Sanita' privata, la Fp Cgil ribatte alla Cot: "Dimostrino che diciamo sciocchezze"

Sanita’ privata, la Fp Cgil ribatte alla Cot: “Dimostrino che diciamo sciocchezze”

Sanita’ privata, la Fp Cgil ribatte alla Cot: “Dimostrino che diciamo sciocchezze”

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lunedì 18 Maggio 2015 - 08:29

Si anima il dibattito sulla sanità privata dopo la conferenza stampa della scorsa settimana della Fp Cgil sulle carenze di organico di quasi tutte le strutture private. La clinica Cot aveva duramente replicato ed ecco la nuova presa di posizione del sindacato.

Uno scontro a suon di botta e risposta, repliche e contro repliche. La sanità privata continua a far discutere e ad alimentare un dibattito inaugurato dalla Fp Cgil ci ha pensato la clinica Cot che non ha digerito alcune dichiarazioni rilasciate dal sindacato durante una conferenza stampa indetta per accendere i riflettori su organici e fabbisogno del personale nelle strutture sanitarie messinesi e chiedere con forza nuove assunzioni di infermieri e ausiliari, sostenendo che quasi nessuna clinica privata rispetta i criteri previsti. Dichiarazioni che non sono piaciute al presidente della Cot Ferlazzo che ribattuto alla Fp Cgil punto su punto. Il sindacato però non ha intenzione di incassare ed ecco la nuova dura replica dalla Segretaria Generale della FPCGIL Clara Crocè e dei coordinatori della sanità Antonio Trino, Guglielmo Catalioto FPCGIL Medici e i coordinatori sanità privata, Nava e Rizzotti, che respingono qualsiasi tentativo di di essere tacciati come coloro che dichiarano delle “inesattezze”.

“Il prof. Ferlazzo smentisca con dati di fatto e non con sterili dichiarazioni stampa, quanto da noi asserito”

La Fp Cgil si dichiara disposta ad un sereno confronto pubblico. “Non mostriamo nessuna preoccupazione ad essere smentiti. Il Prof. Ferlazzo, renda pubbliche le dotazioni organiche del 2011 e del 2015, distinte per figura professionale:infermieri, ausiliari, OSS, medici distinti per specializzazione. E tutto il personale in organico distinto per tipologia contrattuale: tempo indeterminato, tempo determinato e/o altro. Il prof. Ferlazzo renda pubblico un canovaccio di organizzazione tipo della giornata lavorativa di tutti gli operatori (turni di servizio e distribuzione del personale nei vari piani/settori). Porti ad esempio un prospetto che metta in evidenza la distribuzione dei carichi di lavoro in funzione dell’Indice di Occupazione Media del Posto Letto e dell’Indice di Complessità Assistenziale.

Soltanto rendendo pubblica tutta la documentazione potrà dimostrare serenamente a tutti ai cittadini messinesi che diciamo sciocchezze. Dimostri la non esistenza della nota a firma del Direttore Generale dell’ASP Messina che impone alla COT di integrare il personale di “almeno” , quattro unità. E che l’incremento potrà essere ritenuto congruo solo nel caso in cui vengono mantenuti in essere dei contratti a tempo determinato (più del 30% del totale del personale in organico). Il Prof. Ferlazzo non può aver dimenticato di aver sottoscritto con la FPCGIL un verbale relativo ad una riunione tenutasi alla presenza dell’AIOP Regionale.

Non possiamo infine – continua Clara Crocè- non ritenere “anacronistica” l’intenzione di assorbire il personale ATI HOSPITAL quando si ha in organico una quota rilevante di personale assunto a tempo determinato. Crediamo necessario, in primis, stabilizzare il proprio personale e successivamente “guardarsi attorno”, non fosse altro che poi non ci si trovi nella paradossale condizione di dover successivamente non rinnovare i contratti e licenziare gli “esuberi”.

La FPCGIL non ha mai messo in dubbio le qualità dell’istituto COT o delle altre Cliniche. Nel ribadire che il nostro unico intento è il miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti e di conseguenza della loro performance, che poi avrà ricadute positive sui pazienti e sulla stessa struttura, ci dichiariamo sin da ora disponibili a pubblico e sereno confronto che chiarisca inequivocabilmente i contorni di tutta questa fumosa vicenda.

Se dovessimo avere torto , la FPCGIL sarà ben lieta di chiedere venia pubblicamente”.

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