Di Lullo sulla stampa e il curatore: sono parole di fuoco

Di Lullo sulla stampa e il curatore: sono parole di fuoco

Di Lullo sulla stampa e il curatore: sono parole di fuoco

mercoledì 08 Aprile 2009 - 19:16

Il nuovo patron del Messina spiega perché non è ancora entrato in possesso dei beni della società: attende chiarimenti, perché avrebbe trovato l’ex presidente Pietro Franza in sede in presenza del curatore Domenico Cataldo

Dopo qualche giorno di silenzio e le tante voci che si sono susseguite in questi giorni in città, torna nuovamente a farsi sentire il nuovo patron del Messina Alfredo Di Lullo, che ha trasmesso un comunicato attraverso il quale si propone di chiarire tutti i dubbi sorti in seno alla tifoseria e in riferimento agli articoli apparsi su alcuni quotidiani messinesi, cartacei ed online.

“Quale amministratore e socio unico della Acr Messina srl – scrive – e’ necessario operare alcune precisazioni sul contenuto che ritengo offensivo, diffamatorio e privo di giuridico fondamento di questi ultimi. In via preliminare e’ di palmare evidenzia che il sottoscritto non ricopre all’interno della società I.r.w. s.p.a. alcuna carica sociale. La stessa azienda, dichiaratasi disponibile a valutare il progetto calcistico, dopo le gravi illazioni avrà tempi e modi (indipendenti dalla mia volontà) per intraprendere tutte le iniziative idonee per la tutela della propria immagine commerciale, gravemente lesa da quanto inopinatamente scritto”. Un riferimento particolare al collega Francesco Straface, che secondo Di Lullo avrebbe “gettato fango sulle persone e sulle aziende che lavorano, per vendere il proprio prodotto”.

Di Lullo spiega poi che non avrebbe ancora definito la consegna del possesso dell’azienda perché, “senza preavviso”, ha trovato in sede l’ex presidente dell’Fc Messina Pietro Franza “quasi in piena carica sociale”. Il nuovo patron si dice poi “pronto a dare ogni risposta ma non ad essere strumentalizzato da chicchessia”, rimanendo in “silenzio meditativo” fino al prossimo incontro. “Fino a quel momento – continua – dovrò mantenere il piu’ stretto riserbo, nell’interesse della Messina calcistica. Per quanto concerne l’avvocato Domenico Cataldo, Curatore della Fc messina, sono opportune alcune precisazioni. Se l’intento di quest’ultimo era quello di consegnare un bene (eventualmente) produttivo, deve comprendere che l’acquirente, se ha dubbi interpretativi (di natura anche giuridica) ha necessità dei dovuti chiarimenti. Non sono futili ragioni ma notizie necessarie ed improrogabili che non sono per nulla chiarite nel decreto di trasferimento. A questo proposito l’avv. Maurilio D’angelo, ha già predisposto un’istanza da depositare al giudice delegato. Fino ad oggi ho sostenuto un impegno economico sulla base della professionalità sempre dimostratami dall’avvocato Maurilio D’angelo che ha unito, nel caso in questione, competenza e passione e che mi ha trasferito questi sentimenti e che ringrazio”. Il riferimento è proprio all’incontro con l’ex presidente Pietro Franza, che il curatore avrebbe accolto “con tutti gli onori di un presidente in carica e non certamente come il responsabile del fallimento di una società sportiva. Non mi permetto di giudicare l’operato né dell’imprenditore ne’ dell’uomo – prosegue l’amministratore unico dell’Acr – non conoscendone le qualità o le caratteristiche, ma la cui funzione (non meglio specificata) si sarebbe spinta anche ad assistere all’adempimento, se non avessi prontamente richiesta una riunione riservata. Come pensate io possa avere reagito? Quanto sopra, ha provocato la reazione di un qualsiasi imprenditore che ha necessità di verifiche e chiarimenti. Ho bisogno di comprendere la motivazione per la quale il Messina (parole del curatore) sarebbe scomparso il 31.03.2009 in caso di mancata assegnazione del titolo, avrebbe ritirato la squadra dal campionato lasciandola al proprio destino. Ecco, in modo spicciolo e senza fronzoli, quali sono le motivazioni che mi hanno spinto a richiedere i dovuti chiarimenti e che assediano le mie iniziative, interrogativi legittimi che aumentano con queste illazioni che rivestono anche caratteristiche di fattispecie penali”.

Ma Di Lullo continua, rincarando la dose: “Per serietà, sino ad oggi, ho ritenuto opportuno non divulgare l’accaduto per non creare ulteriori sospetti e per garantire l’equilibrio psicologico dei miei ragazzi ai quali ho sempre esposto la mia solidarietà ed il mio appoggio per lo sforzo e l’impegno che stanno dimostrando per amore dei colori della maglia che indossano. Lascio a voi ogni considerazione. In più, alcune persone di mia fiducia, oggi mi hanno relazionato che all’interno della squadra ci sarebbero delle mancanze, ossia, molti giocatori sono in attesa di ricevere lo stipendio, gli affitti delle abitazioni non sono stati pagati, e le medicine mancano. Ringrazio, comunque, i componenti della squadra e dell’organico intero dell’affetto e dell’attaccamento che hanno dimostrato, e che continuano a dimostrare, nei confronti della città che li ospita e dei colori che indossano pur nelle difficoltà che li vede protagonisti diretti ed indiretti. Loro amano Messina!!!! Dichiaro inoltre che anche se non di mia competenza farò il possibile per sanare i disagi e affiancare la squadra fino all’obiettivo minimo (la salvezza), dimostrando amore per la squadra di una città che non è la mia piu’ di quanti si onorano a chiamarsi messinesi. Aspetto una risposta dai veri messinesi, poi vedremo”.

A margine dell’articolo riteniamo giusto ribadire che i “virgolettati” sono tutte porzioni di testo riportate dal comunicato ufficiale trasmesso dall’Acr Messina. In questi giorni abbiamo aspettato e scritto poco proprio in attese delle considerazioni di quelli che dovrebbero essere i “nuovi protagonisti” del calcio messinese, anche se avremmo preferito raccoglierle per questioni assolutamente piu’ piacevoli e con toni diversi da quelli odierni. Per dovere di cronaca, vi rapportiamo anche che nel pomeriggio abbiamo ascoltato il legale del gruppo Maurilio D’Angelo, che ci ha ribadito telefonicamente l’importanza di “fare quadrato intorno a questo nuovo Messina, tutte le componenti, remando nella stessa direzione”, ma anche -che rimane l’intenzione di lavorare, ma che bisogna lasciare margini d’azione alla compagine societaria, senza polemiche evitabili attraverso chiarimenti, anche diretti-. Da parte nostra ci sarà sempre la massima disponibilità al confronto e al dialogo, ma non possiamo esimerci, comunque, dal manifestare la nostra massima vicinanza al collega Francesco Straface, aldilà delle situazioni venutesi a creare, per le quali non entriamo nel merito.

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