Il ministro Alfano a Sant'Agata Militello: "La mafia ha perso la sfida"

Il ministro Alfano a Sant’Agata Militello: “La mafia ha perso la sfida”

Il ministro Alfano a Sant’Agata Militello: “La mafia ha perso la sfida”

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sabato 21 Maggio 2016 - 07:31

Ieri pomeriggio la visita alla sede del Parco dei Nebrodi dove si è svolto il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza in risposta all'agguato ai danni del presidente Antoci, e le decisioni adottate per il rafforzamento del controllo del territorio per affermare la presenza dello Stato con un potenziamento della dotazione di uomini nell'area

L'arrivo di Angelino Alfano, il ministro degli Interni reduce dall'incontro con i pari gradi europei di Bruxelles, a Sant'Agata Militello per presiedere presso la sede di rappresentanza del Parco dei Nebrodi la riunione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza, è una risposta dello Stato all'agguato di mercoledì notte a Giuseppe Antoci ed alla sua scorta, lodata per il coraggio e la prontezza degli uomini del commissario Daniele Manganaro che hanno sventato il tentativo della criminalità di rialzare la testa.

Non solo simbolico l'abbraccio che Alfano riserva al presidente Antoci dinnanzi al “Palazzo Gentile” al cospetto del presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, e di un cospicuo numero di persone tra esponenti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardie del Parco, ed una platea di rappresentanti politici locali, tra cui tanti sindaci nebroidei oltre ai parlamentari Mancuso (ex sindaco santagatese ed a lungo ex vicepresidente dell'Ente), Garofalo e D'Alia. Presenti anche i deputati regionali Germanà e Picciolo.

All'ingresso Alfano si sofferma con la stampa spiegando le ragioni della sua presenza: “Si è trattato di un ulteriore attacco allo Stato, ma questa volta hanno perso la sfido. Il coraggio di un uomo, il presidente Antoci che ha saputo sfidare la criminalità. Anche la solerzia, la capacità, l'efficienza delle Istituzioni dello Stato che hanno capito che era un soggetto in pericolo. Degli uomini, dei ragazzi delle scorte che hanno avuto l'abilità e la prontezza di intervenire hanno fatto si non solo che l'attentato non si verificasse, ma che tutto il mondo accendesse i riflettori su questo territorio e sulla sfida che il presidente Antoci sta combattendo. Una sfida che ci vede accanto a lui ed ancora oggi siamo a dire che lo Stato non fa mai un passo indietro, ma due avanti. Arriveranno qui 12 unità del reparto prevenzione crimine, tre già domani, e nove lunedì che è il giorno di Giovanni Falcone e quello arrivo non è casuale”.

La mafia – prosegue il ministroè disposta a tutto pur di non rinunciare ai soldi. La mafia è come un topo che scava nel formaggio. La dove ci sono i soldi prova ad infiltrarsi. Hanno perso questa sfida, ora la prossima è catturarli. Io sono qui per dare la spinta alle forze dell'ordine ed alla magistratura messinese, per catturare chi ha tentato di uccidere il presidente Antoci. Protocollo di legalità? Noi pensiamo che molto origini da lì, da quella squadra Stato che si è unita con quelle firme, con un'azione che la Regione che ha nominato Antoci sta compiendo. Da un'azione, non simbolicamente o metaforicamente, ma praticamente che ha fatto cambiare direzione ad una serie di cose da una direzione che prima erano gradite ed oggi gradita”.

Al termine dell'incontro, durato quasi due ore il Ministro Alfano ha tirato le somme ed espresso la linea d'intervento che sarà messa in campo per contrastare il fenomeno con un dispiegamento di uomini che saranno chiamati ad agire nel territorio nebroideo: “Dopo un'analisi approfondita della situazione, sono venuti fuori una serie di spunti sui quali le forze dell'ordine quanto la magistratura rappresentata dal Procuratore Aggiunto avranno modo di lavorare, con altre fonti di ragionamento come quello della macellazione da prendere in considerazione”.

La risposta dello Statoprosegue il responsabile del Viminaleadesso si rafforza e si rilancia con la presenza di 36 uomini divisi in 12 equipaggi, e l'arrivo anche di 12 uomini dei Cacciatori di Calabria dei Carabinieri abituati ad operare in aree rurali per un più efficace controllo del territorio. Se la Mafia, se chi ha sparato, pensava di spaventarci, pagherà conseguenze molto care, la reazione dello Stato non tarderà ad arrivare. Di fronte abbiamo un fenomeno molto più dilatato e grande di quanto rispetto a quanto fin valutato, non per carenze investigative, ma per una connessione tra fatti ed atti amministrativi orientata ad un business che non è per poveri. E chi spara lo fa per una ritorsione ad un grave danno economico subito che la legalità, l'azione del presidente Antoci. La reazione dello Stato sarà durissima come se avessimo di fronte degli assassini”.

(Giuseppe D'Amico)

4 commenti

  1. MA FAI IL SERIO CHE NON SIAMO A CARNEVALE, OGGI PORTERAI CENTINAIA DI MUSSULMANI A BRESCIA NELL’AEREOPORTO, POI CHE FARAI? GLI DARAI TUTTO CIO’ E DI PIU’ DI QUELLO CHE VOGLIONO? LO SAI CHE CI SONO BANDE DI CULI IN ARIA CHE SPADRONEGGIANO? PECCATO CHE TU NON PARLI.

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  2. MA FAI IL SERIO CHE NON SIAMO A CARNEVALE, OGGI PORTERAI CENTINAIA DI MUSSULMANI A BRESCIA NELL’AEREOPORTO, POI CHE FARAI? GLI DARAI TUTTO CIO’ E DI PIU’ DI QUELLO CHE VOGLIONO? LO SAI CHE CI SONO BANDE DI CULI IN ARIA CHE SPADRONEGGIANO? PECCATO CHE TU NON PARLI.

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  3. Non chiamiamolo mafia ,diciamo che 4 pecorai hanno tentato di uccidere questo signore.
    Ogni volta confondiamo un cane per il lupo ?
    Da come è stato descritto l’attentato non assomiglia, ad un attentato di mafia ma per pascoli abusivi.

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  4. Non chiamiamolo mafia ,diciamo che 4 pecorai hanno tentato di uccidere questo signore.
    Ogni volta confondiamo un cane per il lupo ?
    Da come è stato descritto l’attentato non assomiglia, ad un attentato di mafia ma per pascoli abusivi.

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