Nulla di fatto per l'integrazione oraria dei precari comunali, si resta nel limbo

Nulla di fatto per l’integrazione oraria dei precari comunali, si resta nel limbo

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Nulla di fatto per l’integrazione oraria dei precari comunali, si resta nel limbo

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giovedì 06 Marzo 2014 - 19:22

Oggi pomeriggio doveva essere approvata in giunta la delibera per l'integrazione oraria dei circa 300 precari comunali. Ci sono però ancora alcuni dubbi da sciogliere dopo le osservazioni dei revisori dei conti. Duro commento della Fp Cgil, assemblea convocata da Cisl Fp e Uil Fpl.

Oggi doveva essere il giorno della tanto attesa e discussa delibera per l’integrazione oraria dei precari. Lo aveva promesso lo scorso lunedì il segretario generale Antonio Le Donne accanto all’assessore Nino Mantineo che era stato costretto a sospendere un atto che era già pronto da giorni per un’osservazione dei Revisori dei Conti. Osservazione che sembra essere diventatati la causa del limbo in cui sono finiti in questi giorni i circa 300 precari comunali, compresi quelli che fanno parte della Polizia municipale, che così resterebbero con 18 o 24 ore. Questi giorni dovevano servire per chiarire tutti i dubbi e sgomberare il campo dall’ipotesi di sforare il tetto di spesa previsto dalla legge, così però non è stato e la giornata di oggi si è praticamente chiusa con un nulla di fatto. La delibera non è stata neanche stata trattata in giunta, i revisori dei conti sono rimasti fermi sulla loro posizione, sostenendo cioè la necessità di verificare il rispetto dei parametri previsti dalla legge per il costo del personale con riferimento agli anni 2013-2014 per evitare di andare fuori budget come pare potrebbe accadere, i precari dovranno attendere almeno domani.

Durissima la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè che attacca proprio i revisori dei conti definendo “inaccettabile” la loro posizione. “Non hanno tenuto conto neanche della circolare emanata nei giorni scorsi dall’Assessorato regionale al Lavoro che con ulteriore circolare del 3 marzo al riguardo ha fornito ulteriori indicazioni che chiarisce:

-l limití previsti dall'articolo 9, comma 28, del decreto legge 3Ì maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni, possono essere derogati limitatamente alla proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato stipulati dalle regioni a statuto speciale, nonché dagli enti territoriali compresi nel territorio delle stesse, a valere sulle risorse finanziarie aggiuntive appositamente rindividuate dalle medesime regioni attraverso misure di revisione e razionalizzazione della spesa corrente dagli organi di controllo interno.

-Sono fatte salve le disposizioni previste dall'articolo 11, comma 2 -ter, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. Ì22, per consentire I'attuazione dei processi di stabilizzazione in ogni caso nel rispetto del patto di stabilità interno. A tal fine gli enti territoriali delle regioni a statuto speciale calcolano il complesso delle spese per il personale al netto dell'eventuale contributo erogato dalle regioni, attribuite nei limiti dei risparmi di spesa realizzati q seguito dell'adozione delle misure di razionalizzazione e revisione della spesa di cui al primo periodo”.

Dunque per la Fp Cgil non ci sarebbe alcun vincolo all’integrazione oraria per i precari di Palazzo Zanca. Domani ci sarà un nuovo vertice per trovare intanto una soluzione tampone in attesa di ulteriori verifiche e confronti. L’ipotesi è di attribuire l’integrazione oraria per un mese, una tregua che, secondo Clara Crocè, consentirebbe alle Organizzazione Sindacali d’intervenire presso la Regione e con gli stessi revisori dei conti. Per questo motivo la Fp Cgil ha chiesto alla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile di intervenire. “Il problema dei precari dev’essere affrontato da tutti. E’ necessario dare ristoro a 300 famiglie e nelle stesso tempo garantire i servizi all’utenza”.

Immediata anche la reazione di Cisl e Uil. I segretari delle Funzioni Pubbliche dei due sindacati, Calogero Emanuele e Pippo Calapai, hanno immediatamente indetto una nuova assemblea dei lavoratori per il prossimo lunedì. Se domani non arriverà una buona notizia anche la prossima settimana sarà incandescente per Palazzo Zanca.

