Campionato spezzatino. Ma che calcio è?

Campionato spezzatino. Ma che calcio è?

Campionato spezzatino. Ma che calcio è?

giovedì 02 Aprile 2009 - 22:21

La Lega Calcio sforna questa ennesima novità: una domenica tutta d’un fiato dalle 13 alle 23. La vera fede non dimenticatela, sabato seguite il Messina

Addio. O benvenuti nell’ultima frontiera del calcio moderno: il campionato spezzatino. Come se non bastassero anticipi, posticipi, recuperi e chi più ne ha più ne metta, la Lega Calcio si presenta all’undicesima giornata di ritorno della serie A con la formula “pronto servito in tavola”. Domenica ti siedi in una poltrona alle 13:00 e ti alzi alle 23:00. Complimenti, alla faccia della vera passione. Ancora un passo, triste, verso lo sport che diventa business, in nome del sacro vincolo intoccabile dei diritti televisivi. Una domenica mozzafiato, spettacolare per molti, che praticamente potranno gustarsi tranquilli davanti ad una tv tutte le partite del massimo campionato italiano di calcio. Una coltellata, l’ennesima, per chi con il pallone di vero cuoio e i pantaloncini corti è cresciuto.

Questo il programma di domenica 5 aprile: domenica alle 13 Atalanta-Fiorentina; sette partite alle 15; Udinese-Inter alle 19; Milan-Lecce alle 21. La motivazione ufficiale è legata ai problemi legati al rientro dei calciatori extracomunitari convocati per le gare di qualificazione ai Campionati Mondiali 2010, ma poi l’Ad del Milan Adriano Galliani, in linea con molti presidenti, commenta: “Ci stiamo allineando ai paesi più evoluti dal punto di vista televisivo. Ovviamente plaudo all’iniziativa”. Si parla di allineamento, in questo caso a Spagna e Inghilterra. Ma chi lo sa che nel Regno Unito l’incasso dell’introito proveniente dai diritti televisivi è vincolato alla presenza di un certo numero di tifosi allo stadio? E che se non si raggiunge quella quota niente soldi per quella partita? Ecco spiegato perché gli stadi inglesi sono sempre pieni, non solo perché è stato annientato il fenomeno degli hooligans (che comunque continuano ad esistere lontano dagli stadi, lontano dalla propria nazione).

E’ già perché è tutto lì. Gli incassi, la pubblicità. Più spezzetti, più vendi spazio, più fai soldi e intanto gli stadi si svuotano preferiti dal telecomando. Curve calorose e calde perdono i propri colori e la gente che li innalzava; anche nei paesi più piccoli, invece di seguire la squadra del proprio cuore e della propria città si preferisce stare a casa incollati a Sky a vedere Juve, Inter, Milan, ma ormai anche Barcellona, Real Madrid, Manchester e perfino il Paris Saint Germain. E precisiamo si “preferisce”. Perché è chiaro che ad ogni appassionato di sport e di calcio in particolare piace vedere le partite, di qualsiasi serie esse siano. Ma questo quando non venga anteposto all’essenza vera del sentimento del tifoso: andare al campo e incitare la propria squadra. Oggi no: così il biglietto diventa la tessera premium per essere abilitato alla visione di tutte le partite e la vecchia storica sciarpetta diventa coperta. Per non parlare delle scommesse sportive…

Buona domenica, preparate la tv in salotto. Ma se volete dare ascolto alla vostra vera fede, non dimenticate sabato di andare a seguire e tifare il Messina.

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