Messina: Gasparin - Di Costanzo, è finito l'idillio?

Messina: Gasparin – Di Costanzo, è finito l’idillio?

Redazione

Messina: Gasparin – Di Costanzo, è finito l’idillio?

domenica 24 Febbraio 2008 - 00:19

La disastrosa sconfitta di Treviso contiene almeno un aspetto positivo. Questa volta, almeno, Di Costanzo non ha dichiarato che abbiamo salvato la faccia e la dignità come fece in maniera sorprendente dopo il secco 4-0 di Frosinone. Neppure lui ha potuto tentare una difesa d’ufficio della sua squadra anche se ha definito dubbio il rigore a favore del Treviso. Capito? Il Messina è stato preso a pallonate, nello stadio che qualcuno ha già ribattezzato -Omobono Tennis-, e Di Costanzo avanza perplessità sul rigore del Treviso. Per fortuna stavolta nessuno ha osato scomodare termini come -dignità- e -orgoglio- ed anzi non sono mancati i meca culpa. Ma alcune riflessioni vanno subito fatte. Analizziamo i numeri. Il Messina ha incassato dieci gol nelle ultime due trasferte; il Treviso non segnava un gol da quattro partite e non vinceva da sei. Al -Tenni- era pronta la contestazione contro Pillon e i suoi giocatori e tutti temevano il Messina che aveva accoppato il Brescia al S.Filippo. Appunto. Perchè lontano dal S.Filippo è tutta un’altra storia. Inutile ripetere la solita solfa. Lo sappiamo già. Il Messina fuori casa è un’armata Brancaleone che sta gettando ridicolo sui colori giallorossi perdendo contro formazioni improbabili. Cesena, Frosinone e Treviso, ultime tappe del calvario esterno, sono squadre nettamente inferiore al Messina. Allora è evidente che la crisi psicologica esterna che attanaglia i giocatori è fortissima ed inguaribile. Ci sono limiti di natura caratteriale, quindi di voglia, determinazione, intensità agonisitica, ormai insanabili. Naturalmente affiancati a quelli di ordine tecnico e tattico perchè evidentemente la squadra sa giocare bene in casa e male in formato esterno. E non è certo il fattore ambientale a produrre tutto ciò visto che al San Filippo i 3500 tifosi,per quanto entusiasti ed appassionati, sembrano anime sperdute in quello stadio immenso. Insomma com’è ovvio che sia la responsabilità è tutta dei giocatori e del loro allenatore. E ci sembra che l’intervento durissimo di Gasparin a fine partita sia stato diretto alla squadra ma soprattutto al tecnico. Gasparin ha lamentato la demotivazione di molti elementi ma ha sottolineato carenze gravi riconducibili a Di Costanzo. Ha detto che la squadra è mancata sotto l’aspetto dell’impegno, del carattere (un solo ammonito), tecnico, tattico, fisico e mentale. Un’analisi spietata a condivisbile che suona come un atto di sfiducia verso Di Costanzo. Neanche a Frosinone Gasparin era arrivato a dire che bisognava vergognarsi del comportamento in campo e credo che le scuse di Di Costanzo alla città non possano più bastare. Come non possono bastare le belle vittorie casalinghe se poi vengono neutralizzate dal fango che sconfitte così pesanti gettano sull’immagine di una società e di una città intera. Forse in Gasparin sta vacillando la fede incrollabile nel tecnico campano, da lui stesso fortemente voluto. Forse il curriculum esterno complessivo della carriera di Di Costanzo inizia a rappresentare più di un campanello d’allarme per il direttore generale e forse l’incapacità a motivare un intero spogliatoio può indurre a riflessioni clamorose. Già perchè perdere stimoli e voglia a metà febbraio è grave ed imperdonabile per dei professionisti che portano in giro il nome di una città. La salvezza è a portata di mano ed altri traguardi non sono mai stati realmente a portata di mano. E’ questo il momento delle grandi scelte se si vuole preparare la prossima stagione. Franza e Gasparin dovranno decidere ora se ripartire da Di Costanzo, affidargli ancora il progetto Messina e considerare quello attuale solo un passaggio obbligato per il tecnico campano che mai aveva allenato in serie B. Una specie di scotto che anche lui è costretto a pagare alla mancanza di esperienza. Ma se la fiducia è venuta meno già da ora la società faccia le sue scelte. Guardando naturalmente al mese di luglio visto che i tecnici bravi sono già tutti accasati ed in giro non è che sia rimasto molto fra quelli rimasti senza squadra. Scriviamo questo perchè c’è nell’aria la sensazione di un feeling che si è incrinato. Le continue bacchettate di Gasparin al tecnico (mai citato direttamente nei suoi rimbrotti post partita)alimentano questo sospetto. Poi naturalmente ci sarebbe da invocare provvedimenti verso i giocatori ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. In campo molli, lenti e svogliati e negli spogliatoi pronti ad invocare il perdono dei tifosi. Ha ragione Gasparin: facciamo subito dieci punti e raggiungiamo la salvezza. Poi -aggiungiamo noi- mandiamone un bel po’ a casa e a guadagnarsi lo stipendio con un’altra maglia. Quella del Messina, per colpa loro, ha il giallo così sbiadito da non poterlo vedere quasi più. Ormai è solo rossa….di rabbia e di vergogna.

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