La Corte dei Conti torna a “bussare” al Comune: pollice verso sul consuntivo 2011

La Corte dei Conti torna a “bussare” al Comune: pollice verso sul consuntivo 2011

Danila La Torre

La Corte dei Conti torna a “bussare” al Comune: pollice verso sul consuntivo 2011

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venerdì 29 Marzo 2013 - 17:15

Nei giorni scorsi , l’organo di controllo ha recapitato al Comune una lettera in cui elenca una serie di anomalie riscontrate nel documento contabile. I punti critici segnalati dalla Corte dei Conti non fanno che ricalcare quanto già evidenziato dal Collegio dei revisori dei conti di Palazzo Zanca

La Corte dei Conti torna a “bussare” alle porte di Palazzo Zanca. E non per comunicare notizie positive. La magistratura contabile ha passato ai raggi X il bilancio consuntivo 2011 – per intenderci quello bocciato dal Consiglio comunale ed approvato successivamente dal commissario ad acta, il funzionario regionale Giuseppe Terranovariscontrando una serie di “anomalie”, che saranno esaminate in una seduta straordinaria appositamente convocata per prossimo il 4 Aprile.

Nei giorni scorsi , l’organo di controllo ha infatti recapitato al Comune una lettera in cui elenca una serie di gravi inadempienze e di presunte irregolarità commesse nella stesura del documento contabile. I punti critici segnalati dalla Corte dei Conti non fanno che ricalcare quanto già evidenziato dal Collegio dei revisori dei Conti di Palazzo Zanca nella relazione allegata al bilancio consuntivo 2011, nella quale il Comune era stato “declassato” ad ente strutturalmente deficitario, che in parole semplici significa ente ad un passo dal default.

In questa ennesima lettera inviata a Palazzo Zanca, la Corte dei Conti solleva obiezioni in merito: alle anticipazioni di cassa, che per il solo 2011 ammontano a 36 milioni di euro e hanno condotto ad un inevitabile indebitamento nei confronti dell'istituto bancario che gestiva il servizio di tesoreria; alla consistente mole di debiti fuori bilancio; ai crediti riportati in bilancio ma non più esigibili ; alle spese di rappresentanza sostenute dall’amministrazione Buzzanca, non tanto per l’entità delle somme impegnate, che si aggira intorno 70 mila euro, quanto per il fatto che non tutte le voci iscritte in bilancio rientrerebbero tra quelle rubricate dalla legge; allo sforamento del patto di stabilità per oltre 28 milioni di euro, 23 dei quali investiti per il completamento degli svincoli di Giostra; al ritardo con cui è stato approvato il bilancio previsionale 2012, votato dal Consiglio Comunale il 31 dicembre 2012; ai rapporti finanziari con le società partecipate, caratterizzati da costanti disallineamenti nei rispettivi bilanci

I magistrati hanno chiesto al Comune tutta la documentazione necessaria per approfondire la questione, che – come detto – sarà al centro della seduta straordinaria convocata dalla Corte dei Conti per il 4 Aprile. Il Comune, dunque, torna a tremare e a temere per il suo futuro, sempre più incerto. Il rischio dissesto non è per nulla scongiurato, la procedura per accedere al Fondo di rotazione, istituito dall’ ex decreto 174 va avanti, tra mille ostacoli. Entro il 7 Aprile, il Comune dovrà inviare i chiarimenti sollecitati dal Ministero in merito al piano decennale di riequilibrio (vedi correlato) , a cui sono legate le speranze di far arrivare a Messina i circa 50 milioni di euro stanziati dal Governo per Messina. Dall’approvazione del piano di riequilibrio dipende a anche l’erogazione del fondo messo a diposizione dalla Regione, che dovrebbe portare nella casse qualcosa come 33 milioni di euro, da restituire in cinque anni.

Per adesso, però, siamo solo nella fase delle ipotesi e delle frasi al condizionale . L’unica certezza è che il Comune è davvero messo male, anzi malissimo. (Danila La Torre)

3 commenti

  1. ART.21 COSTITUZIONE. TempoStretto, giornalisti e commentatori,in questi anni, hanno supplito i Consiglieri Comunali e sensibilizzato i messinesi ad occuparsi dei conti di palazzo Zanca, è la trasparenza e la divulgazione delle cifre,l’argine contro il mal governo del Comune di Messina. I numeri non mentono mai, anche quando sono errati. La lettura corretta dello schema di BILANCIO di PREVISIONE, ci permette, più delle relazioni contabili, di comprendere la destinazione del flusso di ENTRATE e delle SPESE, di avere per le ENTRATE, di un dato esercizio finanziario, le cifre dell’ultimo consuntivo approvato e gli accertamenti dell’anno precedente, aggiornati alla data di approvazione del bilancio di previsione, oltre gli stanziamenti di competenza per l’esercizio cui il preventivo si riferisce, e per ogni RISORSA, il suo numero di codice e la sua denominazione, quindi un quadro immediato e completo, alla portata di tutti, sono numeri parlanti. Il link seguente riassume sinteticamente come leggere lo schema del BILANCIO DI PREVISIONE.
    http://img832.imageshack.us/img832/4837/schemabilancio1.png
    Ho elaborato, inoltre, l’andamento di una RISORSA EXTRATRIBUTARIA del TITOLO 3, quella relativa al CONTRIBUTO PER IL RILASCIO DELLE CONCESSIONI EDILIZIE, le 671/08 e 671/02, dei bilanci di previsione dal 2008 al 2012, in ROSSO le cifre della colonna 3 dello schema di bilancio, in AZZURRO la colonna 4, noterete le forti differenze degli accertamenti esercizio in corso rispetto agli accertamenti desunti dal consuntivo dell’ultimo esercizio chiuso. Credo di aver pubblicato le cifre di questa RISORSA, di Comuni comparabili con il nostro, le nostre entrate sono notevolmente minori, sappiamo bene lo stato pietoso, cui è ridotta l’Area Urbanistica.
    http://img197.imageshack.us/img197/694/risorsa671.PNG
    Ci risentiremo martedì, BUONA PASQUA ai lettori e ai commentatori di TempoStretto, alla sua redazione, e permettemi un particolare saluto affettuoso al nostro SAYA, vi auguro salute e serenità, divertitevi il giorno di pasquetta.

