Serie A dil/gir.B. Parla Houss Gamal: -Ci vogliamo rifare-

Serie A dil/gir.B. Parla Houss Gamal: -Ci vogliamo rifare-

Serie A dil/gir.B. Parla Houss Gamal: -Ci vogliamo rifare-

giovedì 20 Novembre 2008 - 13:03

Ti accorgi subito che trovarsi di fronte a Houss Gamal non è cosa di tutti i giorni, vuoi perche il divario in altezza è evidentissimo, ma anche perché il ragazzo è un tipo sincero ed equilibrato con sani valori e principi tali da collocarlo come un ragazzo “d’altri tempi-, figlio della buona educazione. Disponibile, pacato e un po’ stanco considerato l’allenamento che si è appena concluso. Ma nonostante tutto “il faraone-, così chiamato dai tifosi, ci rende partecipi delle sue sensazioni e delle sue aspettative, offrendoci uno spaccato della sua salda personalità.

Innanzitutto ci premeva sapere cosa significa in italiano il tuo nome -Houssam-?

“Significa spada-

La domanda nasce spontanea…domenica,metaforicamente parlando, uscirai le spade?

“ (sorride)…minimo, anzi le sciabole-

Arrivate da una brutta prestazione contro la sorpresa Fossombrone,la tua ex squadra,e intanto già si pensa al prossimo avversario,l’Edilcost Osimo. Alla luce dell’ottimo stato di forma dei marchigiani (4vittorie consecutive),che partita sarà?

“Come tutte le domeniche sarà una partita difficile,una battaglia. Non nascondo che per noi la vittoria è di vitale importanza e per nulla al mondo dobbiamo pensare che ci siano partite facili, anche perché altrettanto facilmente le perderemmo. Bisogna entrare sul parquet concentrati e tenere alto il ritmo sin dalla palla a due-.

Ovviamente avete analizzato la partita e fatto quadrato dopo la gara di Fossombrone. Che clima si respirerà nello spogliatoio domenica sera?

“Sempre lo stesso,può capitare a tutte le squadre di sbagliare una partita, ma l’importante è che ci si alleni bene e si eviti di fare gli stessi errori commessi,arrivando alla partita nel miglior modo possibile,che sia mentale che sia fisico. Ci vogliamo rifare.-

Houssam come sta?

“Io sinceramente non sono contento di come sto giocando,non sto dando quello che è nelle mie capacità,anche se cerco sempre di migliorare me stesso e di integrarmi perfettamente con la squadra. Questa è una questione di tempo, anche se dopo più di due mesi qualcuno storce già il naso. La cosa fondamentale è l’impegno e quello non è mai mancato. Voglio fare bene e ripagare la fiducia che la società e i tifosi mi dimostrano giornalmente –

Un breve giudizio sul girone B

“Credo che non ci siano squadre imbattibili. Neanche Latina,anche se sette su sette ti da molto non solo alla classifica. Comunque ripeto,non ci sono partite scontate; il girone è duro e competitivo per tutti-

Dopo la vittoria in casa contro Ostuni, il presidente Bonina ha parlato chiaramente di volere i play-off. Sei d’accordo?

“Questo adesso è prematuro anche se chiaramente la squadra ,la città e i tifosi vogliono questo. Stiamo lavorando duramente per raggiungere questi obiettivi-

Hai parlato dei tifosi, che ne pensi del “tuo- pubblico?

“Sono grandiosi e la loro vicinanza fa piacere. Ci seguono dall’allenamento alla partita, persino in trasferta sono vicini. Questo fa bene a noi giocatori e genera ulteriori stimoli –

Torniamo indietro nel tempo. Come sei arrivato al basket?

“Per caso. Ho iniziato il mini-basket a sette anni perché amici di famiglia quasi per scherzo mi ci portarono. Poi per svariati motivi non andai più e dopo cinque anni mi richiamarono personalmente degli allenatori per riprovare e adesso son qui-

Nel gioco come nella vita esistono prototipi, modelli a cui ispirarsi. Nel tuo percorso professionale hai mai fatto riferimento a qualcuno in particolare?

“Guarda io più che alle giocate o alle performances, bado più ai valori e ai gesti umani che, aldilà delle qualità tecniche, un giocatore ha. A Reggio Emilia c’è stato un signor giocatore, Mike Mitchell.Una persona fantastica, da imitare fuori e dentro il campo-

Qual è stata la tua partita più bella?

“Ci sono state belle partite, ma quella che ricordo con piacere è la finale del 2004 con la promozione dalla A2 alla A1 con Reggio Emilia.Non giocai molto ma quell’anno mi trovavo in una squadra con tanti campioni ed io giovane non avevo che da imparare.Poi Reggio Emilia è la città in cui sono cresciuto, dunque ancora meglio-

Parlaci dei tuoi allenatori

“Ne ho avuti tanti. Ricordo con piacere Franco Marcelletti che l’ ho avuto come coach per cinque anni, poi Boniciolli, Frates e tanti altri. Da tutti ho imparato qualcosa e se gioco a questi livelli lo devo anche a loro-

In città come ti trovi?

“Bene, la città ho notato che ha due facce. Di giorno caotica e rumorosa,da questo punto di vista sembra il Cairo(sorride),mentre la sera tranquilla. Questo piace a me; passeggiare e sentire l’odore della strada e scoprire tutte le sfaccettature da quelle culturali a quelle umane che il territorio offre-

Infine,aldilà del lato cestistico cosa può offrire la città ad Houss e cosa

Houss alla città?

“Credo che la combinazione sia biunivoca, la capacità di trovare del buono nelle persone sta a come ti poni con loro,non faccio mai di tutta l’erba un fascio e credo comunque che i nostri modi di pensare siano più o meno gli stessi-.

Mario Garofalo

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