Il Commissario dello Stato impugna la Finanziaria. Il cielo alla Regione sempre meno blu....

Il Commissario dello Stato impugna la Finanziaria. Il cielo alla Regione sempre meno blu….

Rosaria Brancato

Il Commissario dello Stato impugna la Finanziaria. Il cielo alla Regione sempre meno blu….

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giovedì 23 Gennaio 2014 - 15:04

Il Commissario dello Stato impugna oltre la metà delle norme della Finanziaria regionale approvata nei giorni scorsi. Per il governo Crocetta una nuova tegola in un periodo di piena crisi con gli alleati che reclamano il rimpasto. I rapporti con il Pd sono ai minimi storici, dopo la frase del governatore in seguito all'inchiesta sulle spese folli all'Ars "Nessun deputato indagato entrerà in giunta". Ed oggi sulle polemiche è intervenuto il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone.

L’Ars non si fa mancare nulla: mentre è scontro su rimpasto e inchieste il Commissario dello Stato impugna la Finanziaria votata nei giorni scorsi.

Il clima si fa sempre più rovente con un governatore alle prese con le grane dei rapporti ai minimi storici con gli alleati e con la decisione del Commissario dello Stato Aronica, che ha impugnato più della metà delle norme della Finanziaria, ben 33 su 50, approvata attraverso una faticosa ricomposizione tra deputati che con un occhio guardavano il Bilancio e con un altro le poltrone della giunta. Si sono “salvate” dall’impugnativa le norme relative alla proroga per i precari e i trasferimenti a Comuni e Province. Stop alle norme sulle coppie di fatto.

Il passato ci insegue – ha dichiarato Crocetta appresa la notizia- evidentemente in questa Regione non si può spendere, non si può pensare di finanziare le leggi, lo sviluppo. Si deve sempre e solo tagliare. Questa è la morte della politica".

La bufera è arrivata poco dopo la seduta dell’Ars durante la quale il presidente Giovanni Ardizzone è intervenuto in merito alla vicenda dell’inchiesta sulle spese folli dei gruppi replicando punto per punto alle accuse ed alle dichiarazioni dello stesso governatore che, a caldo, aveva detto: “In giunta non entreranno deputati indagati”, mandando un messaggio agli alleati, ed in particolare al Pd.

Per il Presidente della Regione, ormai, il “cielo è sempre meno blu….”.

Dalla Finanziaria impugnata, alla guerra del rimpasto e alle inchieste, il clima è sempre più tempestoso e diventa arduo tenere saldo il timone.

Il rimpasto è ormai all’ordine del giorno. Tempi e nomi sono ancora da discutere ma dopo il gelo sceso nei giorni scorsi tra Crocetta e i suoi alleati, Pd in testa, anche il governatore ha compreso che non è più argomento rinviabile. E del resto a mettere benzina sul fuoco è stato lo stesso Presidente quando, a pochi minuti dalla notizia degli 83 (tra ex e confermati) deputati Ars coinvolti nell’inchiesta sulle spese folli ha tuonato: “Nella mia giunta non entreranno indagati”, dando lo stop soprattutto al suo partito. Immediate le reazioni del Pd che ha disertato la riunione di maggioranza, poi saltata perché anche l’Udc ha detto “passo”. E che sia guerra fredda tra Pd e Crocetta è emerso dai toni della Direzione regionale del partito ieri ed alla quale non è stato previsto alcun intervento del governatore, che infatti non ha parlato.

Ma neanche all’Udc sono piaciute le esternazioni del Presidente e ci ha pensato oggi il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a replicare. Quanto al rimpasto il ministro Udc Gianpiero D’Alia ha avvisato: “Se dalla giunta esce anche un solo assessore Udc usciamo dal governo”, un messaggio per il presidente che dovrà fare i conti con attenzione e sacrificare qualcuno dei suoi se vuol rispondere a tutti gli alleati.

Infine gli altri partiti di coalizione, Megafono, Drs e Art.4 che lo spazio in giunta lo chiedono da tempo e che non intendono più né aspettare né limitarsi ai posti di sottogoverno o nella sanità.

Insomma, suo malgrado, Crocetta dovrà fare quel rimpasto che da mesi evita come la peste avendo a disposizione una giunta in gran parte di “uomini suoi”, tecnici che non rispondono ad alcun partito ma direttamente a lui o a Lumia.

Il tempo del Re Saro sembra essere agli sgoccioli e la bocciatura di gran parte della Finanziaria lo “costringerà” a non potere fare a meno di una vasta e salda maggioranza.

Iin questo quadro si inseriscono le dichiarazioni del presidente dell’Ars Ardizzone sulle inchieste.

“Il sospetto non è l'anticamera della verità, può essere solo l'inizio di un'indagine. Una società dove non c'è differenza fra sospetto e condanna è una società incivile– ha dichiarato Ardizzone- Ho grande rispetto per la magistratura che è chiamata a svolgere compiti difficili con mezzi insufficienti. Capisco anche la tentazione di supplire a una politica dalle scelte inadeguate, ma solo il rispetto della propria missione può alla fine garantire tutti. Dobbiamo essere coscienti che l'odierno disprezzo per la politica rischia di sfociare in una deriva populista. Questo non giustifica gli abusi, ma induce a riflettere sui toni, talvolta estremi, che sono usati ed è un invito a non generalizzare e a distinguere caso per caso. Dobbiamo superare quella forma di masochismo politico alimentato da vari ambienti che continuano ad avvelenare l'opinione pubblica. La magistratura giustamente in presenza di sospetti abusi ha avviato nelle Regioni controlli e verifiche. Però le responsabilità penali sono sempre personali e tutti abbiamo il diritto che vengano accertate e se riscontrate punite. Il rischio è che se tutti sono colpevoli nessuno è colpevole".

Chiusa da poco la seduta dell’Ars è poi arrivato il temporale dagli uffici del Commissario dello Stato, con un’impugnativa di 33 norme su 50 che mette a dura prova i “nervi tesi” di una maggioranza sfilacciata. Proprio ieri il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo, aveva ribadito: “Il Pd non è più in maggioranza, ma siamo pronti ad aiutare il governo, come abbiamo fatto con la Finanziaria”.

Un aiuto che a quanto pare non è bastato a dare salde fondamenta all’impianto della Legge di stabilità 2014. Adesso è di nuovo tutto in gioco.

Ma a questo punto Crocetta è in una posizione politica molto più debole e sarà, gioco-forza costretto a dare risposte a tutti gli alleati se vuole superare gli altri scogli.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. una persona onesta ha sempre una via di fuga: la dimissioni e lasciare nella rogna chi vuole continuare a “magnare”

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  2. Dopo la sonora bocciatura del Commissario dello Stato del Bilancio di Previsione della Regione Siciliana, il PARTITO DEMOCRATICO di Felice CALABRO’ e i sostenitori di RE SARO Crocetta farebbero bene a tacere per sempre. Il grande Totò di fronte agli errori madornali di Palermo, dell’errore materiale di Messina avrebbe esclamato, quisquilie, bazzecole, pinzillacchere, sciocchezzuole!

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  3. Accorinti – Crocetta: è dura per i populisti demagoghi. La fine dei Masaniello è lenta ma inesorabile.

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  4. Crocetta = Accorinti: ignoranza populista al potere.

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