Conclusa a Messina la raccolta firme per il Referendum contro il Porcellum

Conclusa a Messina la raccolta firme per il Referendum contro il Porcellum

Giovanni Brancatelli

Conclusa a Messina la raccolta firme per il Referendum contro il Porcellum

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domenica 25 Settembre 2011 - 15:54

L'avvocato Enzo Palumbo, uno dei maggiori promotori dell'iniziativa, valuta molto positivamente i risultati ottenuti.

Si è ormai conclusa nella nostra città la raccolta firme per il Referendum contro il Porcellum.

Domenica mattina sono stati inviati infatti gli ultimi moduli di firme che insieme a tutti gli altri provenienti da tutt'Italia verranno consegnati giorno 30 Settembre alla Corte di Cassazione di Roma.

Nel frattempo nella Capitale si cercherà fino alla notte del 29 di aggiungere più firme possibili al già superato numero necessario di 500.000.

L'ottimo lavoro svolto fin qua dai promotori infatti non finisce ancora. Raggiungere quota 700mila garantirà per certo la buon riuscita della raccolta. Ci si deve premunire dal vaglio della Corte di Cassazione che potrebbe annullare qualcuna delle firme per vizio di forma o piccoli errori.

A Messina, come abbiamo già detto, è invece tutto già concluso. Noi di Tempo Stretto abbiamo ricontattato l'avvocato messinese Vincenzo Palumbo, tra i promotori dell'iniziativa, per poter raccogliere le sue sensazioni e conoscere l'apporto dei nostri concittadini alla raccolta per il Referendum.

Dott. Palumbo può darci qualche dato, riguardo la raccolta firme nella nostra città?

Posso darvi il dato del mio partito (Partito Liberale Italiano ndr), che ha raccolto nella sola Messina circa 4000 firme contro il Porcellum. In tutta Italia circa 50.000.

E' soddisfatto dei risultati? Qual'è la sua sensazione a riguardo?

Estremamente soddisfatto. Inizialmente ogni partito aderente al Comitato Promotore, aveva preventivato una quota di firme. Il nostro partito ha superato di molto il contributo previsto.

Il risultato fin qui è molto positivo, considerando il fatto che Agosto non è certamente un mese favorevole. Inoltre non abbiamo avuto molti mezzi, ne la stampa cittadina, con la sola eccezione di Tempo Stretto, ha fornito molte notizie sul Referendum.

Abbiamo riscontrato tra le persone una forte partecipazione e grande entusiasmo che i media e la maggior parte della classe politica non ha invece dimostrato. Con l'eccezione del Consigliere Comunale Antonio Restuccia che ha dato il suo appoggio disinteressato per contribuire all'unico fondamentale scopo di questa iniziativa: abolire una legge ingiusta.

Stiamo leggendo in questi ultimi giorni delle reazioni della classe politica italiana . Dal Parlamento in particolare emerge una qualche volontà, prendendo atto del raggiungimento della quota per il Referendum, di cambiare la legge elettorale e approvarne un'altra.

Ai Referendum la classe politica italiana ha sempre risposto in due modi diversi: tentando di cavalcarne i risultati per appropriarsi dei meriti o cercando di prevenirne la portata, approvando leggi distanti dai propositi referendari.

Il Comitato Referendario si propone chiaramente di ritornare ai collegi uninominali. In questo senso non si possono cambiare le carte in tavola. Noi siamo convinti che se il popolo si esprimesse sul Referendum, sceglierebbe senz'altro di ritornare alla legge Mattarella. Se invece prima dovesse nascere da parte del Parlamento la volontà di cambiare questa legge elettorale, noi daremmo il nostro apporto di idee e di proposte, purché la nuova legge vada nella stessa direzione dei quesiti referendari.

Secondo noi il sistema dei collegi uninominali tra tutti è quello che riesce a garantire meglio la segretezza del voto sancita dall'art.48 della nostra Costituzione.

Ma l’aspetto principale è che il sistema dei collegi uninominali è l'unico che possa garantire finalmente la rappresentatività degli eletti nei confronti del popolo. Ma anche la loro autonomia nei confronti dei capi di partito.

Se l'Italia è in una situazione in cui il governo non è in grado di rispondere attivamente alle tragica situazione economica in parte è anche colpa dell'attuale legge elettorale. Infatti se il Parlamento fosse stato eletto direttamente dal popolo sarebbe stato sicuramente più responsabile nei riguardi dei propri elettori e forse questo governo sarebbe già caduto da tempo.

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