F.St.

9 commenti

  1. Allora è vero che i primi a pagare SUNNU SEMPRI I STRAZZATI!!!! E infatti una domanda mi pongo e la pongo ad Accorinti e a tutta la sua giunta: I revisori dei conti Hanno sollevato la medesima cosa per il compenso spettante ad Antonio Le Donne quale Direttore Generale. Non risulta che tale compenso sia stato trattato dalla giunta. EVVERU CI SUNNU SEMPRI I FIGGHI E I FIGGHIASTRI!!!!!!

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  2. Ti faccio notare che STRAZZATI sono i veri disoccupati, quelli, cioè che non prendono soldi pubblici a titolo di stipendio.
    Questa gente è da 20 anni che mangia grazie ai nostri soldi, non avendone diritto alcuno.
    Come per la 285, gli ex art. 23 avrebbero dovuto rimanere in servizio 1 anno, per essere poi sostituiti da altri.
    Ai 285 ol giochetto è riuscito, agli art.23 no.
    Ci stanno provando in tutti i modi, ma, anche se i concorsi verranno banditi, e ne dubito fortemente, è da ritenere che i posti vacanti saranno coperti dalla mobilità, magari da coloro che sono dobùvuti emigrare a causa della vergogna dei precari, che hanno fregato loro il posto di lavoro.
    Invece loro sono a scaldare le sedie e a lucrare uno stipendio immeritato ed illegittomo, mentre i veri disoccupati, gli onesti, nel migliore dei casi il lavoro lo hanno trovato da emigrati.
    La CGIL, ancora una volta, dimostra la sua pochezza nel tutelare i lavoratori onesti.
    George

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  3. GEORGE Lei non capisce un emerito TUBO!!!!!!

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  4. Sono d’accordo con George che i veri STRAZZATI sono i disoccupati e non questo gruppetto di precari che mangia con i nostri soldi senza avere MAI espletato un concorso pubblico!
    Per quanto riguarda il personale della legge 285, devo dire, invece, che i concorsi si sono tenuti a Palermo. Questa è la differenza. Per quanto concerne il parere dei Revisori dei Conti, l’interpretazione è correttissima e va rispettata. Quindi, i precari che la smettessero una volta per tutte a piagnugolarsi sempre scendendo a bassi livelli. Dovrebbero solo ringraziare al giochetto politico a cui loro hanno aderito ed oggi fanno la voce grossa…

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  5. I precari… visto che DEVONO lavorare per 18 ore la settimana, non devono chiedere di poter lavorare solo per due giorni, ma almeno per tre giorni. Si evita di fare il rientro, per ottenere il BUONO PASTO (obiettivo essenziale)! Ed il pomeriggio, si sa, non si fa niente, anzi, si sonnecchia, si passeggia nei corridoi, si va al bar, si chiacchiera nelle stanze e Buona Notte. Sarebbe meglio articolare l’orario di lavoro o su tre giorni, o su quattro giorni svolgendo quattro ore lavorative per tre giorni ed una giornata lavorativa per sei ore, totalizzandone diciotto settimanali, con un vantaggio di averli più presenti e più utili nelle ore centrali della giornata lavorativa!!! Che ne pensa il Dott. Le Donne?

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  6. NECMOVA i revisori dei conti per Le Donne hanno detto la stessa cosa!!!

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  7. necmova ” a fatti quattru passi i mazzurca va”

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  8. george e necmova…state sereni intanto siamo qui…poi si vede. invece di sparare xxxxate “scaldano le sedie e quant altro” andate a vedere negli uffici se fanno o non fanno. ci sono uffici che nei giorni non coperti dall integrazione sono CHIUSI!!!! CON LA CHIAVE CHE MI PORTO A CASA IO LA PRIMA!!!

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  9. Altro che sparare cazzate è proprio vero! Gli uffici che restano chiusi… si riapriranno con i CONCORSI PUBBLICI e la chiave la puoi lasciare perchè l’ufficio non è casa tua.

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