Messina in caduta verticale. Franza mediti sugli errori nelle scelte degli uomini

Messina in caduta verticale. Franza mediti sugli errori nelle scelte degli uomini

Redazione

Messina in caduta verticale. Franza mediti sugli errori nelle scelte degli uomini

sabato 05 Aprile 2008 - 17:59

Sconfitte come quella subita contro il Chievo hanno una doppia anima. Quella luminosa: un Messina che si è ben battuto contro la capolista, è passato in vantaggio, ha sfiorato altre volte il gol. L’anima scura: anche quando la squadra giallorossa gioca discretamente finisce con il perdere, errori a ripetizione in difesa, distrazioni pericolose. E meno male che fra i pali c’è un certo Manitta. Tirando le somme arriva un’altra sconfitta casalinga ed è la quinta della stagione. In totale è addirittura la ventesima. Ma il dato allarmante è un altro. Il Messina di Nello Di Costanzo nel girone di ritorno ha totalizzato la miseria di nove punti. Una media da retrocessione netta senza nemmeno passare dai play out. E nessun tifoso di normale intelligenza può accettare l’equazione sbandierata in settimana dal tecnico: -Vuol dire che nel girone d’andata abbiamo fatto molti punti e ci siamo garantiti una buona posizione di classifica-. Peccato che il campionato duri 42 partite, che ogni squadra ha il dovere di onorarlo fino al termine, specie il Messina che il traguardo salvezza non lo ha ancora tagliato. Certo, sembra lì ad un passo ma anche questo ritornello continuiamo a ripeterlo da settimane. Speriamo di non doverci svegliarci all’improvviso con l’acqua alla gola ed i topi che abbandonano la nave. Oggi il margine di tranquillità dal quint’ultimo posto è stato ulteriormente limato. Adesso i punti di vantaggio sono dieci contro i quattordici di un mese fa. Per fortuna mancano solo otto partite e la permanenza non dovrebbe essere in discussione, secondo logica. Ma, secondo quanto vediamo in campo, vorremmo ancorare subito la squadra al suolo della serie B con il raggiungimento dell’agognata quota salvezza. Il problema è che il Messina non riesce proprio a vincere. Da quando qualche mese fa Gasparin esultò per il pareggio interno con il Modena capimmo la suonata e lo scrivemmo proprio in queste pagine. Se ci si rallegra per un pari stentato contro un modesto Modena vuol dire che da qui alla fine dovremo accontentarci delle briciole e sudarci una salvezza che sembrava già raggiunta. Infatti è andata così. Il crollo degli stimoli, le motivazioni annientate, una panchina che non da segni di vita hanno prodotto una squadra amorfa che ha raggiunto obiettivi mai centrati prima. Qualche settimana fa un giocatore del Messina ammirando negli spogliatoi del -Celeste- una fotografia della curva Sud stracolma di tifosi e di entusiasmo ha chiesto ad un giornalista che partita fosse, visto che in serie A il Messina ha giocato al -San Filippo-. Alla riposta che si trattava di una gara del campionato di C\2 il giocatore è impallidito. Perchè forse tutti quei tifosi quest’anno lui non li ha visti al San Filippo nell’arco dell’intero campionato. Ecco il risultato: aver distrutto la passione di una delle tifoserie più accese d’Italia. Di chi la responsabilità? Pietro Franza mediti su questo punto che rischia di rappresentare l’ago della bilancia anche per la prossima stagione. Questo Messina è troppo brutto, inconcludente e senz’anima per essere vero. Ci pensi il presidente. A volte per ridestare l’entusiasmo sopito, non certo scomparso, può bastare molto poco. Una decisione coraggiosa, un ripensamento, un’ammissione di colpa.

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