Il 68: la fluidità incandescente di una “Società in cambiamento”

Il 68: la fluidità incandescente di una “Società in cambiamento”

Il 68: la fluidità incandescente di una “Società in cambiamento”

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domenica 25 Novembre 2018 - 10:58

Il 68 fu vero spartiacque nel corso della storia umana. Riprendiamone oggi lo spirito.

Un cinquantennio è trascorso da quelli che Mario Capanna definisce “anni formidabili”, connaturati come furono dalla ricerca di folli utopie, quali libertà, parità, giustizia, pace…il tutto nella simultaneità planetaria: il 68, pervaso di speranza, costituisce ancora oggi un vero spartiacque nel corso della storia umana. Tanto pensatori e artisti hanno provato a cogliere i tratti essenziali del movimento: per Hanna Harendt si sarebbe realizzata la “felicità pubblica”, attraverso la coincidenza della liberazione individuale con quella collettiva; Umberto Eco lo ha definito “epifania della molteplicità” e Marco Paolini “iperventilazione di idee”. Certo è che il 68 ha consentito di volgere gli occhi in alto e lo sguardo sul mondo non è stato più come prima in tutti i campi: nei rapporti studenti/professori, cittadini/istituzioni, lavoratori/imprese, credenti/religioni, figli/genitori …Si voleva rifare tutto: dall’arte alla scuola in uno Stato di perenne eccitazione. Senza le grandi lotte del 68 (e l’autunno caldo del 69) non avremmo avuto lo Statuto dei lavoratori, diritti civili come il divorzio, né l’interruzione volontaria di gravidanza, l’assistenza sanitaria nazionale, il nuovo diritto di famiglia. La messinese Biblioteca Regionale Universitaria “G. Longo” ha voluto giustamente omaggiare l’importante anniversario – che, si sottolinea, nella nostra città non è stato molto ricordato – aderendo alla proposta dell’Associazione Italo-Tedesca – e segnatamente della professoressa Antonia Gasparro – con un’iniziativa che si è svolta il 23 novembre in tre diversi momenti: una mattinata di studi con inizio alle ore 9,00, con tavola rotonda e proiezione di immagini alla presenza di docenti e studenti del “La Farina- Basile” e di un istituto di Milazzo; l’inaugurazione, alle ore 12,00, della Mostra di fotografie – Berlin 68 – Die Studentenrevolte in Bildern – di Uwe Dannembaum, cronista e fotografo berlinese, presente all’evento, e di un’esposizione bibliografica, tratta dal patrimonio della Biblioteca messinese, di monografie e periodici, dall’intitolazione “I fermenti del 68 … in Italia e nel mondo”; una performance teatrale, dal romanzo “Lenz” di Peter Schneider, “La mise en espace- Un sogno per Lenz”, interpretata e diretta da Angelo Campolo e messa in scena dall’Associazione culturale” DAF “. Alla tavola rotonda (ove hanno portato i saluti istituzionali il direttore della Biblioteca messinese, dott.ssa Tommasa Siragusa, che ha anche esposto brillantemente i propri convincimenti sul 68, il coordinatore delle Associazioni del Goethe, e il dott. Giuseppe Ministeri, Presidente della Commissione Autori Drammatici, e del DAF) con introduzione della Presidente dell’Associazione Culturale Italo-Tedesca di Messina, prof.ssa Antonia Gasparro, hanno relazionato i docenti universitari, prof. Marco Centorrino e prof. Giuseppe Restivo – che hanno trattato, l’uno delle dinamiche della rivoluzione culturale in Europa, e l’altro del 68 in Italia e in riva allo Stretto – e Uwe Dannembaum che ha intrattenuto i numerosissimi presenti, introducendo alla comprensione del materiale fotografico di 30 immagini preziose, facente parte dei 140 scatti del volume edito dal berlinese Jaron nel 2015, per immetterci in quel conflitto politico sociale che ha accomunato i giovani di Berlino Ovest di quella generazione, attraverso la rivolta nelle Università, la morte di Benno Ohnesorg, le manifestazioni nella City, lo scontro in strada al Tegeler