Stretto immerso nella Nebbia, volo dirottato da Reggio a Malta

Stretto immerso nella Nebbia, volo dirottato da Reggio a Malta

Stretto immerso nella Nebbia, volo dirottato da Reggio a Malta

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giovedì 19 Novembre 2009 - 22:25

Problemi all'Aeroporto dello Stretto, ma dietro le finestre ci sono tanti occhi affascinati

Guardo fuori dalla finestra verso il solito lampione. E’ opaco, offuscato. Mi giro verso ovest: le luci di Messina e della Sicilia sembrano sparite, c’è il vuoto. E’ la nebbia.

Un’insolita nebbia: siamo nello Stretto di Messina, e qui tutto ci si aspetta meno che la nebbia. Reggio e Messina sono tra le città meno nebbiose d’Italia: qui c’è sempre vento, il tasso di umidità è mediamente basso soprattutto rispetto alla media delle località Italiane, e solitamente l’unico caso in cui si può verificare la nebbia è quello della lupa.

Il fenomeno della lupa è tipico di alcune località marittime dell’Italia e in modo particolare della Toscana settentrionale e dello Stretto di Messina. Si tratta di un fenomeno che si verifica in condizioni rare e particolari, ed è tremendamente localizzato in una piccola porzione di spazio. Tecnicamente si tratta di nebbia da evaporazione, determinata dallo scorrimento di masse d’aria fredde su una superficie marina molto più calda. In questo caso il vapore acqueo, per evaporazione appunto, entra nell’atmosfera e si satura condensandosi. Per questo motivo la lupa è tipica della stagione primaverile.

In questo momento invece sta accadendo l’esatto contrario: siamo alle prese con nebbia d’avvezione e cioè a un tipo di nebbia provocata dallo scorrimento di masse d’aria caldo/umide sopra a un terreno freddo.

Viviamo una fase meteorologica di anticiclone e da diversi giorni subiamo l’impulso di masse d’aria caldo/umide provenienti da sud/ovest: le temperature sono infatti aumentate di pari passo al tasso di umidità.

I bassi strati dell’atmosfera, però, si erano ormai rinfrescati dopo il tanto freddo intenso delle scorse settimane: così si spiega la presenza della nebbia in queste ore sullo Stretto.

Addirittura è stato dirottato il volo dell’Air Malta KM615 partito da Fiumicino poco dopo le 19:30. Sarebbe dovuto arrivare a Reggio, all’Aeroporto dello Stretto, alle 20:40 ma la nebbia ha impedito l’atterraggio e così l’aereo è stato dirottato addirittura a Malta dove adesso le numerose decine di passeggeri stanno trascorrendo la notte all’Hotel Hilton e domattina ripartiranno alla volta di Reggio.

Non è l’unico caso: nelle ultime 48 ore moltissimi scali Italiani hanno avuto seri problemi, Bari in primis. Ma anche Firenze e Foggia hanno riscontrato disagi soprattutto negli arrivi.

La nebbia, infatti, sta interessando tutta la costa Adriatica e l’Italia centro/settentrionale da più di due giorni in modo estremamente costante e intenso.

Si tratta di uno tra i fenomeni meteorologici più fastidiosi e problematici soprattutto per la circolazione e i trasporti: sono stati diversi gli incidenti mortali provocati dalla nebbia sulle strade Italiane nelle ultime ore.

All’occhio fantasioso di un bambino, a maggior ragione di un bambino reggino o messinese che la nebbia non sa neanche cosa sia, può però apparire come un fenomeno strano e affascinante.

E’ la visione di un mondo ovattato che cancella tutto ciò che sta intorno al punto d’osservazione, che rende più elastici e modellabili i contorni delle cose.

E’ la magìa del cielo che si avvicina fino a farsi sfiorare con un dito.

E’ la voglia di volerla toccare, senza poi riuscirci.

E’ un lampione sfocato sotto casa in una tranquilla serata d’autunno.

E’ un elemento nuovo, diverso, che stacca dalla consueta routine quotidiana. E che costringe a fermarsi, a mettere da parte la frenesia. A riflettere, almeno per un attimo, sulle bellezze e sull’affascinante e infinita varietà della Natura.

A riflettere soprattutto, sul fatto che anche oggi, nel mondo delle nanotecnologie, nel 2009 dopo Cristo, sempre alla natura appartiene il predominio sulle cose.

Possiamo esserci sviluppati talmente tanto da costruire automobili, strade e autostrade. Ma se non vogliamo rischiare la pelle, dobbiamo sperare che la natura sia clemente.

Possiamo esserci sviluppati talmente tanto da volare sù, in alto nel cielo. Ma decide la natura se, dove e quando possiamo andare.

In fondo, ma neanche tanto in fondo, le nostre forze sono bazzecole rispetto a quelle molto più grandi che dominano il mondo che ci circonda.

Un mondo che merita più rispetto e più attenzione.

Ecco, sì: attenzione.

Basterebbe quella. Fermarsi per un attimo a riflettere su quel lampione sfocato, ovattato da un’insolita nebbia serale.

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