Il saluto di mons. Raspanti: “Grato a Messina. Serve una persona che stia qui 24 ore su 24”

Il saluto di mons. Raspanti: “Grato a Messina. Serve una persona che stia qui 24 ore su 24”

Marco Ipsale - Francesca Stornante

Il saluto di mons. Raspanti: “Grato a Messina. Serve una persona che stia qui 24 ore su 24”

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lunedì 04 Aprile 2016 - 13:35

L’amministratore apostolico racconta i suoi sei mesi in città, la necessità di essere più presente ed i motivi per i quali non è stato ancora nominato un nuovo arcivescovo. Focus, infine, sui conti e sui migranti

Ha guidato la diocesi per sei mesi, nella veste di “traghettatore”, in attesa della nomina del nuovo arcivescovo. Quando stamattina mons. Antonino Raspanti ha convocato la stampa “per dare una importante comunicazione” si pensava che quel momento fosse arrivato. Ed invece il nome del nuovo arcivescovo non c’è ancora, pur se il cambio al vertice è giunto lo stesso. Arriva un nuovo amministratore apostolico, mons. Luigi Papa, 81 anni, leccese ma per ben 21 anni, dal 1990 al 2011, arcivescovo di Taranto.

L’annuncio è stato dato proprio da mons. Raspanti: “Avevo manifestato difficoltà per alcune scelte importanti, come quella sui tribunali ecclesiastici per la nullità dei matrimoni. Ne ho parlato all’interno della diocesi e mi è stato giustamente chiesto di aspettare perché non sarebbe stato responsabile da parte mia prendere decisioni che hanno impatto sul futuro senza essere qui 24 ore al giorno. Il papa si è reso conto della necessità che ci fosse una persona che viva qui stabilmente ed è venuto incontro alle esigenze della diocesi inviando un vescovo di provata esperienza, appartenente all’ordine dei francescani minori cappuccini, un religioso fedele nell’animo e nel cuore che potrà dare un grosso contributo. Arriverà entro una quindicina di giorni”.

Poi il saluto alla città. “I messinesi mi hanno dato tanto e voglio ringraziarli perché sono stato accolto benissimo. Quando ho fatto Messa in cattedrale, all’inizio mi guardavano un po’ interrogativi, poi dopo aver pregato insieme vedevo volti sorridenti. Ricordo con piacere anche la visita al carcere di Gazzi, a Natale, anche lì sono stato accolto benissimo. Un difetto? La vedo flagellata urbanisticamente, costruita in modo doloroso, arrampicato, è una fotografia del modo di vivere e di pensare delle persone. Mi si stringe il cuore ma l’augurio che esprimo a tutti è quello della Pasqua, cioè la fiducia e la speranza”.

Ma perché un nuovo amministratore apostolico e non un nuovo arcivescovo? “All’inizio si pensava potesse arrivare prestissimo – spiega mons. Raspanti – ma i problemi burocratici hanno rallentato l’iter. Papa Francesco ha voluto rivedere tutte le procedure sulla nomina degli arcivescovi ed allora è giusto che nel frattempo ci sia una persona che possa vivere qui”.

Focus, infine, su due aspetti. Quello economico-finanziario, anzitutto: “Ho cercato di impostare un piano di riequilibrio pluriennale – dice il vescovo di Acireale -, per limitare i costi, tagliare dov’è possibile e mettere a frutto qualche immobile, magari vendendone qualcuno che non dia profitti. Ma non ho fatto l’esame dei singoli beni, è un compito che spetterà ad altri”; e poi l’invito del papa ad aprire le porte delle chiese ai migranti, che a Messina sbarcano numerosi: “Abbiamo messo delle strutture a disposizione ma non sono state lasciate in buone condizioni. Lo Stato non ha pagato e allora questo nuovo discorso del Santo Padre abbiamo cercato di portarlo avanti dicendo esplicitamente che non vogliamo avere niente a che vedere con il denaro pubblico, tutto quello che riusciamo a fare dobbiamo farlo con le nostre forze. Per noi è fondamentale prendere in carico totalmente le persone che si accolgono, non limitarsi a dare solo alloggio. Il problema è avere le forze umane ed economiche per portare avanti un'accoglienza che sia dignitosa, non avere solo una casa da aprire".
(Marco Ipsale – Francesca Stornante)

2 commenti

  1. Non lamentiamoci, hanno mandato un Papa

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  2. Non lamentiamoci, hanno mandato un Papa

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