Weg. All’inaugurazione delle mostre si era già preparati a recepirne i contenuti, e razionalmente, e a livello percettivo: oltre all’esposizione fotografica, come detto, il completo allestimento bibliografico, curato personalmente dalla Biblioteca, con attenzione agli accadimenti nel messinese, attraverso le figure del Rettore Salvatore Pugliatti e del Preside Antonio Mazzarino, che seppero cogliere il malcontento studentesco e si distinsero a livello nazionale per la capacità, al di là di comode barricate, di instaurare un costruttivo dialogo. E, ancora, in Sicilia, i cruenti fatti dei braccianti di Avola, e, in Italia, le proteste nelle Università, romane e non, le contestazioni alla veneziana Mostra del Cinema e alla Scala di Milano, in Europa, il Maggio francese, la rabbia studentesca in Inghilterra, gli scontri contro il regime dei colonnelli in Grecia, la crisi in Polonia, la Primavera di Praga e, nel mondo, la rivoluzione culturale cinese, le rivolte in Messico, la guerra in Vietnam, l’uccisione di Robert Kennedy e di M.L. King, rivoluzionario per amore, e i movimenti contro la discriminazione razziale, mentre a livello planetario ci si divideva fra i fautori del 68 ( che parlavano di “generazione fortunata”) e i critici (che sottolineavano il pericolo della mollezza e la necessità che la contestazione fosse contenuta entro paletti legali) e la corsa alla Luna si stava per concretizzare. Quanto all’omaggio che il valente Angelo Campolo, ormai acclarato artista messinese, ha voluto rendere al testo di Schneider, attraverso lo sradicato Lenz- al quale ha voluto regalare una via di fuga- non si può che esprimere un plauso, confidando che l’opera sia rappresentata anche oltre i confini cittadini: il monologo ha infatti toccato le corde emozionali del numeroso pubblico, che ha molto apprezzato la riduzione scenica, con fulcro sullo smarrimento sentimentale e politico del protagonista, sulla sua inquietudine e angoscia per essere incapace di aderire ad una realtà contraddittoria: la Berlino resa è onirica e attraverso un procedimento diaristico abbiamo vissuto in empatia con questo antieroe, che spera la riconciliazione con L. e nel frattempo tenta di aderire a aggregazioni studentesche e operaie. In conclusione, si è davvero realizzata una visione di insieme dei vari accadimenti che hanno contraddistinto il 1968 attraverso l’interazione fra l’Associazione Italo-Tedesca nel messinese e la Biblioteca Regionale Universitaria cittadina e, le dissertazioni forbite, le fotografie in bianco e nero su Berlino Ovest, con focus sulla politica delle Università, la guerra fredda, l’engagement americano in Vietnam, l’interessante e approfondito percorso bibliografico e la piece davvero ben calibrata, hanno rappresentato motivo di scoperta, ricordi e spunti di riflessione su ciò che il 68 è stato, non solo in materia di cambiamenti politico- sociali e di costume, ma anche nelle accezioni artistiche, letterarie, cinematografiche, musicali. Si è però in questo cinquantennio cercato da parte dei poteri dominanti di spingere il mondo in direzione contraria agli auspici del 68, e oggi, cessate le lotte, ci ritroviamo nel bel mezzo di una crisi generalizzata, di quella che è stata definita la terza guerra mondiale “a pezzi”, di mutamenti climatici devastanti, del precariato generale prodotto dalla globalizzazione, con la società dell’1%. Sarebbe certo illusorio pensare di ripetere il 68, ma per anelare a un domani di pace e giustizia, occorre, come allora, volgere gli occhi al cielo – soprattutto da parte delle nuove generazioni – e, con uno sguardo attento, scrollarsi di dosso il disincanto e l’immobilismo, per costruire una nuova rivoluzione contro diseguaglianze, razzismo e autoritarismo per una nuova convivenza fra popoli e persone.

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