Briguglio: "Intitoliamo a Consolo Furci-Verde, la villa nata da una discarica lungo il torrente"

Briguglio: “Intitoliamo a Consolo Furci-Verde, la villa nata da una discarica lungo il torrente”

Carmelo Caspanello

Briguglio: “Intitoliamo a Consolo Furci-Verde, la villa nata da una discarica lungo il torrente”

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sabato 17 Aprile 2021 - 11:34

Fu lo scrittore Premio Strega '92 ad inaugurare il 14 agosto del 1988 l'opera, rimasta senza... dedica. La proposta dell'allora vicesindaco

FURCI – Un pezzo di torrente “Savoca”, una discarica a cielo aperto, dal lontano 1988 venne trasformato in 15mila metri quadrati di alberi, fiori, aiuole, piazzole, sedili, fontane, giochi per bambini e un anfiteatro per gli spettacoli estivi. Un miracolo. Sono trascorsi quasi 33 anni da quando, era il 14 agosto, il parco venne inaugurato. A distanza di tanti lustri ancora viene chiamato, genericamente, Furci Verde. “E’ arrivato il momento – propone Carmelo Briguglio, all’epoca vice sindaco e negli anni a venire parlamentare regionale e nazionale – di dare un nome alla ‘cosa’. Credo, ma è una mia opinione – prosegue – che si potrebbe dedicarla a Vincenzo Consolo, scomparso da qualche anno. Fu lui ad inaugurare l’opera. Decidemmo allora, ebbi io l’idea, ma tutti furono concordi, di fare tagliare il nastro non a un politico, secondo un costume diffuso ieri e anche oggi, ma a un uomo di cultura, siciliano, originario di S. Agata Militello, emigrato a Milano, scrittore noto e affermato nella cultura nazionale. Un autore della scuola di Sciascia: l’opera di Consolo è ormai parte integrante della letteratura del Novecento. Chi ha letto i suoi libri (dall’Ignoto a Retablo, alle Pietre di Pantalica a Di qua del Faro, fino a Nottetempo casa per casa, che gli valse il premio Strega 1992) ha apprezzato profondità storica e simbolica. Ricordo ancora le sue parole, alla cerimonia di apertura, dinanzi ad autorità e folla festante: ‘i luoghi belli rendono bella la gente’. Un discorso letterario, un’evocazione del genius loci”. Briguglio cita un particolare curioso.

“Finita la manifestazione inaugurale – racconta – insieme all’amico assessore Franco Romeo portammo a cena il nostro ospite. Andammo in un ristorante, su in collina a Roccalumera. A tavola chiesi al maestro se fosse venuto prima in quel luogo. Mi rispose di no. Gli citai il suo romanzo ‘Il sorriso dell’Ignoto Marinaio’, ispirato al celebre quadro di Antonello da Messina e gli dissi che eravamo a Roccalumera, il paese di Giovanni Interdonato, il colonnello protagonista del Sorriso. Fu contento della “scoperta”. Ci confessò di non esserci mai stato fino ad allora, ma di avere individuato Roccalumera nel dizionario topografico”. La Villa fu l’opera simbolo di una fase storica che, a partire dal 1985, cambiò il volto di Furci Siculo. Briguglio era vicesindaco e assessore alla Cultura di un’Amministrazione trasversale sinistra-destra-dissidenti dc con un sindaco progressista, Domenico Ventura, medico stimato e guida equilibrata di quella coalizione balzata agli onori della cronaca nazionale per la sua “anomala” composizione. (Carmelo Caspanello)

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