Sarà il Cda del club a decidere se accettare o meno l’addio del Dg. Il divorzio equivarrebbe al fallimento del progetto sportivo costruito in estate

La sconfitta con la Spadaforese, la seconda consecutiva, ha lasciato ferite profonde in casa Città di Messina. La situazione in classifica non è poi così complicata, ma le ultime uscite della squadra non hanno convinto soprattutto per ciò che concerne il gioco espresso e lo spirito mostrato. Dopo il match perso al Celeste il vicepresidente Gianpiero De Leo ha così commentato il doppio ko consecutivo: «Certamente non sono soddisfatto di come si sta esprimendo la squadra, ma il campionato è ancora lungo e avremo modo di recuperare». Dichiarazioni che non lasciavano presagire immediati terremoti, che invece potrebbero a breve concretizzarsi.

Il Direttore Generale Benedetto Bottari infatti, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Consiglio di Amministrazione del club, rassegnando le proprie irrevocabili dimissioni. Adesso la palla passerà proprio al Cda, che a breve dovrà decidere se accettarle o rigettarle. Qualora il dirigente ex Milazzo dovesse effettivamente lasciare, di fatto il progetto costruito questa estate risulterebbe fallito già all’ottava giornata di campionato. La scelta presa dal Dg è certamente interpretabile come una presa di responsabilità. Discorso analogo a quello che fatto ieri dal tecnico Michele Cataldi, che si è dichiarato anche disposto a fare un passo indietro. Secondo l’allenatore subentrato a Saro Foti il problema sarebbe rappresentato dalla mancanza di personalità, che non ha permesso ai calciatori di tirare fuori l’orgoglio in momenti cruciali delle partite. Anche per questo, lo stesso Cataldi, ha invitato la squadra ad assumersi, al pari degli altri, le proprie responsabilità, reagendo alle difficoltà e dimostrando finalmente in pieno il valore di una rosa che sulla carta non ha nulla da invidiare alle altre che fanno parte del girone B della sesta serie.