Applausi per "Benvenuti al Cavallino Bianco" al Teatro Mandanici

Applausi per “Benvenuti al Cavallino Bianco” al Teatro Mandanici

Pierluigi Siclari

Applausi per “Benvenuti al Cavallino Bianco” al Teatro Mandanici

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domenica 17 Marzo 2019 - 08:00

Era stato anticipato in sede di presentazione dello spettacolo proprio da Edoardo Guarnera, che di Benvenuti al Cavallino Bianco – ispirata ad una delle operette più note di sempre – è sia autore, insieme a Mariella Guarnera e Daphne Barillaro, che regista e interprete, che l’allestimento in questione deriva dall’amore per un’opera che richiede grande impegno vocale e scenico.

Tale amore si è manifestato con intensità sul palcoscenico del Teatro di Mandanici di Barcellona P.G., ed è stato riconosciuto e applaudito dagli spettatori.

Quando si apre il sipario siamo alla vigilia dell’apertura stagionale dell’Hotel Cavallino Bianco, e già questo segna un bivio, perché trovarsi di fronte a un’apertura, a un esordio, a una novità, svela se la nostra natura è impregnata di ottimismo o disfattismo.

La storia di Benvenuti al Cavallino Bianco, naturalmente, porta avanti equivoci legati agli affari di cuore e di denaro dei protagonisti, finché Leopoldo (Edoardo Guarnera), Fru Fru (Annalena Lombardi), Rudy (Vincenzo Pellicanò), Scugnizza (Mariella Guarnera), Sigismondo (Matteo Micheli), Claretta (Michela Pavese), Salomé (Giulia Romano) e Franz (Massimiliano Franchina) riusciranno a evitare i pericoli delle apparenze, perché, come si dice in scena: una rosa avrebbe lo stesso profumo anche se la si chiamasse con un altro nome.

A sorprendere sono state alcune esecuzioni musicali che hanno omaggiato i diretti discendenti dell’operetta, cioè il musical e il varietà. In mezzo a brani più vicini alla tradizione, infatti, ne sono stati eseguiti altri come Pigliate ‘na pastiglia, New York, New York e Maria da West Side Story.

La sorpresa finale, da ultimo, non solo propone un’ulteriore chiave di lettura delle scelte di scrittura e regia di Benvenuti al Cavallino Bianco, ma offre l’opportunità di riflettere a trecentosessanta gradi sulla magia del teatro.

L’operetta, si sa, è un genere di nicchia, e il pienone, che non c’è stato, probabilmente non era nemmeno atteso. Gli spettatori presenti, però, hanno partecipato attivamente applaudendo non solo al termine della rappresentazione ma anche durante, scandendo il ritmo di alcune esecuzioni.

Il coinvolgimento del pubblico è continuato letteralmente fino a dopo i saluti di Edoardo Guarnera, con l’intero cast che ha dato l’arrivederci agli spettatori intonando Reginella e Un bacio a mezzanotte.

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