Occhi puntati sul contratto di servizio tra Comune e Amam e sull’aumento delle tariffe

Occhi puntati sul contratto di servizio tra Comune e Amam e sull’aumento delle tariffe

Danila La Torre

Occhi puntati sul contratto di servizio tra Comune e Amam e sull’aumento delle tariffe

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giovedì 14 Febbraio 2013 - 17:12

Siamo andati a spulciare l’ “atto della discordia”: ecco cosa prevede. E,intanto,Vernaci di CittadinanzAttiva annuncia battaglia

Dopo l’approvazione del piano di riequilibrio pluriennale 2013- 2022, l’attenzione di Palazzo Zanca è tutta concentrata sul contratto di servizio tra il Comune e l’Amam. L’atto, che prevede il pagamento da parte dell’Azienda Acque di un corrispettivo annuo di 15 milioni di euro nei confronti dell’ente proprietario , era già arrivato in Consiglio comunale lunedì scorso, contestualmente alla manovra di risanamento (vedi correlato), ma è stato rispedito indietro perché privo del parere, obbligatorio, del Collegio dei revisori dei conti. I tre tecnici contabili stanno lavorando e nelle prossime ore emetteranno il proprio “responso”, consentendo così all’Aula di esprimersi e votare la proposta di delibera istruita dal dirigente alle Partecipate Antonino Cama e firmata, quale proponente, dal commissario straordinario Luigi Croce. In attesa che l’iter ammnistrativo previsto dalla normativa vigente giunga a compimento, siamo andati a spulciare l’ “atto della discordia”, che già tante polemiche ha sollevato per il fatto di prevedere l’aumento delle tariffe a carico degli utenti/cittadini, come dalle pagine di questo giornale avevamo anticipato settimane fa (vedi correlati).

L’articolo 7 del contratto di servizio sottoscritto il 25 gennaio scorso dal commissario Croce e dal legale rappresentante pro-tempore dell’Amam Alessandro Anastasi stabilisce che «le reti, gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali strumentali alla gestione del Servizio Idrico Integrato, qualora non siano già di proprietà dell’Amam spa, sono affidati in concessione ed uso esclusivo per tutta la durata del contratto». Lo stesso articolo precisa che «la ricognizione di detti beni verrà fatta in contraddittorio tra le parti e costituirà successivo allegato al presente contratto».

Se da un lato non si conosce ancora con esattezza quali siano i beni in concessione ed in uso all’Amam, dall’altro si sa già – perché scritto nero bianco sul contratto (art.9) che «l’importo che l’Amam dovrà versare annualmente, per i primi dieci anni al Comune… , sarà determinato pro quota sulla base dell’andamento delle tariffe che la società applicherà agli utenti e viene stabilito a partire dal corrente anno pari a 15 milioni, comprensivo di Iva se dovuta». Lo stesso articolo sancisce inoltre che «la determinazione dell’importo del canone è subordinata all’incremento delle tariffe che possono determinare per l’Amam un corrispondente incrementi dei servizi rispetto al valore medio di 25 milioni di euro annui, assunto come termine di riferimento. Attraverso l’incremento delle tariffe dovrà trovare copertura anche l’importo dell’Iva se dovuta».

Il precedente articolo viene ulteriormente integrato dal quanto previsto dall’art.14, in base al quale «…le parti convengono che a partire dal 1 gennaio 2013 le tariffe allo stato praticate vengano incrementate in considerazione del fatto che il canone di concessione ed uso dei beni deve essere integralmente coperto dall’aumento della tariffa».

Sui rapporti tra Amam e Comune e, nello specifico, sulle tariffe da applicare agli utenti , giocherà un ruolo fondamentale il Consiglio comunale, a cui spetterà il compito di dare il via libera o meno all’aumento delle bollette dell’acque e soprattutto in quale percentuale. In virtù sempre dell’art 14 , infatti, «il pagamento del canone nella misura come fissata e pretesa dal Comune, e come pura dell’Iva, sono espressamente subordinati all’approvazione da parte degli organi comunali dell’aumento della tariffa nella percentuale tale da consentire all’Amam l’integrale copertura dei canoni e dei costi di gestione». Chissà quale percorso deciderà alla fine di intraprendere il Civico Consesso, diviso tra l’esigenza di rispettare gli impegni presi attraverso l’approvazione del piano di riequilibrio, che ha nel contratto di servizio con l’Amam e in quei 15 milioni annui uno dei pilastri uno di quel documento, e la preoccupazione di dove adottare provvedimenti impopolari che toccheranno, ancora, le tasche -già vuote – dei messinesi. Solo qualche settimana fa il presidente dell’Azienda Acque Anastasi aveva annunciato la necessità di far lievitare le tariffe di almeno il 30% , ma negli ultimi giorni non si sono esclusi aumenti addirittura del 50%, che a fine anno potrebbero significare qualcosa come 200 euro in più all’anno.

