Il Cesv: "Pianificare la donazione del sangue è un bene per la comunità"

Il Cesv: “Pianificare la donazione del sangue è un bene per la comunità”

Il Cesv: “Pianificare la donazione del sangue è un bene per la comunità”

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lunedì 07 Maggio 2018 - 06:48

Per evitare le ormai storiche emergenze estive è bene pianificare anche attraverso una campagna informativa le attività.

"Affollare gli ospedali per donare sangue in occasione di una emergenza non solo non è d’aiuto, ma rischia addirittura di essere dannoso. Le normative impongono, giustamente, una serie precisa di controlli e passaggi. Prima di poter donare, bisogna essere stati dichiarati idonei. E anche il sangue donato dagli idonei deve essere ogni volta controllato. Questo significa che solo la programmazione delle donazioni e il costante ripristino delle scorte sono in grado di evitare gli sprechi, chiamiamoli così, e soprattutto di rappresentare un vero ed efficace gesto di solidarietà verso chi soffre”. Per Franco Previte dell’Avis di Messina il sottinteso è che, chiamando a partecipare la cittadinanza, si possono (“si devono”) evitare le ormai storiche emergenze estive.

Così la promozione, che si fa tutto l’anno, in alcuni periodi viene intensificata. “Dare testimonianza – sottolinea Carmelina Micalizzi della Fratres di Letojanni – è per tutti noi una parte fondamentale del nostro impegno. Sarebbe molto utile se le istituzioni portassero avanti una campagna di comunicazione con messaggi e spot adeguatamente incisivi, veritieri, che mostrino cosa accade quando c’è necessità di sangue e non se ne trova, che sensibilizzino la popolazione a donare. Sarebbe un modo di dare senso allo sforzo dei volontari. Il volontariato, nel campo della donazione di sangue, come d’altronde in tutti i settori, è un modo per essere al fianco di chi ha più bisogno, dando risposte concrete a questi bisogni. Anche perché il bisogno può colpire tutti. Noi volontari lo ricordiamo sempre. Comportiamoci, diciamo, come vorremmo che gli altri si comportassero se noi stessi avessimo bisogno”.

Ed è proprio questo l’appello del Cesv Messina, per voce del suo presidente Santi Mondello. “È opportuno sollevare le questioni che interrogano la nostra coscienza indipendentemente da casi contingenti, allarmi e circostanze speciali. Il ‘lavoro’ del Cesv è anche questo: far riflettere e animare la comunità del territorio affinché, giorno dopo giorno, il grande popolo del volontariato e il suo straordinario impegno quotidiano possano essere conosciuti e, soprattutto, possano crescere sempre di più”. Alla ‘vigilia’ dell’arrivo dell’estate “parlare in particolare di donazione di sangue è un dovere civico, istituzionale”.

L’obiettivo è appunto quello di arrivare all’estate con la giusta organizzazione e programmazione. La responsabilità è tanta, ma grande è anche la solidarietà: sono circa trenta associazioni di volontariato del Messinese che si occupano in tutto il territorio di promozione della cultura della donazione e di raccolta del sangue, attraverso l'azione costante svolta in sede, con le autoemoteche che raggiungono anche i centri più piccoli e le attività di sensibilizzazione dei più giovani realizzate soprattutto in collaborazione con le scuole.

“Mi ha appena telefonato un ragazzo che giusto ieri ha donato per la prima volta”, racconta Marco Rocca dell’Avis di Capo d’Orlando. “Mi ha dato il contatto di un suo amico, anche lui vuole diventare donatore. Il passaparola è una delle nostre vie di comunicazione. E funziona. Funziona molto anche l’attenzione dei mass media. E oggi anche l’attività sui social media, che si sono rivelati importantissimi per diffondere il messaggio tra le nuove generazioni. Far crescere la cultura della donazione di sangue è fondamentale, è alla base di tutto”.

E non c’è nulla di cui avere timore. Lo ricorda Maurizio Crisafulli dell’Avis di Santa Teresa di Riva. “Anch’io avevo la fobia degli aghi. Lo dico perché molti se ne vergognano, ed invece è umano e comprensibile. Ma è un timore che passa subito. Basti pensare che donare sangue non solo significa aiutare gli altri, significa anche aiutare se stessi. Essere donatore implica infatti essere costantemente monitorato. Una forma di medicina preventiva per se stessi, che in molti casi è stata alla base di diagnosi precoci e terapie efficaci”.

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