Fratture tra società, calciatori e tifoseria. Non sarà facile trovare l'umiltà per affrontare con il giusto spirito questo finale di campionato
La sconfitta di ieri con il Sambiase alimenta il caos in casa Acr Messina. La situazione sembra adesso divenuta davvero critica: preoccupa la classifica, ma soprattutto le fratture ampliatesi tra società, squadra e tifoseria. Il ko di Lamezia mette probabilmente la parola fine sulle speranze di potere agguantare la zona playoff, mentre si riduce il distacco dalle compagini che lottano per evitare i playout. La squadra sembra non riuscire a reagire nonostante un organico che, come ripetutamente affermato, potrebbe e dovrebbe tranquillamente lottare per il salto di categoria diretto. E invece i giallorossi si trovano desolatamente a metà classifica, obbligati a guardarsi alle spalle per evitare spiacevoli -sorprese di fine stagione-.
L’allontanamento di Infantino non ha sortito, come avvenuto ad inizio campionato, l’effetto sperato. Ciò probabilmente perché i problemi non possono ridursi alla conduzione tecnica, seppur importante. L’apparato organizzativo e societario ad esempio, sembra fin qui aver funzionato ad intermmittenza, influendo anche sulla squadra che in alcuni momenti è anche arrivata a chiedere maggiore attenzione. La rottura tra i calciatori e il club sembra essere ormai evidente, confermata anche dal presunto rifiuto degli atleti di andare in ritiro così come imposto dalla società dopo la poco convincente trasferta. Alla base ci sarebbero anche problemi economici riguardanti alcuni giocatori, i quali aspetterebbero ancora alcuni stipendi arretrati. Le rassicurazioni di Alfredo Di Lullo, -ufficialmente- rimasto solo alla guida del Messina dopo il doppio addio di Fabiani e Di Mascio, arrivate a ridosso della sfida di domenica, non sembrano avere rasserenato l’ambiente, che anzi appare infuocato.
Spaccatura che adesso sembra riguardare anche la tifoseria, quella parte che in questa stagione aveva deciso di dare fiducia alla proprietà in attesa dei risultati. Il piccolo battibecco con l’idolo Arturo Di Napoli nella partita con l’Acicatena ha rappresentato solo un segnale di quanto alta sia la temperatura. La contestazione del dopo Lamezia è invece la conferma che anche la curva non è affatto soddisfatta di come stiano andando le cose.
In questa situazione non sarà facile trovare la forza e l’umiltà di lottare. Nessuno sembra essere contento: la proprietà, i giocatori, i tifosi. Il cane potrebbe continuare a mordersi la coda, sperando che non finisca con il mangiarsi.
Emanuele Rigano
