Gioveni: "L'aumento delle rette è inaccettabile, tanto vale optare per l'asilo privato"

Gioveni: “L’aumento delle rette è inaccettabile, tanto vale optare per l’asilo privato”

Giusy Briguglio

Gioveni: “L’aumento delle rette è inaccettabile, tanto vale optare per l’asilo privato”

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sabato 05 Gennaio 2013 - 09:56

L'aumento della retta al massimo consentito è difficile da digerire per i genitori che hanno affidato i propri figli all’asilo pubblico e che invece si potrebbero ritrovare a pagare una retta da asilo privato. Il consigliere della terza circoscrizione, Libero Gioveni, chiede a Croce di tornare sui suoi passi

L’aumento delle rette degli asili nido comunali al massimo consentito è una possibilità sempre più vicina. I dati del prospetto generale sul costo del servizio non sono affatto confortanti: una spesa di 535mila euro a fronte di una entrata di 30 mila euro. L’aumento appare come una scelta obbligata, ma difficile da digerire per i genitori che hanno affidato i propri figli all’asilo pubblico e che invece si potrebbero ritrovare a pagare una retta da asilo privato.

Il consigliere della terza circoscrizione, Libero Gioveni, che aveva già suonato il campanello d’allarme per questa situazione, dichiarando illegittimo l’aumento, ribadisce il concetto. “Quali e quanti genitori (anche con un discreto reddito) pagherebbero ben 258 euro al mese per mantenere i propri figli in un asilo nido comunale? Nessuno – tuona il rappresentante del terzo quartiere -. Tanto vale optare per un asilo nido privato dove la retta può essere paradossalmente inferiore a fronte per altro di un servizio di assistenza spesso anche più prolungato”. Per Gioveni l’aumento delle rette è il primo passo verso la caduta definitiva: “Si comincia dallo spopolamento degli asili nido, ci si ritrova con meno risorse fino a giungere al totale svuotamento dei plessi che diventerebbe preludio per l’inevitabile chiusura”.

Quella prospettata dal consigliere Udc è naturalmente solo la peggiore delle ipotesi. Sembra però che i primi problemi siano già sorti. Dal 2 gennaio 2013 infatti sarebbe dovuto avvenire l’inserimento di quei bambini per cui i genitori avevano fatto richiesta nel mese di ottobre. L’inserimento non è ancora avvenuto e sembra che l’impedimento sia proprio la retta: per Croce devono pagare la cifra piena. Secondo queste considerazioni, l’aumento è già in atto. Ma il consigliere centrista rincara la dose: “Non solo illegittimo, anche discriminatorio”. Infatti, per i bambini che sono in aula dall’inizio del servizio i genitori hanno pagato la “vecchia” retta e, pur volendo, chiedere un aumento non sarebbe legittimo. Gioveni chiede il dietro-front di Croce: “Davvero inaccettabile tutto questo – conclude – soprattutto soprattutto se si pensa che si è lavorato tanto fino agli ultimi minuti dell’anno 2012 per evitare il dissesto economico del Comune e il conseguente taglio anche di parecchi servizi sociali, compresi gli asili nido”. (Giusy Briguglio)

6 commenti

  1. Il sig.Gioveni ha idea di quanto costa una retta per un asilo nido.comunale al nord?Sicuramente No, quindi e’ meglio che stia zitto piuttosto che fare demagogia.

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  2. Salvatore Vernaci 5 Gennaio 2013 16:55

    Messina sta attraversando uno dei periodi più travagliati della sua storia e l’assurdo è che tutto sta avvenendo nella rassegnazione ed arrendevolezza dei Rappresentanti che abbiamo eletto e dei Cittadini, che sembrano impassibili ed impotenti e distratti, forse, dalla Politica Nazionale e locale.
    Messina, come riportato da notizie di Stampa, è Ente strutturalmente deficitario. Ai sensi dell’art. 242 del D.Lgs 267/2000, nei Comuni strutturalmente deficitarii, il costo complessivo di gestione dei servizi a domanda individuale deve essere coperto con proventi tariffari e con contributi finalizzati in misura non inferiore al 36%.- L’art. 5 della legge 498/92 dispone che, ai fini del calcolo del tasso di copertura dei servizi a domanda individuale, i costi di gestione degli asili nido, sempre nei Comuni strutturalmente deficitarii, devono essere computati al 50% del loro ammontare globale. L’articolo 1, comma 169, della legge 27dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) dispone che “Gli enti locali deliberano le tariffe e le aliquote relative ai tributi di loro competenza entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione. Dette deliberazioni, anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio, purché entro il termine innanzi indicato, hanno effetto dal 1° gennaio dell’anno di riferimento. In caso di mancata approvazione entro il suddetto termine, le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno. Nel nostro caso il termine di legge per approvare il bilancio di previsione 2012 era stato fissato al 31.10.2012.- Quindi al Comune non ci dovrebbe essere effetto retroattivo, né per le tariffe degli asilo nido, né per le altre tasse comunali. A prescindere di tutto ciò è opportuno che i Consiglieri Circoscrizionali, i Consiglieri Comunali ed il Commissario Straordinario rivedano e ridimensionano i costi di gestione degli asili nido.

