Il presidente ha incontrato questa mattina la commissione comunale Sport. Tanti gli argomenti trattati: settore giovanile, ripescaggio, stadi, iniziative per riportare allo stadio i tifosi, futuro del club ed eventuale ingresso di nuovi soci. Dai consiglieri comunali giunta la disponibilità massima al confronto
Questa mattina il presidente dell’Acr Messina Bruno Martorano, accompagnato dal responsabile dell’area tecnica Pasquale Leonardo e dall’addetto stampa Rosaria Brancato, ha incontrato i componenti della commissione comunale Sport per un primo confronto di presentazione finalizzato ad avviare rapporti di collaborazione tra il club e il Comune.
Diversi gli spunti emersi. Il primo e forse più importante riguarda la proposta della proprietà reggina di costruire una cittadella sportiva principalmente destinata al settore giovanile: «La nostra idea prevede la nascita di struttura che abbia anche una sua collocazione sociale – ha spiegato Martorano -. Non pensiamo ad un impianto nel quale i genitori portano i propri figli e basta. Crediamo in una realtà nella quale i ragazzi possano giocare a calcio ma anche studiare, stare insieme e socializzare. Crescere e costruire il proprio futuro». I commissari si sono espressi positivamente sull’idea, ma della quale si dovrà discutere principalmente per l’individuazione di un’eventuale area nella quale fare sorgere l’auspicato centro che ricalca quelli sorti ad esempio a Reggio Calabria (S.Agata) o a Verona (con il Chievo). Per questo alcuni consiglieri, tra i quali il presidente Tanino Caliò, si sono impegnati a convocare un tavolo tecnico al quale parteciperà l’assessore all’urbanistica Pippo Corvaja e la competente commissione. Un progetto al quale potrebbero essere interessati anche altri privati. «Per noi centro città o periferia poco importa», ha aggiunto il presidente del Messina.
Dicevamo del settore giovanile, uno dei punti sui quali la proprietà ha già annunciato di voler lavorare. «Stiamo iniziando da zero, abbiamo ereditato una situazione di nulla assoluto – continua Martorano -. Il giovani sono il futuro, una ricchezza per la società. Il vivaio è da creare completamente, attualmente non c’è niente. La serie D non ci permette di sottoscrivere contratti pluriennali, quindi anche i giocatori che in questo momento sono legati a noi rappresentano purtroppo solo una spesa e non un investimento, almeno fino al termine della stagione». Altro punto riguarda la situazione economica del club: «Stiamo lottando con tutte le nostre forze e con le conoscenze “minime” che abbiamo nel mondo del calcio per riportare il Messina nelle categorie che gli competono. Solo a luglio sapremo se saremo ripescati, ma tutto dipende da ora. Dobbiamo portare a Roma i bilanci, che mancano dal 2009. Ma soprattutto dobbiamo dimostrare che la società è pulita e sana, ricostruendo quanto accaduto negli ultimi due anni». Ribaditi anche altri obiettivi: «Riportare questi colori tra i professionisti è il primo passo, ma si deve lavorare ad un progetto base per non presentarci da comparsa e poi scomparire. Noi prima o poi lasceremo, quel giorno le condizioni della società dovranno essere floride per permettere a chi verrà dopo di noi di assumere la guida serenamente».
Dai componenti della commissione è arrivata un’apertura a trecentosessanta gradi, così come obiettivamente era accaduto con le precedenti, disastrose, proprietà del club. E’ stata così chiarita la volontà di discutere ed affrontare problemi comuni.«I colori politici contano poco, così come hanno dimostrato i sindaci che si sono susseguiti recentemente a Reggio Calabria – ha aggiunto Martorano -. Conta la voglia di fare qualcosa di buono. Se sapremo venirci in contro cresceremo insieme». Battuta importante, riservata alla possibilità dell’ingresso di nuove forze economiche all’interno della società, comprese quelle attualmente coinvolte nel progetto Città di Messina: «Non siamo chiusi, anzi siamo disponibili a condividere il nostro progetto con imprenditori locali. Anche rispetto al Città di Messina, un’associazione di forze non può che fare bene. I tifosi pensano che la squadra della città siamo noi: sappiamo tutti che senza sostenitori anche un progetto valido è probabilmente destinato, prima o poi, a morire. Quindi se c’è la disponibilità al confronto noi non ci tireremo indietro».
Infine si è discusso brevemente dell’opportunità di rilanciare iniziative orientate a riportare giovani e non allo stadio, anche attraverso mini-abbonamenti e progetti che interessano le scuole. Breve passaggio anche sulla questione stadi. Almeno per quest’anno il “San Filippo” rimarrà il campo delle gare casalinghe dell’Acr, per il prossimo anno si potrà discutere invece di un’eventuale disputa dei match interni nel vecchio ma sempre esplosivo “Giovanni Celeste”.
