Vocal Christmas, la magia dei SeiOttavi

Vocal Christmas, la magia dei SeiOttavi

giovanni francio

Vocal Christmas, la magia dei SeiOttavi

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mercoledì 20 Dicembre 2017 - 08:47

La voce umana supplisce alla mancanza degli strumenti musicali

Per coro a cappella, come si definisce il Gruppo Contemporary “SeiOttavi”, originariamente era inteso il canto gregoriano, eseguito da sole voci di monaci, senza l’ausilio dello strumento. Tale gruppo di cantanti, al quale si aggiungevano i chierici, formava la schola cantorum, che soleva esibirsi in una cappella laterale della chiesa, da qui il nome “a cappella”.

Oggi tuttavia per coro a cappella si intende qualsiasi coro che non utilizza strumenti musicali, e comprende tanto i corali di musica sacra, quanto il jazz, la musica popolare etc. Il complesso ascoltato domenica 17 dicembre al Palacultura, per la per la stagione musicale dell’Accademia Filarmonica, ha la peculiare caratteristica di mimare con la voce umana anche alcuni strumenti, come la tromba, le percussioni, la cornetta medievale, oltre che fare uso di speciali effetti sonori elettronici, con l’ausilio dell’ingegnere del suono Carlo Gargano. Variegato il programma presentato, spesso non corrispondente a quello di sala, che ha spaziato dal classico, ai canti natalizi (pochi per la verità, a dispetto del titolo del concerto “Vocal Christmas”, a musiche da film, agli anni '40 (Trio Primavera). Mentre la resa della musica classica, nell’ambito della quale il gruppo ha eseguito la quinta delle “Danze Ungheresi” di Johannes Brahms, l’”Aria sulla quarta corda” di Bach, il primo movimento dalla serenata “Eine Kleine Nachtmusik” di Mozart, non è apparsa del tutto convincente, assumendo l’esecuzione aspetti a volte caricaturali, ove l’imitazione degli strumenti è apparsa talora comica, molto più interessante (e divertente) è sembrata l’interpretazione di brani quali “Jingle bells”, “Palladio”, “Cinematic Medley” – quest’ultima un potpourri di numerosissime colonne sonore cinematografiche. Gli artisti palermitani – Germana Di Cara soprano; Alice Sparti mezzo soprano; Kristian Andrew Thomas Cipolla tenore; Ernesto Marciante tenore; Vincenzo Gannuscio baritono e Massimo Sigillò Massara basso – molto simpatici nell’alternare i brani a spiritose divagazioni con il pubblico, hanno sfoggiato la loro straordinaria abilità nell’imitazione degli strumenti musicali; in particolare è apparso molto efficace il “Pastime with good Company”, brano medievale attribuito a Enrico VIII, nel quale due cantanti hanno mimato alla perfezione il suono della cornetta inglese medievale.

I brani più applauditi sono stati quelli nei quali è intervenuto il Coro di voci bianche e giovanili “Note Colorate”, diretto da Giovanni Mundo, un coro ormai affermato nel panorama musicale cittadino, lodevole nella fattispecie in quanto ha eseguito i brani senza averli mai provati prima insieme al il gruppo “Seiottavi”. Il coro è intervenuto nel dolce “Can you Hear me” di B. Chilcott, e nell’ultimo brano eseguito, la trascinante “Vucciria”, il cui autore è uno dei componenti del gruppo: Massimo Sigillò Massara, una canzone descrittiva del famoso mercato palermitano, a ricordare la forte appartenenza del gruppo al capoluogo siciliano.

Giovanni Franciò

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