Arturo Di Mascio conferma: «Vado via»

Arturo Di Mascio conferma: «Vado via»

Arturo Di Mascio conferma: «Vado via»

domenica 21 Febbraio 2010 - 18:54

Il patron: «Va avanti Di Lullo», poi spiega le ragioni che lo hanno portato a prendere questa decisione. Fabiani? «Vuole andare via anche lui». Di Napoli: «Noi dobbiamo vincere e basta. Poi si vedrà». Chiarito il battibecco odierno con i tifosi. Avallone: «Spero che questa vittoria possa rasserenare gli animi»

Al termine della gara vinta contro l’Acicatena Arturo Di Mascio ribadisce: «lascio l’Acr Messina». La notizia era stata diffusa ieri attraverso un comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale (vedi articolo correlato in basso). Oggi il patron della società, cogliendo l’occasione per salutare la città, ha spiegato nuovamente le ragioni che lo hanno portato a questo abbandono: «I risultati su tutto, – afferma – mi hanno deluso soprattutto i giocatori sui quali avevamo riposto tanta fiducia. Ho mantenuto quello che avevo promesso, costruendo una squadra secondo me buona. Sono contento di quello che ho fatto. Ma oggi lascio perché sono scontento».

Neanche il risultato odierno può cambiare le cose? «Quella di oggi non è una partita che può fare testo e comunque la squadra non è piaciuta moltissimo. Questi sono giocatori che potrebbero vincere sempre. Non è una formazione che deve lottare per la salvezza, altrimenti per puntare alla promozione ci vorrebbe l’Inter».

Deluso anche dalla città? «No. Non c’è stato mai grande entusiasmo ma è dipeso anche dal fatto che si è pensato ad altre cose. Non posso fargli una colpa di questo».

La sua volontà di abbandonare la barca è l’inizio di un processo di “dismissione” della proprietà? «Siamo un gruppo, io vado via gli altri vanno avanti».

Da quando è iniziata questa avventura è sempre apparso però, che il suo supporto fosse fondamentale per Alfredo Di Lullo? «Lui forse ha più forza e coraggio di me».

E Fabiani? «Anche lui è rimasto deluso dalla città e dall’ambiente. Sperava di avere delle risposte che invece non sono arrivate. Credo che anche lui voglia andare via».

Quanto ci ha rimesso economicamente? «Se vi dicessi la verità mi prendereste per scemo. Comunque per me il calcio è un hobby, non certamente un business».

Ripensamenti? «Mancano dodici partite alla fine del campionato. Vediamo se i calciatori sono capaci di dare una risposta». Responsabilità dell’allenatore? «L’avevamo esonerato, poi ripreso, non è cambiato molto. Non credo».

Di Mascio dunque, secondo quanto emerso oggi, avrebbe lasciato l’Acr ma l’impressione, avuta ieri e confermata oggi, è che il patron abbia probabilmente deciso di provare a dare ad una scossa all’intero ambiente nella speranza che la squadra possa reagire nel finale di campionato.

In questi mesi l’ex presidente non è mai comparso ufficialmente nella società. Dapprima è stato accostato come sponsor (attraverso la Irw International), poi definito “consulente-amico” del presidente, successivamente dichiarato apertamente finanziatore del progetto Acr. Qualcuno “per sbaglio” l’ha perfino chiamato presidente.

E’ chiaro comunque che l’avventura in riva allo Stretto di Alfredo Di Lullo dipenda fortemente, soprattutto sul piano economico, da Arturo Di Mascio. Proprio per tali ragioni questa “uscita” sembra più il frutto della necessità di lanciare un segnale.

Segnale raccolto almeno in parte da Arturo Di Napoli, che spiega lo stato d’animo attuale dello spogliatoio. «Posso capire le ragioni di Di Mascio, d’altronde la delusione è di tutto l’ambiente – afferma l’attaccante -. Quando parti con degli obiettivi e ti ritrovi in posizioni che non avresti mai immaginato può succedere anche questo. Ma bisogna avere pazienza. La classifica è precaria ma dobbiamo ristabilire l’entusiasmo al nostro interno e poi guardare fuori». Pensi ci siano margini di ripensamento? «Noi dobbiamo vincere e basta. Poi si vedrà».

Re Artù torna anche sullo spiacevole battibecco con i tifosi: «Ci può stare, abbiamo già chiarito tutto, non incrina assolutamente il rapporto che c’è tra me e la tifoseria. Loro pagano, molti fanno sacrifici, hanno 50 euro in tasca, 25 li spendono per andare in trasferta e 25 li portano a casa. Hanno il diritto di applaudire e di fischiare. Questa situazione fa male soprattutto a loro ed è lecito incazzarsi anche perché la soffrono ormai da diversi anni. Non sventolo ai quattro venti quello che ho fatto da settembre ad oggi, ma vi assicuro che il mio impegno l’ho sempre messo facendo a volte anche da papà per alcuni dei ragazzi che giocano per il Messina. E’ stata una reazione la mia».

Come giustifichi l’assenza di Fabiani in questi mesi? «Noi lottiamo, andiamo avanti. Se non c’è, è un problema suo».

Sull’ex Ds della Salernitana viene interpellato anche l’attuale Direttore Sportivo del Messina, Sasà Avallone, uomo accostato professionalmente allo stesso Fabiani. «Il Direttore ha avuto delle questioni da risolvere a Roma – spiega -. Non so se ci sono problemi con la società, in tal caso devono essere risolti tra loro».

Risposte un po’ vaghe che testimoniano comunque una sorta di “smarrimento” all’interno dello spogliatoio. Una “confusione” che sembrava essere superata fino a qualche settimana fa e che adesso sembra essere tornata, influenzando anche i risultati. Un “circuito” che non fa bene a nessuno. «Spero che questa vittoria possa rasserenare gli animi», conclude Avallone. Lo sperano tutte le componenti. Ma è dai vertici che il clima deve essere “gestito”.

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