Lontana dalla Sicilia ma con il cuore nello Stretto: «Chiedo a Babbo Natale di aiutare la “mia” Messina»

Lontana dalla Sicilia ma con il cuore nello Stretto: «Chiedo a Babbo Natale di aiutare la “mia” Messina»

Lontana dalla Sicilia ma con il cuore nello Stretto: «Chiedo a Babbo Natale di aiutare la “mia” Messina»

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sabato 24 Dicembre 2011 - 14:50

Nel giorno di Natale, nel momento della condivisione e della speranza, abbiamo deciso di raccogliere la testimonianza di chi, con dispiacere, ha lasciato la città dello Stretto nella speranza di trovare altrove un’opportunità di lavoro. Ma l’affetto per la propria terra non si dimentica: «In tavola ci sarà il profumo e il sapore di Messina»

Ha lasciato Messina lo scorso 10 dicembre con la figlia Giulia a bordo dell’ultimo treno notte, il Messina-Venezia, partito dal binario 10 della Stazione Centrale. Lei, la giovane mamma Patrizia, con un bagaglio pieno di speranze e di progetti da realizzare con il proprio marito, già in Veneto per lavoro, ha salutato i suoi affetti ma soprattutto la sua città, una città in cui la piccola Alice, 6 anni, forse non potrà avere un futuro. Partono in tanti, ogni giorno, giovani, meno giovani, anziani: c’è chi si reinventa altrove, chi invece si ricongiunge ai propri cari che già da tanto tempo hanno lasciato la città dello Stretto con la vecchia valigia di cartone”. La storia di Patrizia, che abbiamo deciso di ricontattare nei giorni del Natale, della condivisione e della vicinanza, è, in fondo, la storia dei tanti messinesi in giro per il mondo che sono però rimasti visceralmente attaccati alla propria terra.

«Sono partita per lavoro ma le difficoltà ormai ci sono anche su. La crisi si fa sentire ovunque – esordisce Maria – Con mio marito abbiamo lasciato Messina, poco dopo esserci sposati, perché lui è riuscito a trovare lavoro in un negozio di elettronica all’interno di un grande centro commerciale. Anch’io avevo trovato lavoro in un’azienda che realizzava abiti confezionati. Sono rimasta incinta, ho preso un periodo di aspettativa per la maternità ma appena un anno dopo dal mio rientro l’azienda in cui lavoravo ha chiuso e come quella tante altre. Ora sono di nuovo in cerca di un’occupazione, ma è tremendamente difficile riuscire a trovare qualcosa nonostante le opportunità offerte dal territorio (un centro della provincia di Venezia) siano numericamente superiori. E’ dura anche perché il costo della vita qui è molto più alto che dalle nostre parti».

Come ha trovato Messina l’ultima volta che ci è stata?

Ogni volta che torno è sempre un’emozione, come penso lo sia per quanti, superata l’ultima “curva” della Calabria, intravedono il pilone, la punta della “nostra” Sicilia. Il brivido, almeno per quanto mi riguarda, è ancora più intenso quando torno di notte: le luci appaiono come brillanti e pietre preziosi incastonate nella costa. Lo dico sempre a mia figlia: «Lo vedi Alice com’è ricca la nostra Sicilia?». Poi però mi rendo conto di essere una pendolare del lavoro, così come “definisco” me e i tanti messinesi che sono andati via, e provo tanta rabbia perché siamo nati in una terra che negli anni è stata “azzoppata” da chi l’ha amministrata.

Azzoppata e ora anche marginalizzata: che idea ti sei fatta del problema trasporto? Tu sei tra coloro che ne pagherà le conseguenze come utente…

Quella sera (10 dicembre, ndr) ho visto bene la disperazione dei lavoratori ed è stato veramente triste. Anche per noi passeggeri sarà molto più complicato fare su e giù. Ad esempio in quell’occasione ero sola con mia figlia e tante valigie, se avessi dovuto fare scalo come avrei fatto? I miei genitori, invece, che ci hanno raggiunto da qualche giorno, hanno preferito prendere l’aereo piuttosto che il treno anche perché economicamente sarebbe stato più oneroso. L’ennesima beffa ai danni dei siciliani. Io purtroppo non sono in città, ma invito i messinesi a far sentire la loro voce.

Come trascorrerai questi giorni di vacanza?

Staremo tutti insieme a casa, ci hanno raggiunto i miei genitori e i miei suoceri, staremo un po’ “stretti” ma saremo felici. La cena della vigilia e il pranzo di Natale saranno rigorosamente a base di cucina messinese: non mancheranno le braciole, anche “loro” hanno fatto un viaggio in aereo e la tavola profumerà di arance, clementini e mandarini, giunti direttamente alla Sicilia. Se rimarrà spazio faremo anche qualche piatto veneto ma non lo garantiamo (sorride, ndr)

Qual è stata la difficoltà più grande da superare dopo esservi trasferiti?