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  2. E’ da anni, direi almeno dal 2006 che si discute e si scrive sui “conti del comune” e si commentano, anche, le deliberazioni della Corte dei Conti che da anno in anno diventano più esigenti nei chiarimenti richiesti, manifestando. nel contempo, preoccupazione sempre più crescente sullo stato di salute delle attività di natura finanziaria del nostro Comune. Nel 2006 scrissi che era urgente fare chiarezza sui conti del Comune che lo ritenevo in piena zona di “dissesto finanziario”, ma nessuno mi diede ascolto. Si disse, allora, che il sintomo che maggiormente allarmava era rappresentato dal ricorso costante alle “anticipazioni di tesoreria” che da strumento eccezionale è divenuto, nel tempo, costante tanto da essere ritenuto dalla stessa Corte dei Conti “strutturale”. Nella odierna richiesta della Corte dei Conti ci legge:” la Corte dei Conti solleva obiezioni in merito: alle anticipazioni di cassa, che per il solo 2011 ammontano a 36 milioni di euro e hanno condotto ad un inevitabile indebitamento nei confronti dell’istituto bancario che gestiva il servizio di tesoreria”. Come si rileva l’attenzione della Corte dei Conti sulle “anticipazioni di cassa” trova origine dal fatto che dette operazioni producono danni patrimoniali all’ente quantificati dagli interessi passivi che si è costretti a pagare in ordine all’ammontare delle anticipazioni concesse. Detto argomento ha formato oggetto di ampio dibattito a partire dal 2006 ed, al riguardo, riporto, integralmente, quanto pubblicato da “Tempo stretto onlone” il 13/02/2007; ” Dopo aver già replicato a quelle affermazioni, che non sono certo andate giù a Saja, chiarendo che dal ’96 al ’98 il Comune non aveva mai fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, e che nel 1999 il Comune di Messina deteneva una disponibilità liquida giacente presso la tesoreria comunale pari a lire 67.077.817.750, oggi l’ex ragioniere del Comune torna all’attacco, analizzando invece in una lettera aperta inviata al commissario i conti relativi al periodo 2002-2007. In questo periodo le anticipazioni di tesoreria, e dunque gli indebitamenti, sono passati da un minimo di 24 milioni di euro (2002) a un massimo di 42,8 milioni (2005). Poi nel 2006 risulta un debito di poco più di 7 milioni di euro, ma solo grazie all’escamotage dei Boc (ricordate quell’operazione definita dai maligni di “finanza creativa- targata Centorrino?), senza i quali il debito reale sarebbe stato di oltre 53 milioni” Sui dati sopra riportati non sono state mossi delle obbiezioni per cui sono da ritenere certi e veritieri. Ed allora la domanda che è lecito porsi e se ” è possibile quantificare il danno patrimoniale che il nostro Comune è stato costretto a sopportare e che tutt’oggi sopporta in ordine alle anticipazioni di cassa richieste ed utilizzate. Ed inoltre qualora gli organi competenti fossero intervenuti energicamente nel 2006, adottando i provvedimenti consequenziali, i danni non sarebbero stati enormemente ridotti? Niente di tutto questo, è migliore la politica del discutere e del temporeggiare dato che eventuali intervenienti potrebbero nuocere a chi li adotta anche se avessero recato benefici alla gestione dell’ente.

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  3. Io obietto soltanto una cosa: se è vero come è vero che vi sono almeno 200/milioni di debiti per contenzioso; oltre 78/milioni per debiti fuori bilancio censiti; circa 160/milioni per sola sorte capitale dovuta per operazioni di finanziamento come i Derivati e che le anticipazioni di cassa pari ad oltre 40/milioni sono ormai un debito strutturale… ci si rende conto che per interessi, rivalutazione e spese ogni giorno che passa la Città paga somme enormi che non può sostenere???!!! Il Commissario, mandato anche per fare chiarezza sui conti dell’Ente, sà di essere il primo a dovere assumersi la responsabilità dei danni erariali dovuti per eventuali ritardi decisionali? Io stimo che questa situazione costi un ulteriore deficit di non meno di 20/milioni di euro l’anno all’Amministrazione. Tale onere non è minimamente tenuto in considerazione nè nel bilancio di previsione annuale nè nel piano di rientro decennale che, tra l’altro, risulta insostenibile per la Città! Bisogna quindi o dichiarare d’urgenza il dissesto o chiedere NUOVE NORME di legge che consentano di BLOCCARE LE SPESE X INTTERESSI ED ACCESSORI anche sui debiti degli enti a struttura deficitaria. Infine è necessario un periodo di rientro dai debiti non costruito su dieci anni ma su trenta e l’accesso alla Cassa Dep. e Prestiti per i progetti di “verificata” qualità legati alla ristrutturazione “produttiva” delle partecipate! Questa è la mia ricetta! Auguri a tutti Luigi

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