Il problema è da anni in attesa di soluzione. L'obiettivo è quello di conciliare le esigenze dei pescatori con la libera fruizione del mare
MESSINA – In occasione dell’imminente avvio della stagione balneare, riprende quota la questione legata alle barche che occupano a vario titolo le spiagge cittadine. È un problema di cui si parla da anni. Ogni estate sembra quella giusta per la sua soluzione ma poi, per una difficoltà o per l’altra, non se ne riesce a venire stabilmente a capo. Alcuni casi positivi come quello della spiaggia del Ringo dimostrano che vale la pena cambiare rotta. L’obiettivo rimane quello di trovare una sistemazione organica che riesca a conciliare le esigenze dei pescatori con quelle di una libera e sempre più estesa fruizione del mare. Lo conferma l’assessore alle Politiche del mare, Francesco Caminiti, da noi interpellato. L’amministratore ha chiarito che si sta agendo su due fronti: quello della rimozione delle carcasse di imbarcazioni e quello di un’ordinata gestione dello stazionamento.
La rimozione delle carcasse di barche
Riguardo al primo aspetto, Caminiti ha dichiarato che il Comune, tramite la Polizia municipale, ha avviato negli scorsi mesi un censimento delle carcasse che giacciono sui nostri litorali, diventando spesso ricettacolo di rifiuti. Nei 56 chilometri di spiagge tra Giampilieri e Ponte Gallo, gli agenti ne hanno individuato ottanta, catalogate per dimensioni e materiale di realizzazione. Questa attività è in via di ultimazione. Entro l’estate in arrivo il Comune potra così procedere alla gara d’appalto per la bonifica degli arenili e lo smaltimento delle barche ormai inutilizzate. Il costo previsto per questa operazione è di circa 200.000 euro, che graveranno sulla casse del Comune. L’anno scorso un intervento analogo è costato 70.000 euro.
Se le barche fossero state a suo tempo registrate con idoneo codice identificativo, l’onere della rimozione e del conferimento a specifici Centri di lavorazione rifiuti sarebbe stato a carico dei proprietari. Fra l’altro, individuare strutture per lo smaltimento delle componenti in vetroresina si sta rivelando particolarmente complicato, ma l’assessore Caminiti rassicura sulla soluzione positiva di questa criticità.

Richieste al Demanio Marittimo aree per ricovero natanti
Passando alle barche ancora integre, lasciate sulle nostre spiagge, Caminiti ha dichiarato che sinora ne risultano registrate circa 1.400, dotate di numero di targa. Ne rimangono ancora diverse non registrate, per le quali, dunque, non si può risalire ai proprietari.
In ordine a questo aspetto, l’assessore ha spiegato che il Comune, qualche mese fa ha richiesto al Demanio Marittimo la concessione a titolo gratuito di una serie di porzioni di arenile da destinare a ricovero natanti. Le aree in questione sono state individuate nell’ambito del PUDM (Piano Urbano del Demanio Marittimo) adottato dal Consiglio comunale su proposta della Giunta Basile e da anni in attesa di ratifica da parte della Regione siciliana. Gli uffici del Demanio Marittimo non hanno ancora fornito riscontro alle istanze di Palazzo Zanca. Quando ciò avverrà, speriamo con esito positivo, le aree di ricovero natanti, recintate e dotate di illuminazione, verranno assegnate ad associazioni tra proprietari di barche che le gestiranno senza fini di lucro.
Una volta realizzato questo passaggio, le barche non registrate e prive di targa potranno essere prelevate dalle spiagge e collocate nelle zone ricovero. Se dopo due anni nessuno le reclamerà procedendo poi alla registrazione, il Comune potrà metterle all’asta.


Vogliamo parlare delle carcasse di barche utilizzate per ricovero attrezzi pesca? Sono a decine sparse ovunque. Solo chi non vuole vedere non vede. È inutile raccontare ogni anno le stesse cose, la rimozione doveva già avvenire lo scorso anno ma tutto è finito nel dimenticatoio.