Saverio La Ruina conquista Pagliara con il suo commovente Dissonorata

Saverio La Ruina conquista Pagliara con il suo commovente Dissonorata

Saverio La Ruina conquista Pagliara con il suo commovente Dissonorata

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domenica 24 Luglio 2011 - 14:06

Un interprete maschile calato nei panni di una donna, protagonista per quasi due ore di un monologo ininterrotto

Sono serviti cinque minuti agli spettatori per fare l’orecchio al suo calabrese impastato di lucano. Poi la storia di Pasqualina ha rapito la platea, tutta in piedi ad applaudire Dissonorata, secondo appuntamento di Pubblico Incanto Artheatre Festival. Sul palco uno strepitoso Saverio La Ruina, fondatore della compagnia Scena Verticale di Castrovillari e direttore artistico, insieme a Dario De Luca, del celebre festival Primavera dei Teatri. Un interprete maschile calato nei panni di una donna, protagonista per quasi due ore di un monologo ininterrotto, capace di miscelare elementi intensi e tragici, surreali e grotteschi, talvolta persino comici. Sempre sul filo di un’amara ironia.

Pasqualina è una donna nata, cresciuta e vissuta nel cuore di una Calabria e di un Meridione dove le donne nascono, crescono e muoiono con l’incubo di non sposarsi, come le irrise “zitellone”. La sua potrebbe essere la storia di una madre, una nonna, una zia, di loro amiche e di amiche delle amiche, di tutto il parentado e di tutto il vicinato del sud, dell’Italia, del mondo. Pietrificata su una sedia, con la gamba sinistra a fare da metronomo del suo racconto ininterrotto, si concede solo piccoli gesti, movenze facciali, sguardi che arrivano dritti nelle vene e nel cuore del pubblico che ascolta incantato, quasi sotto ipnosi, scosso qua e là da qualche risata dal sapore agrodolce e dalle musiche eseguite dal vivo da Gianfranco De Franco. La paura di rimanere invischiata nelle consuetudini familiari che impongono che siano prima le sorelle maggiori a sposarsi innesca un ingranaggio di fatti fin troppo noti, che culminano con l’abbandono, nell’ordine, dell’amato, della famiglia, della società. Anche la vita ha provato a scaricare in corsa la “dissonorata”, ma lei ci si è aggrappata così forte da sopravvivere, anche se destinata per il resto dei suoi giorni “a contare le pietre della strada”.
Dissonorata, scritto, diretto e interpretato da Saverio La Ruina, è stato presentato a settembre 2006 in anteprima nazionale al festival Benevento Città Spettacolo e in prima nazionale al festival Bella Ciao, diretto da Ascanio Celestini. Già Premio UBU 2007 “Miglior attore” e “Migliore novità italiana”, “Segnalazione speciale” al Premio Ugo Betti per la drammaturgia 2008, lo spettacolo è stato finalista al Premio ETI – Gli Olimpici del Teatro 2007 “Migliore interprete di monologo”.

“Pubblico Incanto Artheatre Festival – sottolinea Dario De Luca, direttore artistico e fondatore della compagnia Scena Verticale – mi ricorda la prima edizione di Primavera dei Teatri per il bisogno di confrontarsi che anima i protagonisti e gli ospiti e il tentativo di trasformare un luogo periferico sulla cartina nazionale in un faro del teatro contemporaneo. Ma oltre a colonizzare le periferie, la drammaturgia contemporanea deve tornare con forza a riappropriarsi dei grandi edifici, perché l’establishment ha demandato il teatro contemporaneo a chi come noi se n’è fatto carico, senza fornirci la stessa disponibilità economica, come se il teatro contemporaneo possa stare solo nei posti off. La drammaturgia contemporanea è stata investita in questi anni da una rivoluzione copernicana ma soffre ancora il fatto di dover lavorare in spazi se va bene del secolo scorso. Serve un cambio di passo per raccogliere questa sfida. E non è una caso – conclude – che istituzioni illuminate come il Teatro Stabile di Torino abbiano già destinato al contemporaneo spazi più idonei”.

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