa; come la notizia del suicidio di Mulue, il ragazzo eritreo che venerdì scorso si è suicidato nel CARA di Mineo. Il 18 dicembre del 1990 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie. Sono passati 23 anni dall'approvazione di questa convenzione e, purtroppo, la salvaguarda dei diritti delle e dei migranti, rifugiati e sfollati è ancora un traguardo da raggiungere. Un tema questo, mai come quest’anno sentito a Messina, con la recente apertura – l’8 ottobre scorso – di un centro di permanenza temporanea per migranti – giuridicamente non ancora definito – prima nel palazzetto sportivo PalaNebiolo e poi con la creazione di una tendopoli nel campo da baseball limitrofo.

E proprio per ribadire l’opposizione ad una simile modalità di accoglienza, soggetti del flash mob di mercoledì pomeriggio sono state proprio delle tende, montate prima di fronte la Prefettura, poi al Municipio e, infine, a Piazza Cairoli. Lungo il percorso le tende sono state trasportate a spalla dagli stessi migranti attualmente ospiti nel campo profughi dell’Annunziata, presenti alla manifestazione in una quarantina di unità. Tra loro, molti con le infradito al posto delle scarpe e alcuni con solo il pigiama. Ricordiamo che attualmente nella tendopoli sono presenti circa 170 migranti, nuovamente per la maggior parte di origine africana, soprattutto sub –sahariana. L’ultimo gruppo trasferito ha fatto registrare la presenza di ventidue donne, mentre si attende l’arrivo di altri sessantasei migranti nella giornata di domani. Ad aprire il corteo del 18 uno striscione dedicato al Prefetto che recitava: “Trotta leva le tende”.

A Messina, dopo il naufragio dello scorso 3 ottobre, è stato istituito uno di quei luoghi in cui la negazione della dignità umana è la regola”- dichiarao i membri del Pinelli –“ La tendopoli dell’Annunziata ha visto transitare persone di diverse nazionalità e condizione sociale, quasi tutti giovani e giovanissimi. Sono arrivati e continuano ad arrivare sperando in una vita diversa”. Gli attivisti, ricordando anche il business che ruota intorno alle politiche di accoglienza dei migranti – senza che i diretti interessati ne traggano, spesso, il minimo beneficio – nel criticare la situazione cittadina non fanno sconti a nessuno: “Ogni potere, ogni istituzione in questa città ha una fetta di responsabilità: dunque esigiamo risposte”.

E all’istituzione Universitaria in particolare si rivolge Alessia Alessi, Coordinatrice della V Commissione Consiliare "Organizzazione e gestione dei servizi sociali" della V Circoscrizione, che rinnova l’appello già espresso da 58 docenti al Rettore Navarra, circa le autorizzazioni rilasciate dall’Università alla Prefettura per l’utilizzo del Palazzetto sportivo e del campo: ““La prego di voler ritirare i permessi concessi. Questo luogo non è idoneo per vivere, vi sono trentadue tende una attaccata all'altra e soltanto tre servizi igienici chimici. Quando piove, di fatto questi migranti sono costretti a vivere nel fango e l'acqua arriva fin dentro le tende. Vi sono anche mamme con bambini molto piccoli che soffrono il freddo. Si pensi al diritto alla salute, al diritto all'istruzione, solo per citarne alcuni, diritti che di fatto in questo luogo vengono negati. C'è un "vuoto giuridico", quindi Le chiedo di colmare questo vuoto, rinnovandoLe l'invito a ritirare le autorizzazioni concesse alla Prefettura, per non essere correi, come Università, di queste violazioni”.

Tutto questo per fare in modo che chi arriva a Messina non venga portato al punto di dichiarare, come avviene a Mineo: “Si stava meglio in Libia”. (Eleonora Corace)

5 commenti

  1. Ma chi mantiene i ragazzi del Pinelli, sempre pronti a dimostrare contro tutto e tutti?

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  2. Il pinelli mah….. è un anarchico. Si nomina in continuazione come grande uomo dalle grandi gesta…

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  3. Domenico Gioffré 19 Dicembre 2013 13:09

    Ma allora perchè non se ne stanno in Libia??
    ma dico, li accogliamo giusto per fare organizzare ‘ste p***nate a questi del pinelli???
    le tende in quel campo e l’uso del palanebiolo per sistemare i migranti è sbagliato esclusivamente in quanto quelle strutture servono e sono della collettività… messinese!!!

    Ma quando li buttiamo fuori tutti??

    Oppure voi del pinelli e tutti quelli come loro ve li mettete
    in casa vostra e li mantenete a spese vostre.

    Ma pure i flash mob fate! ma va

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  4. Hombre de barro 19 Dicembre 2013 17:15

    Frank ma secondo te chi mantiene i figli di papà? Gli stessi che mantengono questi mantenuti dai cognomi altosonanti e che si vantano pure di attuare illegalmente ed in anarchia, ma grazie al largo consenso comunale stanno diventando una realtà spesso chiamata in causa: EVVIVA I CONCERTI SENZA SCONTRINI NE NORME DI SICUREZZA!

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  5. E protestano pure, che faccia tosta, a messina ancora abbiamo le baracche, non c’e’ lavoro, la citta’ disastrata oltre il limite dell’assurdo e questi cosa fanno protestano? Ma perche non ritornano a casa propria almeno liberiamo i semafori e gli angoli delle strade sindaco indossi la maglia free messina lascia stare il tibet e’ troppo lontano, guardi in casa sua e non in nepal!

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