Brani lirici e drammatici per un originale Galà Lirico di inizio anno

Brani lirici e drammatici per un originale Galà Lirico di inizio anno

giovanni francio

Brani lirici e drammatici per un originale Galà Lirico di inizio anno

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sabato 04 Gennaio 2020 - 11:41

Un Galà Lirico un po’ fuori dagli ordinari canoni è andato in scena venerdì scorso, con replica domenica 5 gennaio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Insolito per la scelta dei brani proposti, tutti senz’altro molto belli, per lo più anche celebri, ma, per il loro carattere estremamente lirico o drammatico, non accade spesso di ascoltarli in un Galà di inizio anno, ove ci si aspetterebbe invece ascoltare arie dal carattere più gioioso e frizzante. I due artisti, il soprano georgiano Svetlana Kasyan e il tenore serbo Zoran Todorovich, si sono alternati in arie tratte da opere di Puccini – Tosca, Manon Lescaut – o da opere di autori appartenenti al verismo musicale – Giordano (Andrea Chenier) e Cilea (Adriana Lecouvreur), oltre a tre arie dall’immancabile “Aida di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo, nell’insieme gradevole, anche se non ha visto il pubblico delle grandi occasioni, è stato coprodotto da E.A.R. Teatro di Messina e da Opera Viva C.D.N. Eventi, ed ha avuto come protagonista, oltre i due cantanti, un’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele in organico ridotto, diretta dal maestro Claudio Maria Micheli. Dopo l’esecuzione del celeberrimo Preludio verdiano da “La forza del destino”, eseguito correttamente ma senza quell’energia, quell’impeto trascinante e quasi sinistro, elemento caratterizzante di questo capolavoro, che necessità ovviamente la presenza di ben altro numero di orchestrali (solo quattro violoncelli possono andare bene per un’orchestra da camera, non certo per eseguire i capolavori verdiani), è entrata in scena il soprano Svetlana Kasyan, interprete di una delle arie pucciniane più famose, “Vissi d’Arte” da “Tosca”. La Kasyan ha subito mostrato una notevole voce, forse non sufficientemente graduata fra il forte e il piano, ma la sua performance migliorerà notevolmente nel corso della serata. Ed ecco la volta del tenore Zoran Todorovich, ancora Puccini – che ha fatto la parte del leone in questo concerto – del quale il cantante ha eseguito l’aria di Des Grieux “Donna non vidi mai” da “Manon Lescaut”, esibendo una voce potente, in particolare negli acuti, tale da coprire talora il suono dell’orchestra, ma forse un po’ rude, priva di quella necessaria morbidezza necessaria nelle arie pucciniane. Lo splendido Intermezzo orchestrale da la Manon Lescaut, eseguito con sensibilità e raffinatezza dall’Orchestra del Teatro, diretta in maniera elegante e discreta da Claudio Maria Micheli, ha preceduto i tre brani tratti da “Aida”, il celebre “Ritorna vincitor” cantato da Aida, l’ancor più famoso “Se quel guerrier io fossi” (la celebre “Celeste Aida” di Radames”, e il commovente finale “La fatal pietra sovra me si chiuse” cantato in duetto da entrambi gli artisti, con il quale si è conclusa la prima parte del Galà. La seconda parte si è aperta ancora con un brano orchestrale, Intermezzo da “Cavalleria Rusticana” di Mascagni, un brano che rievoca i temi più intensi di una delle più celebri e popolari opere veriste italiane, per proseguire con la splendida aria “La mamma morta” di Maddalena, da “Andrea Chenier” di Giordano, aria resa ancor più celebre dal film “Philadelphia” – con Tom Hanks, premio Oscar per l’occasione, straordinario protagonista – e magistralmente interpretata, con la necessaria intensità, da Svetlana Kasyan. Ancora dall’ Andrea Chenier Todorovich ha eseguito l’aria di Chenier “Come un bel dì di maggio”, per cedere il posto di nuovo ad un brano orchestrale, la dolce e delicata “Meditation” da “Thais” di Massenet, con una superba interpretazione del primo violino, in qualità di solista, applauditissimo. La celebre aria pucciniana di Manon “Oh, sarò la più bella…tu, tu, amore” eseguita in maniera eccellente dal soprano, poi il tenore con l’aria di Maurizio “L’anima ho stanca” da “Adriana Lecouvreur” di Cilea, hanno preceduto la conclusione del concerto: il duetto pucciniano dal primo atto di “Madama Butterfly”, fra Pinkerton e Butterfly, “Bimba dagli occhi pieni di malia”. Due bis concessi alternativamente dai due artisti: il tenore Zoran Todorovich ha eseguito la popolare canzone “Non ti scordar di me” di Ernesto De Curtis, spesso eseguita anche da tenori lirici (celebre l’esecuzione di Pavarotti), mentre il soprano Kasyan ha interpretato magnificamente la splendida e indimenticabile aria di Dalila “Mon coeurs s’ouvre à ta voix”” da “Samson et Dalila” di Saint Saens, brano che ha davvero impreziosito questo già ricco Galà Lirico.

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