Quattro opzioni per il bando della Prefettura: si decide il 30 Aprile. Clelia Marano: "Più attenzione per i minori"

Quattro opzioni per il bando della Prefettura: si decide il 30 Aprile. Clelia Marano: “Più attenzione per i minori”

Eleonora Corace

Quattro opzioni per il bando della Prefettura: si decide il 30 Aprile. Clelia Marano: “Più attenzione per i minori”

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mercoledì 23 Aprile 2014 - 22:13

Aperte in Prefettura le buste consegnate per il bando di gara per l'individuazione di una struttura per l'accoglienza migranti: le proposte sono quattro, ma la Prefettura ufficializzerà partecipanti e decisione il 30 Aprile. Intanto, l'associazione universitaria Migralab A. Sayad interviene sull'operazione Mare Nostrum.

Quattro buste per altrettante proposte. Questa volta il bando indetto dalla Prefettura di Messina per individuare una struttura idonea per l’accoglienza ai migranti, da utilizzare in alternativa al PalaNebiolo, non è andato deserto come quello precedente. Le strutture proposte sono situate tre in provincia ed una a Messina. Per l’ufficializzazione delle offerte e dei risultati, però, si dovrà aspettare il 30 Aprile. Nel frattempo, infatti, la Prefettura di Messina provvederà a farsi recapitare ulteriori documenti necessari ai fini della decisione finale. Quest’ultimo bando è stato emesso l’11 Aprile con scadenza di consegna delle richieste di partecipazione il 18 Aprile, in seguito alla riapertura del Palazzetto sprotivo al PalaNebiolo dopo lo sbarco di 361 profughi nella nostra città.

Di quei 361 migranti, oltre 117 sono scappati, la maggior parte in meno di 24 ore. Lo stesso è avvenuto in occasione del trasferimento di 111 rifugiati eritrei al PalaNebiolo: scappati dal primo all’ultimo. Otto di loro sono stati fermati ieri mentre percorrevano a piedi l’autostrada in direzione Catania. Cinque sono risultati minorenni. L’esperto e mediatrice del Comune Clelia Marano commenta il fenomeno delle fughe, soprattutto per quanto riguarda la particolare categoria dei minori non accompagnati: “Fin dal momento in cui sbarcano, si devono attuare procedure diverse con i minori. Non devono passare dalle tende o dai centri di prima accoglienza. Io credo che le persone che in questi giorni fuggono a centinaia da un sistema disumano facciano bene a scappare, ma per i minori e le donne il discorso è diverso, perché sono categorie protette che rischiano di finire in mano alla criminalità organizzata, per la tratta di sesso e di organi”.

Sul fenomeno delle fughe e sul dramma della prima accoglienza interviene anche Antonio Mazzeo, giornalista candidato alle elezioni europee nella lista l’Altra Europa con Tsipras: “Io sto con le nostre sorelle e i nostri fratelli venuti da Sud. Sto con le loro fughe, per le loro fughe. Perché hanno il diritto a sottrarsi al controllo delle polizie europee, alle loro inutili burocrazie, ai famelici signori dell’accoglienza-business. E sto con i movimenti che dicono No alla militarizzazione del Mediterraneo, che si oppongono alle guerre ai migranti e alle migrazioni, che puntano l’indice contro l’Operazione Mare Nostrum. Dodici milioni di euro al mese sperperati per arricchire il complesso militare-industriale-finanziario transnazionale e violare norme costituzionali e giuridiche e diritti umani e di cittadinanza”.

Nel frattempo, anche l’associazione universitaria Migralab “A. Sayad” interviene sul dibattito che si è sviluppato in seguito alle dichiarazioni del leghista Salvini, sull’operazione Mare Nostrum e alle varie repliche di esponenti politici ed associazioni – tra i quali il deputato di Sinistra Ecologia e Libertà, Erasmo Palazzotto. “Dobbiamo imparare a leggere bene cosa c’è alla base di scelte politiche che fanno monitorare il mar Mediterraneo da navi militari e ciò dobbiamo farlo per capire gli effetti che hanno queste politiche sulle modalità con cui la frontiera viene attraversata. Dobbiamo ricordarci che questa operazione che adesso si chiama Mare Nostrum, fino a meno di un anno fa era svolta dall’agenzia Frontex, agenzia che negli ultimi anni aveva avuto in appalto il compito di presidiare la frontiera e lo ha fatto mettendo in atto una volta i salvataggi e un’altra volta i respingimenti. Oggi l’operazione Mare Nostrum sembra assumere più l’aspetto umanitario, ma sappiamo bene che sono operazioni militari, che hanno dei compiti precisi. Noi diciamo che in Mare Nostrum la logica militare e la logica umanitaria non sono altro che strutturalmente intrecciate”. La richiesta di Migralab, rivolta anche a tutte le associazioni e alla società civile, è di chiedere l’apertura di un corridoio umanitario, senza cedere a logiche “ambigue” che coniugano il controllo militare delle acque del Mediterraneo al soccorso: “ Bisogna chiedere e pretendere che cambi la governante europea della gestione dei flussi e anche se siamo consapevoli che le cose non possono cambiare da un giorno all’altro, lanciamo l’allarme su un tipo di operazione che va respinta perché vuole governare non solo il tipo di ingresso al superamento delle frontiere, ma tutto ciò che è connesso alla gestione dell’accoglienza”.

E.C.

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