Aumento 600 % canoni concessori lidi balneari. Fiba e Confesercenti ricorrono al Tar

Aumento 600 % canoni concessori lidi balneari. Fiba e Confesercenti ricorrono al Tar

Aumento 600 % canoni concessori lidi balneari. Fiba e Confesercenti ricorrono al Tar

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venerdì 24 Maggio 2013 - 07:56

Quattro concessionari su quattordici aderenti alla federazione delle imprese balneari hanno già comunicato che non apriranno i loro stabilimenti. Tariffe già pubblicizzate su un piano economico che prevede un canone sei volte inferiore

Le proteste sono arrivate da più parti. Dalla politica, dai settori del mondo produttivo e dei servizi e dalle associazioni di categoria. Non ultimo, il presidente nazionale di Federbalneari, Vincenzo Lardinelli, ha rivolto al Governo Regionale un accorato invito a a fare un passo indietro rispetto ad un provvedimento definito “ingiustificato ed ingiustificabile che finirà col mettere in ginocchio un’intera categoria imprenditoriale che, in una terra votata al turismo, dovrebbe essere sostenuta e non vessata”.

L’Assessore Regionale all’Ambiente e Territorio, Maria Lo Bello, però, ha ribadito la volontà del Governo Regionale di mantenere l’aumento del 600% del canone demaniale marittimo decretato pochi giorni fa con provvedimento a firma del Presidente della Regione.

La Federazione delle Imprese Balneari di Messina ha fatto presente all’assessore Lo Bello che, in seguito allo spropositato aumento del canone demaniale, quattro concessionari messinesi su quattordici aderenti alla Federazione hanno già comunicato che non apriranno i loro stabilimenti.

“L’aumento repentino del 600% di un qualunque tributo – afferma il coordinatore provinciale di Federbalneari, Santino Morabito – è espressione di uno Stato fiscalmente incivile. In particolare, un tale aumento del canone demaniale è in contrasto con la Legge 15 del 2005 che stabilisce nel 10% l’incremento massimo dei nuovi canoni rispetto agli attuali. Inoltre, è da considerarsi illegittimo in quanto, prevedendo il Decreto la retroattività a partire dal 1 gennaio 2013, va a toccare rapporti economici e giuridici in corso di validità , rendendo carta straccia il piano economico-finanziario di ciascuna impresa balneare”.

L’aumento, secondo Morabito, crea una diversa gamma di problemi. “Negli ultimi due anni – prosegue – la Fiba di Messina, costituendo un consorzio per gli acquisti e stipulando accordi per calmierare i prezzi, si è adoperata affinché, in un periodo di grave crisi economica, le tariffe non subissero aumenti e le famiglie messinesi potessero continuare a usufruire dei servizi balneari a costi ragionevoli. Ancora una volta, però, la Pubblica Amministrazione si pone ad ostacolo dello sviluppo imprenditoriale non comprendendo neanche che i tempi delle imprese non possono coincidere con i tempi infiniti della Regione Siciliana e che a maggio ogni stabilimento balneare ha già pubblicizzato le proprie tariffe e raccolto prenotazioni ed abbonamenti su un prezziario basato su un piano economico che prevede un canone sei volte inferiore”.

La Federazione delle Imprese Balneari di Messina ha formalmente invitato la Confesercenti regionale ad investire della questione il proprio ufficio legale al fine di impugnare il Decreto del Presidente della Regione presso il Tribunale Amministrativo Regionale.

9 commenti

  1. Bello questo governo siciliano..mi pari peggio di quello di prima….

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  2. Corrono voci che quest’anno a Mortelle non riaprirà il bar Santoro e la Pizzeria posta sulla Rotonda. Francamente non riesco a farmene una ragione : ottimo tutto il settore disponibile, gustose le pizze. Il locale, sempre pieno : nessun problema per ritirare la pizza prenotata per telefono.
    Ed ALLORA ??? CHI MI PUO’ DIRE UN MOTIVO VALIDO PER LA LORO CHIUSURA ?

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  3. bonanno giuseppe 24 Maggio 2013 10:56

    PRIMA DI RICORRERE perchè non andate a vedere lo “SCHIFO E LA VERGOGNA” dei Servizi essenziali WC SPORCHI , CABINE DA BARACCHE DEL TERZO MONDO, PULIZIE ZERO. LASCIANDO STARE ALTRI SERVIZI, SECONDO ME, FRUITORE DA PARECCHIO TEWMPO DEI LIDI MESSINESI, CHIARAMENTE PER SCRIVERE NEGLI ANNI NE HO CAMBIATI PARECCHI, il 60-70% dovrebbereo essere chiusi PER VERGOGNA.

