Corona sull’inquinamento nel Milazzese: “Disinquinare e salvare il tessuto economico locale oltre che la salute dei cittadini”

Corona sull’inquinamento nel Milazzese: “Disinquinare e salvare il tessuto economico locale oltre che la salute dei cittadini”

Corona sull’inquinamento nel Milazzese: “Disinquinare e salvare il tessuto economico locale oltre che la salute dei cittadini”

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venerdì 05 Marzo 2010 - 00:52

Sull’argomento forte l’impegno anche del consigliere provinciale Branca, che chiede la revoca della delibera di cancellazione dell´Ufficio Speciale Aree ad Elavato Rischio di Crisi Ambientale di Milazzo

Il consigliere provinciale Massimiliano Branca torna a trattare l’argomento -Ambiente nella Valle del Mela-e con una lettera aperta spiega: “Il monitoraggio effettuato dalla Provincia si trova in una fase d’arresto a causa della mancanza dei finanziamenti regionali previsti; i dati prodotti dall’Arpa hanno fatto registrare delle punte di sforamento che non sono state ben valutate ed alle quali non si è posto rimedio; mancano infatti dei provvedimenti disciplinari ed un’opportuna regolarizzazione con sanzioni per coloro che non rispettano i limiti di emissioni consentite ed infine ad aggravare la situazione è arrivata la delibera del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che ha imposto la chiusura dal 1° settembre 2009 dell’Ufficio Speciale Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, il cui delicato ed importante compito era quello, con competenza specifica, di realizzare programmi e progetti di rilevante entità e complessità, di definire e realizzare l’aggiornamento periodico dei piani di risanamento, rilasciare pareri preventivi, su qualsiasi decisione di competenza della Regione e degli enti locali relativa a problematiche ambientali o comunque con implicazioni ambientali inerenti le aree a rischio (Milazzo-Valle del Mela, Priolo-Augusta e Gela), oltre a svolgere il ruolo di -coordinatore- di Agenda 21, la quale organizza i tavoli tecnici in materia ambientale, di cui si è avuta la conseguente ed inevitabile scomparsa-.

Alla luce di tutto questo e della persistente condizione ambientale allarmante del comprensori, Branca rivolge al Presidente Ricevuto la richiesta di intervenire sull’annoso argomento per ottenere l’auspicata revoca della delibera di cancellazione dell´Ufficio Speciale Aree ad Elavato Rischio di Crisi Ambientale di Milazzo e comunque per aver chiarezza sulla competenza dei controlli da effettuarsi, se della Provincia o dell’Arpa, ed ancora accertarsi sul tipo di controllo che oggi viene concretamente svolto.

Sull’inquinamento nel Milazzese è intervenuto anche il deputato regionale Roberto Corona, che ha depositato un’interrogazione parlamentare per chiedere la composizione di una Commissione di Inchiesta alla Regione. Oggetto, proprio l’area di elevato rischio di crisi ambientale del comprensorio di Milazzo. Obiettivo, accertare le responsabilità diretto o indirette delle parti in casa e la mancata bonifica degli strati inquinati, come invece previsto dai decreti del 2002 e del 2006. Gravi inadempienze, quindi, come sottolinea Corona nel suo atto ispettivo e ritardi “in quello che uno dei primari doveri della politica: cioè, dare ai cittadini e agli imprenditori garanzie per il presente e per futuro, magari così riavvicinando la gente alla politica stessa. Occorre creare i giusti presupposti perché ritorni la fiducia nelle istituzioni, attraverso la tutela del bene comune, vale a dire l’ambiente e la salute in primis, ma non dimenticando lo sviluppo economico”. Ecco, quindi, perché Roberto Corona invita anche a non fare di tutta l’erba un fascio: non coinvolgere nei provvedimenti quanti, privati o ditte, non siano responsabili dell’inquinamento dell’areale”.

Con l’interrogazione, che scende nello specifico territoriale nominando i comuni compresi nell’area: Condrò, Gualtieri, Sicaminò, Pace del Mela, San Filippo del Mela, San Pier Niceto, Santa Lucia del Mela, oltre allo stesso Milazzo, le zone cioè dichiarate a elevato rischio di crisi ambientale, Corona chiede dunque, a Presidente e assessorati competenti, l’avvio di una “indagine conoscitiva finalizzata all’accertamento delle modalità di gestione delle procedure fin qui adottate”, nonché di “conoscere come sia stato possibile l’accumulo di tali ritardi e inadempienze che, a voce alta, continuano a essere denunciati innanzitutto dai cittadini residenti, in apprensione per la salute dei propri figli”.

“Il danno per la zona – conclude Roberto Corona – oggi gravissimo, potrebbe in breve divenire irreparabile, coinvolgendo anche il tessuto economico locale e della amministrazione regionale: non individuando i responsabili fattivi, vale a dire quelle industri che realmente inquinano, la Regione siciliana sarà costretta a rimborsare le somme oggi necessarie per la bonifica del sito, per altro già dichiarato di interesse nazionale”.

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