L’unica forma di tutela prevista nei confronti dei cittadini dal Contratto di servizio è la Carta dei servizi, prevista dall’art.19 e nella quale sono assicurati «….gli obblighi specifici nei confronti dei soggetti e delle fasce svantaggiate…» .

Intanto, sulla vicenda interviene il neo presidente di Cittadinanzattiva , Salvatore Vernaci, secondo cui l’Amam nulla deve al Comune in virtù dello statuto dell’azienda, approvato con delibera consiliare n. 117 del 14.12.2004, che all’art. 3, comma 2° recita: “La SOCIETA’ E’ PROPRIETARIA DELLE RETI, IMPIANTI E DOTAZIONI PATRIMONIALI DELL’AZIENDA MERIDIONALE ACQUE”

«Si diffidano, pertanto, – si legge in un comunicato – il Presidente dell’AMAM, il Direttore Generale dell’AMAM, il Commissario Straordinario del Comune, il Dirigente delle Partecipate del Comune, il Consiglio Comunale ed il Collegio dei Revisori dei Conti, ciascuno per la parte di competenza, dal rivedere il contratto di servizio e, pertanto, di non gravare i Cittadini di alcun onere finanziario aggiuntivo, anche se indiretto, a mezzo delle bollette emesse per ottenere il pagamento del consumo acqua. Si avverte – continua ancora il documento – che, in caso di approvazione da parte del Consiglio Comunale, del contratto di servizio, così come riportato dalla Stampa, Cittadinanzattiva tutelerà, in tutte le sedi competenti, gli interessi dei Cittadini Messinesi, in ogni fase dell’iter che porterebbe a far gravare sugli utenti, nuovi maggiori oneri, per legge e per Statuto, non dovuti. Infine – conclude Vernaci – si invita – l’AMAM a restituire, anche con compensazioni esplicitate sulle bollette, quanto dovuto agli utenti in ottemperanza al parere del Consiglio di Stato n. 213 del 25 gennaio 2013, per somme pagate in più e non dovute, procedura, peraltro, già messa ìn atto da tutte le Società di gestione degli acquedotti comunali». (Danila La Torre)

2 commenti

  1. ART.COSTITUZIONE. Come si fa a non condividere le considerazioni di VERNACI, dopo il TESTO UNICO degli enti locali, a palazzo Zanca diventa carta straccia lo STATUTO di una società partecipata del Comune. La incapacità di amministrare una società di servizio pubblico, che provoca un’abnorme evasione e una difficoltà di riscossione, non può ricadere sui messinesi. Sottoscrivo l’esposto di Salvatore VERNACI.

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  2. ART.21 COSTITUZIONE. l’ACQUA è un bene sacro per la vita sul pianeta TERRA, bisogna custodirla, ma le bollette AMAN sono da buttare nell’immondizia non differenziata. Sono salate e diventeranno salatissime dopo la cura, cui Luigi CROCE è costretto dal disastro finanziario provocato dai politici e dirigenti di palazzo Zanca. Una mia cara conoscente, maestra elementare in pensione, è disperata, perchè la sua pensione, dopo 40 anni di durissimo mestiere, quello di aver educato figli problematici di delinquenti e figli viziati della borghesia ricca di Messina, è oramai ai livelli di POVERTA’ PERCEPITA, e non le consente di pagarle puntualmente. Questi xxxxxxxx amministratori di AMAM,( moderatore di TempoStretto c’è poco da censurare, perchè la xxxxxxxxxxx è ammessa nei documenti contabili) hanno permesso e permettono una evasione scandalosa, che colpisce oggi, questa povera percipita, maestra elementare. Ho studiato la bolletta AMAM, dove c’è caricato di tutto, fognatura, depurazione, quota fissa, consumi acqua,iva, alcune voci legate alle opere di urbanizzazione, cui i palazzinari nostrani hanno evaso alla grande. Questa maestra elementare, con l’artrosi reumatoide, beccata in tanti anni di insegnamento nelle scuole senza riscaldamento, andrà dopo 20 anni a votare, lo farà solo per il MOVIMENTO 5 STELLE. Questa cara maestra non c’è nel campione di Silvio BERLUSCONI, politico di mestiere Angelino ALFANO.

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