Appuntamento domenica 5 ottobre al Teatro Vittorio Emanuele alle 17.30
Capolavoro assoluto, la Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 segna una svolta nella storia della musica: per la prima volta Beethoven affida a coro e solisti il compito di dare voce a una sinfonia, innestando sull’architettura orchestrale le parole dell’Ode alla Gioia di Friedrich Schiller.
Appuntamento domenica 5 ottobre al Teatro Vittorio Emanuele alle 17.30.
Dall’Allegro ma non troppo all’esplosione corale del quarto movimento, l’ascolto conduce attraverso atmosfere maestose, pagine di intensa energia ritmica e momenti di lirica contemplazione, fino a quell’invocazione alla gioia che si fa messaggio universale di fratellanza.
«Alle Menschen werden Brüder – Tutti gli uomini diverranno fratelli»: nell’ultima pagina della Nona, Beethoven trasforma il suono in un ideale, affidando alla musica un invito senza tempo alla libertà e all’unità tra gli uomini.
Programma:
Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Molto vivace – Presto – Scherzo
Adagio molto e cantabile – Andante moderato – Adagio
Presto allegro assai – Allegro molto – Andante maestoso – Allegro energico
La Nona Sinfonia in re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven, nota come Sinfonia Corale, lo scorso anno ha compiuto duecento anni: fu eseguita, infatti, per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Teatro di Porta Carinzia a Vienna, riscuotendo un notevole successo. Rappresenta il monumento della musica di ogni tempo e la sublimazione dell’arte del compositore. Dedicata al Re di Prussia, Federico Guglielmo III, venne scritta tra il 1818 e il 1824 quando il musicista era già completamente sordo.
