Emergenza randagismo, Grioli chiede l’intervento di Sindaco e Prefetto

L’emergenza randagismo finisce tra le tematiche di questa campagna elettorale per le regionali del 5 novembre. Ad accendere i riflettori su un problema forse troppo sottovalutato è Giuseppe Grioli, candidato alle Elezioni Regionali per la Lista “Claudio fava Presidente – Cento Passi per la Sicilia”. Grioli ha ricevuto diverse sollecitazioni da gruppi e associazioni animaliste che gli hanno evidenziato le problematiche legate all’emergenza randagismo che determina rischi per la salute dei cittadini e incidenti procurati dagli attraversamenti stradali determinati da un fenomeno ormai fuori controllo. La questione è in primo luogo determinata da un deficit prevenzione da parte degli enti preposti, innanzitutto l’insufficienza delle sterilizzazioni da parte dell’ASP che hanno causato una crescita esponenziale di cani e gatti randagi nel territorio comunale e provinciale.

“È fondamentale – dichiara Giuseppe Grioli- che Prefetto e Sindaco convochino con urgenza un tavolo tecnico per tentare di arginare questa emergenza e, qualora non fosse sufficiente, ricorrere ad ordinanze specifiche che obblighino l’ASP e l’ospedale veterinario dell’Università ad intraprendere immediatamente una campagna di sterilizzazione straordinaria per tentare di arginare la grave emergenza in corso, così come richiesto al Sindaco in una lettera del 12 settembre a firma di alcune associazioni animaliste”.

“Occorre –continua Grioli- riaprire il presidio sanitario dell’Asp di viale Giostra e quelli della provincia inopinatamente chiusi ed accentrati alla Facoltà di veterinaria, per ripristinare il numero sufficiente di sterilizzazioni e registrazioni in anagrafe ed avviare contestualmente un piano di investimenti per l’attuazione della Legge Regionale 15/2000 che prevede la costruzione di Rifugi sanitari per cani e gatti è totalmente inattuata considerato non sono stati finanziati né dal Comune né dalla Provincia, rispetto al fabbisogno di 1200 sono i posti cane”.

Per Grioli, che si è fatto portavoce delle realtà che sul territorio operano per i randagi, non è pensabile che a sopperire alle croniche carenze delle istituzioni provvedano centinaia di volontari e cittadini che badano autonomamente al sostentamento ed alle cure di questi poveri animali.