Crack Pesce, chiesti 10 anni di condanna per il noto commerciante messinese

Crack Pesce, chiesti 10 anni di condanna per il noto commerciante messinese

Alessandra Serio

Crack Pesce, chiesti 10 anni di condanna per il noto commerciante messinese

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venerdì 17 Marzo 2017 - 14:45

Tre assoluzioni e condanne per tutti gli altri imputati coinvolti nel fallimento della Margan, l'azienda madre delle catene dei negozi di abbigliamento Aquarius. Pesante la pena chiesta dalla procura per l'imprenditore.

E' ad un passo dalla sentenza il processo per il fallimento della Margan srl, la società del noto commerciante Sandro Pesce, accusato di bancarotta fraudolenta. All'ultima udienza la Pubblica Accusa ha chiesto per Pesce la condanna a 10 anni.

La Procura ha sollecitato al Tribunale le condanne anche degli altri imputati, e l'assoluzione di sole tre persone. Son accusate, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro o beni di provenienza illecita e favoreggiamento.

Ecco le altre richieste: 6 anni e 6 mesi per Vittorio Quagliata, 5 anni e tremila euro di multa per Gaetana Inferrera, 5 anni per Margherita Bagnoli 1 anno per Giancarlo Restuccia e 2 anni per Luigi Giannetto. Chiesta invece l’assoluzione per Rosa Maria Zocca, Maria Ferrara e David Remedios.

Il noto commerciante, titolare di una serie di negozi di abbigliamento di centro città, era finito al centro degli accertamenti della Guardia di Finanza che a più riprese ha messo i sigilli ad una barca di lusso, immobili a Messina e Catania.

L’ultimo sequestro è del 2012: sotto chiave beni per oltre un milione di euro tra due magazzini commerciali, uno in via Garibaldi di 54 mq. e l’altro in via Corbino Orso di 1200 mq., intestati alla Idra Srl, una società riconducibile a Pesce, come la Marlene e la Liz. Conosciutissimi i negozi messinesi del gruppo, "Aquarius" uno per tutti.

L'indagine, condotta dall'oggi PM della Dda Fabrizio Monaco, aveva svelato come, attraverso prestanomi, Pesce aveva portato l'azienda madre al crack, pilotato, svuotando le casse prima del fallimento, per evitare di esporsi ai creditori.

Alessandra Serio

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