Ha 18 anni, studia al Maurolico ed è lo scrittore più giovane d'Italia

Ha 18 anni, studia al Maurolico ed è lo scrittore più giovane d’Italia

Francesca Stornante

Ha 18 anni, studia al Maurolico ed è lo scrittore più giovane d’Italia

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martedì 20 Febbraio 2018 - 06:36

Si chiama Vittorio Lorenzo Tumeo il giovanissimo studente pieno di passioni e sogni che ha scritto un saggio che racconta l'attualità attraverso la tragedia greca. E' già alla sua quarta pubblicazione ma racconta: «Non sono un topo da biblioteca»

Ha 18 anni, frequenta l’ultimo anno del Liceo classico Maurolico, ama la lettura, la cultura in tutte le sue forme, ama la politica e lo sport, le uscite con gli amici. Vittorio Lorenzo Tumeo è un giovanissimo studente che si prepara alla maturità, quasi sicuramente continuerà gli studi alla Facoltà di Giurisprudenza qui a Messina, nel frattempo si dedica alle sue tante passioni. Ma ce n’è una che, come lui stesso racconta, ha ereditato dal papà, e che lo ha fatto diventare lo scrittore più giovane d’Italia. Vittorio ama scrivere e a soli 18 anni è già alla sua quarta pubblicazione. L’ultima “fatica” che ha sfornato è un saggio che si concentra sulla politica, sull’immigrazione, le pari opportunità, guardate e analizzate con una prospettiva diversa. Vittorio ha deciso di guardare l’attualità attraverso un passato che ha imparato a conoscere proprio sui banchi del Maurolico e così è nato “L’attualità dell’inattuale” che parte dalla tragedia Le Supplici di Eschilo per offrire spunti di riflessione su alcuni dei temi della nostra cronaca quotidiana.

«Oggi come nella Grecia di duemilacinquecento anni fa: immigrazione, pari opportunità, ius soli, violenza sulle donne, solidarietà, politica. Nulla sembra essere cambiato».

Questo lavoro di ricerca, pubblicato dalla casa editrice Armenio (ppgg.180, €12,00) e finanziato da Plastitalia di Brolo, azienda privata cui molto stanno a cuore i giovani talenti, è stato presentato ufficialmente nell’aula magna del “Maurolico”, istituto primo in Sicilia per qualità e rigore degli studi e diretto dalla dinamica Dirigente Giovanna De Francesco, in occasione della “Giornata mondiale della lingua greca” dalla docente universitaria Anita Di Stefano e dal professore Daniele Macris, noto grecista peloritano che firma anche la prefazione. Con genuinità ed entusiasmo di liceale l’autore, dopo un’attenta analisi della tragedia Le Supplici, scelta quale modello più rappresentativo del genere tragico classico, analizza ed espone con un linguaggio scorrevole, ma ben ponderato, i punti in cui l’opera del tragediografo di Eleusi rispecchia, con esempi sorprendenti di riscontro oggettivo, tematiche di stringente attualità che quotidianamente agitano le cronache, il dibattito politico, l’etica, la morale. Numerose e interessanti le scoperte e le novità nell’interpretazione della tragedia elaborate da Tumeo come, per esempio, la teoria del “complesso pelasgico” che spiega, attraverso il personaggio-chiave de Le Supplici (il re Pelasgo) e con efficaci accostamenti all’attualità recente, i travagliati retroscena che spesso coinvolgono gli uomini di governo, gli statisti, nell’assumere quelle decisioni che possono mettere a repentaglio la sicurezza della popolazione o la dignità dello Stato, avendo però sempre la consapevolezza che ciò che dovrà prevalere, alla fine, non può che essere il bene comune.

