Salita Contino, sei mesi fa l’intesa col Piemonte ma l’iter non si è avviato

Salita Contino, sei mesi fa l’intesa col Piemonte ma l’iter non si è avviato

Salita Contino, sei mesi fa l’intesa col Piemonte ma l’iter non si è avviato

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sabato 07 Novembre 2015 - 09:42

Non si è ancora avviato l’iter individuato per giungere alla cessione della titolarità del muro e della relativa parte di terreno in capo al Comune di Messina. Sostituito il responsabile unico del procedimento

Sono trascorsi più di sei mesi dall’annuncio con cui l’assessore ai Lavori Pubblici, Sergio De Cola, con grande soddisfazione comunicava il raggiungimento dell’intesa con l’ospedale Piemonte per il progetto riguardante l’allargamento della via Salita Contino nel tratto a doppio senso a monte dell’incrocio con la via Brenta.

E’ previsto l’abbattimento di una parte dell’ormai “celebre” muro di cinta di proprietà della stessa Azienda Ospedaliera e l’elevazione di una palificata in posizione arretrata a sostegno della stabilità del fronte collinare.

Tuttavia, l’annuncio formulato non ha ancora prodotto alcun seguito concreto nei passaggi procedurali previsti in vista del compimento dell’atto indispensabile per la realizzazione dei lavori, stante nell’acquisizione da parte del Comune di Messina della titolarità del muro di cinta e della necessaria porzione di terreno retrostante.

L’impostazione voluta dall’ufficio legale dell’Azienda Ospedaliera prevede l’inquadramento del sostanziale accordo tra le parti nell’ambito di un procedimento di espropriazione per pubblica utilità, i cui passaggi sono disciplinati dal D.P.R. 327/01 e che dovrebbero risultare di fatto ridotti al minimo, visto che la convergente volontà delle parti dovrebbe trovare la sintesi in un atto di cessione volontaria.

Il consigliere della Partito Democratico alla Terza Circoscrizione, Santi Interdonato cerca di fare il punto della situazione alla luce dello scambio di corrispondenza intercorso tra il nuovo responsabile unico del procedimento, nonché progettista, l’ingegnere Nunzio Santoro ed il dirigente del Dipartimento Demanio Patrimonio ed Espropriazioni del Comune di Messina, anche per fornire le giuste informazioni alle sollecitazioni dei molti residenti di Messina Due e del Rione Carrubbara:

<<Di fatto abbiamo sciupato sei mesi: prima perché l’originario Rup, l’ingegnere Salvatore Bartolotta, ha rinunciato all’incarico, poi perché si è perso molto tempo nella designazione del sostituto, puntando alla fine sul progettista. Ora si spera che la costituzione del gruppo di lavoro per l’avvio del procedimento espropriativo, richiesta dall’ingegnere Santoro, si compia il prima possibile e si proceda in maniera spedita con il compimento degli atti previsti ai sensi della normativa vigente. Il pericolo è che la modalità di procedere imposta dall’Azienda Ospedaliera, porti all’ingarbugliamento di una situazione che sul piano delle volontà sembra aver trovato la quadra>>.

A tal proposito, il dirigente comunale del Dipartimento Demanio Patrimonio Espropriazione, nel rispondere alle sollecitazioni del Rup, ha designato le unità del costituendo gruppo di lavoro e, nel contempo, specifica che per l’avvio del procedimento occorrono il provvedimento di approvazione del progetto definitivo con l’indicazione degli estremi del vincolo preordinato all’esproprio ed il piano particellare di progetto.

Inoltre lo stesso dirigente rileva come sotto l’aspetto finanziario debba sussistere la disponibilità delle somme previste per l’indennità da offrire e/o depositare alla Cassa Depositi e Prestiti, gli oneri di registrazione, trascrizione e/o volturazione dei decreti di esproprio, nonché i frazionamenti per le aree interessate.

<<Abbiamo fiducia sulle capacità e sulla professionalità dei dipendenti comunali, un tecnico ed un amministrativo designati dall’ingegnere Castronovo, i quali siamo sicuri opereranno con efficienza. Tuttavia, appare necessaria una più intensa attenzione politica al procedimento, che spetta all’assessore De Cola ed è necessaria a monitorare l’efficace compimento di tutti gli atti al fine di evitare altre battute di arresto, che sarebbero imperdonabili al punto in cui ci troviamo>>.

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