Il consiglio direttivo della Camera Civile “in soccorso” di avvocati e magistrati

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martedì 21 Febbraio 2012 - 09:16

Il presidente, l’avv. Antonio Gemelli, affiancherà l’Ordine forense e il i magistrati nei rispettivi ricorsi presentativ contro la delibera del Cdm sull’assegnazione dei Mot

Il Consiglio Direttivo della Camera Civile di Messina, convocato in via d’urgenza dal suo presidente avv. Antonio Gemelli, ha deliberato di intervenire ad adiuvandum nei due ricorsi promossi, in questo mese di febbraio davanti al TAR Roma, rispettivamente dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina e dai Magistrati del Tribunale di Messina, allo scopo di sostenerne le ragioni di merito. L’iniziativa fa coerentemente seguito all’invito, a suo tempo rivolto da questa Camera Civile al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, di impugnare la delibera del CSM con cui si era arbitrariamente ridotta, da 9 a 5, l’assegnazione dei magistrati ordinari in tirocinio (MOT) al Tribunale di Messina (16 dicembre 2011). L’incarico di rappresentare e difendere in giudizio la Camera Civile di Messina, in persona del suo presidente, è stato conferito all’avv. prof. Mario Caldarera, peraltro già membro laico del CSM. La Camera Civile di Messina, inoltre, comunica che aderirà alla manifestazione di protesta promossa dall’O.U.A. per mezzo dell’astensione dalle udienze previste per il 23 e 24 febbraio prossimi e per il 21, 22, 23, e 24 marzo 2012.

Un commento

  1. Se potessi decidere,trasferirei TUTTO il Tribunale di Messina a Torino,dove una efficace organizzazione del lavoro,ha ridotto drasticamente i tempi che portino a sentenza.Messina è città con il più alto numero di avvocati in proporzione al numero di abitanti,in dialetto usiamo dire “cchiù ‘ssai d’i cani ‘i Brasi”.La tradizione,su cui si fonda il nostro detto, calza a misura dei nostri avvocati.Pare che un vicerè spagnolo di stanza a Messina,che appunto si chiamava Blas(Biagio),fosse appassionato di caccia,e,volendosi dedicare alla sua passione,avesse scritto al fratello in Spagna,chiedendogli che gli mandasse due o tre buoni cani da punta.Sembra che quando arrivò la nave,che portava i cani per il vicerè,i latrati dei cani si sentissero già da Capo Faro.In realtà pare che Blas,che poi per i messinesi divenne Brasi,avesse scritto in numeri “2 o 3”, ma che il fratello abbia letto 203, mandandogli duecentotre segugi che facevano un baccano indicibile.E’ quello che succede al palazzo di giustizia di Messina,in cui siamo sommersi da un “forbito eloquio”,che non arriva quasi mai a sentenza.Un carissimo amico,ha una causa contro un avvocato,procedimento che ha festaggiato i DIECI ANNI,come la tela di Penelope.

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