Acqua bene comune, Rifondazione partecipa alla mobilitazione. Pini: «Si faccia come Napoli»

Acqua bene comune, Rifondazione partecipa alla mobilitazione. Pini: «Si faccia come Napoli»

Acqua bene comune, Rifondazione partecipa alla mobilitazione. Pini: «Si faccia come Napoli»

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mercoledì 16 Novembre 2011 - 20:58

Ribadita la necessità di affidarsi a società pubbliche di scopo con modalità partecipative. Andaloro: Non escludiamo ricorso alle vie legali in nome della volontà espressa dai cittadini»

La Federazione di Messina del Partito della Rifondazione Comunista (FdS) intende difendere la volontà popolare di un’acqua “bene comune” espressa dal voto degli italiani il 12 e 13 giugno scorsi e, pertanto, aderisce alla manifestazione nazionale del 26 novembre promossa dal forum italiano dei movimenti per l’acqua.

«Mesi e mesi sono ormai trascorsi dal pronunciamento degli italiani circa la gestione pubblica e partecipata dei servizi pubblici. Tuttavia riscontriamo una scarsa se non assente risposta conseguente da parte di molti amministratori locali che vanno dal PD al PDL, passando per il terzo polo: chi per biechi interessi economici di privati (i partito degli affari, si sa, è trasversale), chi per manifesta incapacità di fare l’interesse dei cittadini – scrive il segretario provinciale, Gianluca Pini -.Non sazi contrattaccano i nostri governanti nazionali. L’articolo 4 della legge n’148 del 14/09/11 (titolo: “Adeguamento delle discipline dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dell’Unione Europea”) cerca infatti di aggirare in maniera subdola gli effetti del referendum. Manovra subdola ed a nostro avviso disonesta perché ripropone sostanzialmente l’articolo 23-bis della legge Fitto-Ronchi che imponeva la privatizzazione dei servizi pubblici, articolo abrogato dal quesito n.1 del referendum. L’esclusione del servizio idrico nella successiva formulazione normativa di tale articolo è comunque insufficiente per raggirarne l’incostituzionalità poiché, come stabilito dalla Cassazione nell’accogliere i quesiti referendari, è indicato chiaramente come il quesito n. 1 riguardasse tutti i servizi pubblici, non solo l’acqua».

Preso atto di tutto ciò, Rifondazione diffida la Provincia Regionale di Messina ed i comuni del territorio dall’intraprendere qualsiasi tipo di costituzione di società miste pubblico-private ed invita gli stessi a percorrere la strada intrapresa dal comune di Napoli in primis, ossia la costituzione di società pubbliche di scopo con modalità partecipative estese alla cittadinanza ed ai comitati referendari, rifuggendo inoltre dal modello consociativo e fallimentare degli Ato o enti simili. «Come Partito della Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra porteremo avanti la lotta per i beni comuni nelle piazze come nelle sedi istituzionali, senza escludere eventuali vie legali in nome della volontà espressa dai cittadini – conclude il consigliere provinciale, Franco Andaloro -. Riteniamo perciò fondamentale la partecipazione alla manifestazione nazionale del 26 e ribadiamo come sempre il nostro pieno appoggio al forum italiano dei movimenti per l’acqua ed alle loro istanze. Rifondazione è “in movimento”».

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