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  4. puzza di bruciato 24 Maggio 2013 11:08

    Bisogna anche vedere quanto si pagava prima….

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  5. pare che per 1.000 mq di spiaggia prima si pagavano 2.000 euro a stagione e ora ne vengono chiesti 12.000…

    a dire il vero non mi sembrano molti… gli incassi di queste attività possono essere importanti.

    comunque nei lidi in cui sono stato non mi è mai (e dico mai) capitato di ricevere uno scontrino…

    dunque…

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  6. per bonanno giuseppe: sicuramente hai frequentato quelli sbagliati. ad ogni modo sappi che dal 78 ad oggi non è più possibile impiantare strutture come quelle di un tempo, e per avere una concessione si è sottoposti ad un casino di autorizzazioni e il vaglio dei materiali utilizzati. in più per quelli che sono “obbligati” a montare e smontare è ancora peggio, in quanto il materiale si deteriora e non sempre è possibile coprire tutte le perdite con le entrate. purtroppo non è tutto oro quello che luccica e c’è gente che ha solo quest’attività (se attività vogliamo chiamarla perchè è solo spaccamento di schiena). aggiungi che le nostre coste sono ormai ridotte agli sgoccioli a causa dell’incuria di politica e amministratori che si succedono di volta in volta riempiendosi la bocca solo e soltanto di belle parole. vuoi sapere quanto dura una pratica per cdm? per legge max 200giorni, invece ci sono pratiche per le quali passano anni mentre altre vengono rilasciate in tempi record… tanti turisti vengono da noi per il nostro mare e per i nostri prezzi, che nel resto d’italia invece sono più che quintuplicati. con il 600% di aumento cosa credi che succederebbe? chi chiuderà, chi depositerà la concessione, chi se ne fregherà delle regole per incassare a più non posso (con rischi e pericoli annessi), chi risparmierà sul personale, chi praticherà prezzi aumentati al max. e tu credi che con questa crisi tutto questo gioverà a qualcuno? no. se il governo crocetta pensa di far soldi in questo modo si sbaglia, forse solo il primo anno incasserà qualcosa, dopodichè aumenterà la disoccupazione e diminuirà il gettito fiscale. se magari avessero introdotto degli scaglioni che so, in base ai mq di concessione, o in base al fatturato, allora magari l’avrei potuto capire. ma uno che ha una piccola porzione di spiaggia e paga mille euro di concessione quanto credi possa guadagnare? invece hanno fatto di tutta l’erba un fascio e chi s’è visto s’è visto. attenzione, non è che aumenta solo la disoccupazione perchè il lido chiude, guadagnano meno le industrie dei gelati, patatine, i fornai, i salumieri, i pastai, i manutentori, gli elettricisti, gli idraulici, i rappresentanti, ecc ecc ecc… tutto un bel mix di entrate minori che non faranno altro che far continuare ad aumentare questo periodo buio che stiamo vivendo.

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  7. per puzza di bruciato: circa 2 euro al mq. poi ci sono le aree coperte che pagano di più, le aree scoperte di meno, in più si paga anche per i mesi invernali di non utilizzo, ma nella media un due euro a metro quadro. poi è ovvio che uno stabilimento di mille mq non può mai riuscire a guadagnare come uno di diecimila mq con annesso hotel, ristorante, ecc… appunto per questo occorreva fare una minima distinzione. chi guadagna milioni di euro o centinaia di migliaia di euro in una stagione non viene intaccato minimamente da un aumento del canone da 5000 a 30mila euro ad esempio, ma uno che guadagna diecimila euro se da mille glielo porti a seimila cosa pensi che dovrà fare? il resto è conseguenza. altro che governo del cambiamento…

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  8. Ma scusate i lidi non compensano con la discoteca di notte con centinaia di ragazzi che si accalcano e consumano fiumi di bevande alcoliche e non, e questo non é guadagno ? E in tutto questo quanti scontrini vengono rilasciati ……

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  9. non tutti i lidi fanno da “discoteca” la sera e non tutti i lidi non emettono lo scontrino. magari se prima di metterla nel xxxx a tutti indiscriminatamente facessimo un po di distinzione, non sarebbe male….

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