Prima di tutto il clima: insopportabile alzarsi e vedere il cielo sempre grigio. Qualche problema, ma non è giusto generalizzare, lo abbiamo avuto con la gente. I veneti sono molto chiusi, sospettosi e prima di darti un po’ di confidenza ce ne mettono di tempo. Quest’atteggiamento quando ti trovi in un posto sconosciuto rende ancora più complicato adattarsi. Superata la fase iniziale ci siamo rimboccati le maniche e oggi dopo tutto non ci lamentiamo, abbiamo nuovi amici, una nuova vita, anche se in salita, e speriamo che Alice ne possa trarre il maggior beneficio. La nostra, in fondo, è la storia di tanti altri messinesi, palermitani, catanesi che hanno lasciato i propri affetti per ricominciare altrove. Non è stato semplice, ma nel mio caso il fatto di essere con il mio compagno, nonché attuale marito, ha facilitato l’adattamento. Oggi come oggi però penso che ci voglia altrettanto coraggio a rimanere: è vero, Messina è una città che offre poco ma che ha tanto bisogno di essere aiutata e questo aiuto siamo solo noi giovani a poterlo dare.

Cosa chiedi a Babbo Natale o se preferisce a Gesù Bambino?

La richiesta è unica, ma più che essere una richiesta è una preghiera, anzi no una speranza: spero che in futuro mia figlia Alice possa far crescere i suoi figli nella “nostra” Messina.

ELENA DE PASQUALE

6 commenti

  1. CIAO PATRIZIA E A TUTTI I MESSINESI EMIGRATI,IO COMPIRò 29ANNI TRA QUALKE MESE,E DA AGOSTO DEL 2003 LAVORO FUORI DALLA MIA TERRA,FUORI DALLA MIA MAGICA MESSINA..!!X FORTUNA IL LAVORO KE FACCIO MI XMETTE DI SCENDERE OGNI 40-50 GIORNI..MA VI DICO KE OGNI VOLTA ARRIVVATO IN CALABRIA APPENA DOPO LA CURVA MI AFFACCIO X GUSTARMI QUELLO SPETTACOLO KE DIO CI HA DONATO…LA SICILIA,IL CUORE SI RIEMPE DI GIOIA..T SENTI PIù FORTE QUASI INVINCIBILE!!MA ALLO STESSO TEMPO TANTA TANTA TANTA RABBIA DOMANDANDOMI IL XKè DI TUTTO QUESTO??IO A DIFFERENZA TUA NON HO FIGLI ANCORA,MA SPERO DI POTER TORNARE A MESSINA E FARLI NASCERE CRESCERE LI DOVE SUO PADRE è NATO…IN QUELLA TERRA MAGICA KE SOLO KI CI NASCE PUò CAPIRE E COMPRENDERE IL SUO INCANTEVOLE FASCINO..!!ANKE IO(PURTROPPO)PASSERò IL NATALE FUORI MA IL 31 TORNERò GIù…NELLA MIA TERRA,X RICOMCIARE A SOGNARE UNA MESSINA MIGLIORE UNA SICILIA MIGLIORE XKè NOI SICILIANI Cè LA MERITIAMO…BASTA Xò KE COMINCIAMO A CAMBIARE NOI STESSI E CREDERE NELLE POTENZIALITà DI QUESTA MAGNIFICA TERRA…..BUONE FESTE A TUTTI….

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  2. Auguri di BUON FESTE ai miei concittadini e ai giovani messinesi in particolare.A tutti auguro ciò che possiedono i miei figli nel ricco NordEst:il lavoro,un servizio efficiente pubblico di trasporto urbano,regionale e nazionale,la ricchezza dalla raccolta dei rifiuti,un piano regolatore che custodisca un territorio massacrato dal cemento,tante grandi isole pedonali,la mobiltà purtroppo perduta nelle nostre strade,servizi sociali degni di questo nome,un Comune al servizio dei messinesi e non dedito al voto di scambio,una grande ATM,una rinascita delle attività legate allo Stretto,un recupero della gentilezza dei messinesi diventati sempre più zalli,un augurio particolare ai più deboli ed ai carcerati,che dobbiamo recuperare alla convivenza civile.

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  3. per salvare messina ci vuole un sindaco e una giunta che abbia fatto esperienze di vita fuori….e che ami cosi tanto messina da tornare e farla volare con una gestione e una mentalita’ non nostra…..ecco la mentalita’…..mi spiace perche mi sento messinese ca scoccia come si usa dire ma il problema e anche quello della mentalita’ della gente che si lamenta, ma poi per prima contribuisce anzi scusate non contribuisce alla legalita”””,,,,,comunque buon natale

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  4. Il palermitano tira acqua al suo mulino, il catanese tira acqua al suo mulino, il messinese….. tira acqua al mulino del catanese e del palermitano.
    Il messinese si sente fubbo, mette la macchina in mezzo alla strada, ti guarda brutto e ti risponde male, alla fine però è il più maltrattato d’Italia, il più depredato, il più spogliato…..Che senso ha?
    Messina ha enormi potenzialità…ma molti cittadini messinesi non sono coscienti, si lamentano senza costrutto ed invidiano i catanesi per i centri commerciali, che alla lunga portano solo miseria.
    Cerchiamo di essere degni del posto in cui viviamo.

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  5. signora mia,lei aspetta e spera,ma questa classe di politicante la distrugge solo un terremoto di 8 grado.hanno distrutto e succhiato il sangue ai messinesi e i buddaci ancora non hanno capito nulla tanto loro vivono a berlino.

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  6. che triste scempio, e dal 40 che la gente emigra verso la libertà l’indipendenza economica, ed a oggi siamo senpre li partire. Decine di anni per non creare nulla niente fabbriche niente lavoro sempre peggio, e tutto questo perche ? x arricchire pochi noti, mamma mia come farei un bel pacco regalo e cacciarli a cc per fare spazio alle decine di famiglie che sono dovute andare via lontane da questa stupenda isola

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