“Attraverso questa tragedia – afferma Vittorio – mi è stato possibile comprendere molte sfaccettature del mondo di oggi, coglierne personaggi, segni e significati che prima mi erano sfuggiti. Penso, per esempio, al fenomeno dell’immigrazione: nei volti delle supplici-migranti, protagoniste della tragedia greca di duemilacinquecento anni fa, rivedo i volti dei supplici-migranti di oggi; donne, uomini e bambini che per fuggire da quei territori infernali regolati dalle leggi della violenza e della miseria, sono costretti a partire per lunghi viaggi dalle rotte ignote e talvolta concluse in fondo al mare, al Mediterraneo. Quel Mediterraneo il cui spirito mitologico rivive nelle versioni che traduciamo, rivive nei versi degli autori che studiamo e si mostra nella sua portentosa immagine di luogo e spazio di scambi culturali, commerciali, di incontro di civiltà, culture scomparse e mondi estinti, e che oggi purtroppo ci parla anche di morte. E come se non bastasse, i fortunati che sbarcano spesso si trovano ad affrontare, dopo il mare, un altro insidioso nemico. Il suo nome è razzismo, è pregiudizio, è ignoranza. Un nemico con cui ogni giorno, purtroppo, si è costretti a confrontarsi”.

Vittorio si racconta con la spontaneità dei suoi anni: «Non sono comunque un topo da biblioteca, non mi chiudo in casa a studiare, esco, pratico sport, mi dedico al volontariato». Il suo curriculum però è già ricco di eccellenza: borse di studio, premi, stage in Inghilterra e negli Stati Uniti, dirige il giornale scolastico Koinè, ma anche di scoutismo nell’Agesci “Messina Uno” e volontariato nell’Interact Club di cui è stato Presidente. “L’attualità dell’inattuale” può essere considerato il vero libro di esordio, poiché segna l’inizio di una produzione letteraria di certo più matura rispetto al racconto breve “L’eredità del Sapiente” (premio Maurolico, 2015), al saggio “Quando il mito incontra l’attualità” (premio Eschilo, 2017) e alla novella “Il gioiello” (premio Pirandello, 2017).

Francesca Stornante

3 commenti

  1. PRIMA PARTE –razzismo, è pregiudizio, ed ignoranza — queste FRASI sono comuni in tutte le epoche, che determinate persone scappino da guerre e quant’altro per trovare e costruire un futuro per se e per i propri figli posso anche condividere, MA in nessuna epoca si è visto ciò che si vede in Italia, nelle altre epoche appena sbarcatiin genere venivano considerati come nemici, poi nel tempo tutto è cambiato, in sicilia Abbiamo avuto tante persone arrivate da altri luoghi, basta pensare a Piana degli albanesi, oppure con le varie invasioni Turche abbiamo eredidato Cognomi RAFFA come anche il nome di determinati attrezzi,SCIAMARRO (PICCONE), come per la dominazione francese la posata BROCCIA (forchetta) o BUNACA (GIACCA)

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  2. SECONDA PARTE -e tant’altro che ci ha resi un popolo multiforme e gentile, anche noi come SICILIANI siamo diventati migranti. MA CHE MI SI VENGA A DIRE CHE QUELLI CHE ARRIVANO SONO GLI ESTESSI DI QUELLI CHE SIN’ORA HO ACCENNATO,ce ne va di acqua e pure tanta un oceano non un piccolo MARE, nessuno dico nessuno di quelli immigrati prima in sicilia e noi stessi siciliano, sono vissuti sulle spalle degli altri e si sono permessi tutte le porcherie che fanno e stanno facendo, mi spiace forse lei sig. TUMEO vive in un angolo ovattato potrei essere daccordo con lei qual’ora prenda un po’ di migranti e li ospiti a casa sua, nella sua casa, con i suoi soldi e allora si può dire io non solo esprimo le mie opinioni, ma le applico,

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  3. TERZA PARTE —-CREDO CHE ALMENO 3 O 4 immigrati(E SONO POCHI) nel suo stato di famiglia BASTINO per dimostrarcelo. questo a dimostrazione che non tutti la pensino come lei, magari una diversa opinione possa aprirle gli occhi vedere la realtà che ci circonda, anche perchè volendo essere razzista qua non si tratta del mio futuro, ma del SUO e dei tanti suoi compagni di liceo, la Sicilia diventerà talmente stretta che lei dovrà EMIGRARE e quando sarà giunto quel giorno….. rilegga il suo libro con l’esperienza maturata, e magari ne scriverà un altro e mi faccia il favore lo intitoli P E R C H E’ N O N L I H O F E R M A T I!!!

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