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  3. liliana parisi 5 Gennaio 2013 18:46

    Nel discorso di Gioveni è presente un pregiudizio: che un asilo privato offra un sevizio migliore di quello pubblico; cosa che non è affatto vero e che è offensivo per chi opera negli asili pubblici, in genere dopo aver superato la selezione di un concorso

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  4. gent.mo Gioveni,
    le assicuro che le rette degli asili privati superano di gran lunga i 250 euro mensili, ma la cosa piu’ assurda è che lei sostenga che questa cifra per un asilo pubblico sia elevata… cio’ che dovrebbe suscitare la sua indignazione è il fatto che il comune di Messina incassi per questo servizio solo 30000,00 euro annui… basterebbe fare una piccola operazione matematica: se lei divide questa cifra per i mesi in cui viene rogato il servizio e poi per il numero dei piccoli utenti che ad oggi frequentano i nostri asili è come se ognuno di loro pagasse mensilmente…circa 30 euro…..!!!! ( ovviamente è un conto molto alla “femminina” in quanto non tutti gli utenti pagano e non tutti pagano il massimo…pero’ dà sicuramente l’idea dell’assurdità delle sue affermazioni…) PER FAVORE NON FACCIA DEMAGOGIA E POPULISMO…piuttosto si batta affinchè ad avere diritto ai posti in asilo nido siano i piccoli di genitori che lavorano perchè è assurdo il fatto che in graduatoria passino avanti gli indigenti e gli svantaggiati…che sicuramente hanno diritto ai servizi ma non in via prioritaria rispetto a coloro che dovendo lavorare, non avendo il sostegno delle istituzioni, sono costretti a pagare le rette negli asili privati!

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  5. Un nio amico, residente a Milano, ha un nipote di due anni. Per portarlo al nido COMUNALE i genitori pagano 550 euro al mese. In quelli privati, se va bene, si parla di 750 euro.
    Gioveni si informi e la smetta di dire sciocchezze.
    Se il comune di Messina è nella attuale situazione è colpa anche delle tariffe di comodo, nell’evasione contributiva tollerata, negli abusi edilizi (attici ottenuti stravolgendo autorizzazoni per costruzioni perte su di un lato, ad esempio).
    Giuseppe Vallèera

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  6. Ritengo che il consigliere Gioveni abbia scritto con cognizione di causa, perchè vive la realtà cittadina.
    Indiscutibilmente le rette degli asili del nord sono molto alte, di contro il servizio privato è nettamente più costoso per come è stato già scritto. La differenza purtroppo è che a Messina il tasso di disoccupazione è alle stelle, e cosa peggiore è rappresentata dalla situazione di molti asili privati in città.
    Senza voler sindacare quanta regolarità e legalità ci sia nella loro fondazione, visto che, la maggior parte di essi nascono come ludoteche ma per ovvi motivi di autorizzazioni, in pratica si presentano come servizi di asili nido (e non entriamo in merito al personale con rapporto di 1 educatrice a 20 bambini. Educatrice spesso non qualificata, o tirocinante, o sottopagata o non regolarizzata). Nel momento in cui un asilo comunale, con tutte le autorizzazioni ed i controlli, la professionalità, gli spazi adeguati per la destinazione d’uso e tutte le garanzie che ne derivano, propina una suddetta somma ed ha una concorrenza spietata da parte del servizio privato che offre si, rette inferiori, ma con un servizio non certo equivalente, è ovvio che il ragionamento del Sig. Gioveni non fa una grinza. E’ necessario invece che chi usufruisca del servizio pubblico paghi e si utilizzino controlli per verificare gli effettivi redditi e che sia data la priorità ai genitori lavoranti che necessitano REALMENTE di tale servizio.

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