Blocco dei tir e sciopero rifiuti, la Sicilia verso un lunedì nero

Blocco dei tir e sciopero rifiuti, la Sicilia verso un lunedì nero

Gianluca Santisi

Blocco dei tir e sciopero rifiuti, la Sicilia verso un lunedì nero

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sabato 06 Novembre 2021 - 12:45

Rischio paralisi nell'Isola per le proteste contro il caro gasolio e il mancato rinnovo del contratto

Una corsa contro il tempo per cercare di arginare quello che si prospetta con un vero e proprio “lunedì nero” per la Sicilia. Questo pomeriggio l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone incontrerà, nella sede della Regione a Catania, gli autotrasportatori Aias per un confronto sullo sciopero annunciato tra l’8 e il 12 novembre contro il caro gasolio e l’aumento dei costi per traghettare. Il tavolo urgente serve a scongiurare ogni ipotesi di fermo preannunciata dalla categoria.

Tutto questo mentre all’orizzonte si profila, sempre per lunedì, lo sciopero generale dei servizi ambientali. Una mobilitazione indetta da Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti per rivendicare il rinnovo di un contratto scaduto da oltre due anni. Lo sciopero prevede lo stop a tutti i turni nell’intera giornata di lunedì con gravi ripercussioni sulla raccolta dei rifiuti in Sicilia. A Taormina, ad esempio, il sindaco Mario Bolognari ha già avvertito la cittadinanza che “a causa dello sciopero nazionale proclamato dagli addetti ai servizi ambientali, lunedì 8 novembre la racconta dei rifiuti solidi urbani (frazione umida) non verrà effettuata per le utenze domestiche”. 

Sul fronte sciopero degli autotrasportatori, intanto, l’assessore Falcone ha fatto sapere di “essere vicino alle ragioni della categoria, stretta dal lato dall’aumento dei costi di additivi, carburanti e di tutto il sistema della logistica in generale, dall’altro dalle penalizzazioni che la Sicilia subisce in maniera strutturale”. Falcone ha annunciato che la Regione si farà carico di rappresentare le aspettative del settore al Governo nazionale. “Occorre però fare ancora appello al senso di responsabilità di tutti – ha aggiunto – affinché l’eventuale scelta di scioperare non diventi una soluzione peggiore dei mali”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione, Nello Musumeci: “Serve un’assunzione di responsabilità da parte di chi ha intenzione di avviare una protesta dura: l’annunciato blocco penalizzerebbe oltremodo tutta l’economia dell’Isola, già provata dalla pandemia”. Musumeci ha annunciato di essere pronto a dialogare con le imprese dell’autotrasporto su quali siano gli interventi urgenti e più utili da mettere in campo. “L’aumento del costo dei carburanti e delle tariffe di traghettamento nello Stretto indubbiamente penalizza le imprese siciliane, così come le infrastrutture statali non adeguate agli standard del resto d’Italia”, ha dichiarato il presidente. “La Regione farà quanto di sua competenza per intervenire a sostegno della categoria – ha concluso Musumeci – facendosi anche interlocutore con l’esecutivo centrale. La strada da percorrere è però quella del buon senso”.

2 commenti

  1. Sempre la stessa storia, con tutto il rispetto per i trasportatori, alla fin chi paga le conseguenze è la popolazione in tutto e per tutto .!
    Alla fine siamo sempre …noi a pagare!!

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  2. Ma non capite siamo noi a pagare se aumentano e prezzi e altro perché tutto ricade sul consumatore se si sciopera per il caro gasolio e altro serve a noi

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