L'opera della compianta Daniela Venuti chiude la rassegna curata da Roberto Zorn Bonaventura
Naso – Cala il sipario sul cartellone primaverile di Teatri di Naso domenica 8 giugno. in scena al teatro Vittorio Alfieri dalle 21.30 ci sarà “Antigone – Il sogno della farfalla”, prodotto da Officine Jonike Arti. Lo spettacolo, scritto dalla compianta scrittrice, regista e attrice messinese Donatella Venuti, è liberamente ispirato al romanzo “La tomba di Antigone” di Maria Zambrano. Gli interpreti sono Maria Milasi e Americo Melchionda, che firma anche la regia. La voce registrata è di Donatella Venuti. Scenografia di Virginia Melis e Gabriele Lazzaro.
Antigone
Antigone indossa un logorato abito da sposa, ingurgita compulsivamente le pillole che bloccano l’enzima PKMZeta della memoria: vuole dimenticare! Ma in un luogo non luogo tra vita e morte, le ombre dei personaggi della sua storia si sovrappongono nel suo cervello sotto forma di allucinazioni. Non le rimane che attraversarle quelle ombre, e forse, alla fine, riuscirà a raggiungere Polinice nella città dei fratelli, la città nuova: “… in cui non ci saranno né figli, né padri, non ci sarà sacrificio e l’amore non sarà più accerchiato dalla morte”.
L’opera di Maria Zambrano
“Tratto – si legge ancora dalle note di regia- da “La tomba di Antigone” (1967), sorprendente romanzofilosofico-poetico-teatrale della filosofa spagnola Maria Zambrano, in esilio per 45 anni durante la dittatura franchista, “Antigone – Il sogno della Farfalla” dà voce a tutte quelle donne – eroine/martiri – che lottano contro le Leggi Prevaricatrici generate dall’abuso del potere, dalla violenza della guerra e dall’annichilimento del concetto stesso di “Umanità”.
Le parole di Donatella Venuti
Donatella Venuti aveva scritto: “Antigone rappresenta l’aurora della coscienza. Perciò in lei, vita e morte convivono unite, nel gesto dell’andare oltre, nel trascendere il mondo terrestre e quello degli dei sotterranei. Antigone viene murata viva per continuare a vivere la propria morte insieme alla propria vita non vissuta, rivivendo così la tragedia della propria famiglia e della città di Tebe. “La tomba di Antigone” della Zambrano è la guida di questa drammaturgia, fa vivere la figlia di Edipo in un tempo supplementare e di un vita propria dentro e oltre la tragedia conosciuta”
“Teatri di Naso” riprenderà in autunno con altri sei spettacoli. La rassegna fortemente voluta dal Comune si avvale dell’organizzazione dell’associazione “Castello di Sancio Panza”, del sostegno di Latitudini, rete di drammaturgia siciliana, della collaborazione della Pro Loco Naso, della direzione tecnica di Stefano Barbagallo e della grafica di Riccardo Bonaventura.
